Giorgia Meloni nei giardini dell'ambasciata italiana a Parigi
Fantapolitica? Può darsi. È però logico e razionale ipotizzare un certo percorso quando in determinati sentieri le orme si fanno sempre più frequenti.
Risale al 14 dicembre 2021 la prima richiesta di Roma sede dell'esposizione universale per il 2030. La cosa avviene abbastanza in sordina. Tra lo staff dei proponenti abbiamo come figure di spicco il Ministro degli Esteri Di Maio e il Sindaco Pd di Roma Gualtieri. Manca il Presidente del Consiglio Draghi.
Mentre la candidatura di Roma viene pressoché ignorata da tutti, quella di Riad trova un immediato appoggio da parte della Francia, interessata alle offerte dell'Arabia Saudita di acquistare armamenti francesi.
I giochi sembrano fatti: Riad si presenta all'accettazione definitiva del 20 giugno molto tranquilla, anzi sicura di essere incoronata capitale dell'Expo nella riunione definitiva che avrà luogo il 28 novembre.
Giochi fatti per tutti ma non per la Meloni, che da tempo aveva preso in mano la faccenda studiandola in tutti i suoi risvolti e arrivando alla conclusione che perdere la battaglia per l'Expo avrebbe causato un danno irreparabile al suo ambizioso progetto di rivoltare l'Ue in vista delle elezioni europee del 2024.
Da qui la sua partecipazione a Parigi all'assemblea della Bei. Già dalle prime domande insidiose dimostra di avere in pugno la situazione. La Francia appoggia Riad? «
Non è un problema: cercheremo di convincere gli altri 179 delegati».
E infatti ai lavori dell'assemblea esordisce: «
A Roma ogni Nazione troverà il proprio spazio, da pari tra pari, e avrà la possibilità di mettere in mostra la propria identità. Non importa quanto grande o piccolo tu possa essere, a Roma sappiamo che tutti hanno qualcosa di unico da offrire e vogliamo che contribuiscano in condizioni di parità».
Respinge poi la visione dell'esposizione come fiera del business: «
Crediamo che, fin dai suoi esordi, l'Expo sia sempre stata molto più di un'esposizione mondiale: è la storia di un'epoca e il disegno immaginario della prossima. Expo traccia una rotta e Roma intende fare altrettanto».
Quella Roma "Caput Mundi", capitale d'Italia e capitale d'Europa, dove c'è tutto e in abbondanza: arte, storia, cultura e religione.
Li avrà convinti? Chissà! Però tanto a Parigi si sussurra: «
Riad? Adesso sì! Ma il 28 novembre non sappiamo, tanto il voto è segreto!».
E il 21 giugno la Meloni incassa l'appoggio del Presidente del Brasile, il compagno Lula.
Tra una liberal all'americana quale è Elly Schlein e una nazional popolare alla Meloni, un Sudamericano - nero, rosso o verde - non ha dubbi: sta con la Meloni.