EXCALIBUR 154 - maggio 2023
in questo numero

"La Germania deve morire" di Theodor Kaufman

L'orribile libro "dimenticato" dalla storia

di Alessio Dettori
l'ipotesi di 'spartizione' della Germania
Sopra: l'ipotesi di "spartizione" della Germania
Sotto: il libro "dimenticato" dalla storia
il libro 'dimenticato' dalla storia
Premessa: lo scopo di questo articolo non è quello di giustificare una parte o l'altra per le scelte compiute durante il secondo conflitto mondiale, ma di far ragionare il lettore su come la propaganda e le idee assurde e orribili non siano state prerogativa solo di una parte belligerante (e non ci si limiti solo alla Seconda Guerra Mondiale), ma erano una prassi che va avanti da secoli fino al giorno d'oggi, in quanto le guerre non possono essere banalmente descritte con un infantile "Buoni contro Cattivi".
Marzo 1941. Siamo nel pieno del secondo conflitto mondiale, la Germania non aveva ancora iniziato la campagna d'invasione dell'Unione Sovietica e nemmeno l'occupazione dei Balcani. Non c'era ancora stato l'attacco giapponese su Pearl Harbor, quindi gli Stati Uniti non erano ancora entrati nel conflitto e soprattutto non era ancora iniziata la famosa "soluzione finale al problema ebraico" da parte della Germania nazionalsocialista.
È importantissimo inquadrare questo contesto storico per capire meglio l'orrore, il razzismo più puro e la malvagità umana che in quegli anni diedero vita a uno dei libri che all'epoca venne tanto apprezzato in quei paesi che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, si sarebbero autocelebrati come i "buoni" che combatterono la "folle" Germania nazista.
Un libro che venne letto, a quanto pare, anche da Churchill, Stalin e Roosevelt.
Un libro recensito dal Times, che lo definì come «a sensational idea!» (un'idea sensazionale!) al problema della Germania "disturbatrice della pace nel mondo" e a cui fece eco il New York Times che lo definì «a plan for permanent peace among civilized nations!» (un piano per la pace permantetra le nazioni civilizzate!).
Trovo curioso che in base alle convenienze del periodo, fino a prima dello scoppio della guerra, il Times avesse definito il Mein Kampf una "bibbia laica", come buona parte della stampa dell'epoca, e successivamente quella stessa stampa, per convenienza del momento, avrebbe esaltato il libro di Kaufman...
Il libro in questione è "Germany must perish!" (La Germania deve morire!), scritto da Theodore Kaufman.
Theodore N. Kaufman (nato il 22 febbraio 1910, morto il 1º aprile 1986) non era un uomo qualunque che scrisse un libro delirante, bensì era un uomo d'affari ebreo americano di origini tedesche (i genitori emigrarono negli Stati Uniti prima della nascita di Theodore) ed era in stretti rapporti con Samuel Irving Rosenman, consigliere del presidente americano Roosevelt.
Ma cosa c'era scritto di così sconvolgente nelle 104 pagine di cui è composto il libro? Ebbene, secondo Kaufman la causa del conflitto non era Hitler o il nazionalsocialismo, bensì la Germania e il suo popolo, che con la loro innata bramosia di sangue e conquista erano causa dei continui conflitti dell'epoca (la Prima Guerra Mondiale era finita appena 23 anni prima) ai quali si doveva porre un freno definitivo.
Quindi, sempre secondo Kaufman, bisognava togliere di mezzo il popolo tedesco e attuare lo smembramento delle sue terre tra gli stati confinanti (nel libro vi è presente anche una mappa di come avrebbe ridistribuito i territori tedeschi), ma, sempre secondo lo scrittore, non si poteva usare un metodo violento come il genocidio, bensì una soluzione più "umana", ovvero, la sterilizzazione del popolo.
E qui inizia la parte più raccapricciante del libro, dove Kaufman, nel capitolo "Death to Germany" (Morte alla Germania), spiega in maniera dettagliata come annichilire una volta per tutte il nemico partendo dal disarmo dell'esercito tedesco, per poi dividerlo in piccoli gruppi, sistemandoli in piccole zone per poi sterilizzarli e utilizzarli come forza lavoro per ricostruire le città da loro distrutte.
La sostituzione dei lavoratori tedeschi con lavoratori provenienti dagli stati alleati e la confisca di tutta l'industria tedesca (per certi versi, qualcosa di simile sarebbe accaduto per mano sovietica nel dopoguerra per quanto riguardò l'industria).
La sterilizzazione di tutta la popolazione civile, sterilizzando almeno 48 milioni di cittadini, sui 70 totali dell'epoca, calcolando di portare almeno 20 mila medici e che ognuno di questi medici avrebbe dovuto sterilizzare una media di 25 uomini al giorno, per completare il tutto nel giro di un mese.
Per le donne calcolò che ci sarebbero voluti all'incirca tre anni, concludendo il discorso che entro due generazioni si sarebbe arrivati all'eliminazione del "germanesimo".
Inoltre Kaufman scrisse anche di come ripartire i territori tedeschi tra gli stati vicini e di come i Tedeschi residenti non avrebbero più potuto utilizzare la propria lingua, sostituendola con quella dello stato a cui sarebbe appartenuto quel territorio.
Ovviamente il libro venne usato pesantemente come propaganda anche dai Tedeschi, che leggevano tutti i giorni alla radio dei capitoli causando il terrore nella popolazione civile che fece della guerra una questione di vita o di morte (e come poterli biasimare, visto l'apprezzamento che il libro aveva riscontrato nei paesi alleati?).
A fine della guerra però, fortunatamente, il folle piano di Kaufman non venne attuato, ma i suoi deliranti scritti sono giunti fino a noi e possono aiutare chi è davvero appassionato di Storia a comprendere meglio il clima di follia che ha caratterizzato quegli anni.
La Germania sconfitta e la sua popolazione avrebbero comunque sofferto in maniera atroce e ingiustificata, in quanto si optò per un più fine "Piano Morgenthau", che nei primi anni del dopoguerra avrebbe portato alla morte per fame e stenti di 9 milioni di Tedeschi, senza dimenticare gli stupri di massa da parte dei soldati sovietici nei confronti delle donne tedesche. Ma questa è un'altra, terribile, storia.
tutti i numeri di EXCALIBUR
VICO SAN LUCIFERO