EXCALIBUR 156 - giugno 2023
in questo numero

V volume delle ristampe di Excalibur, convegno a Cagliari

Presso la sala Mem, i protagonisti della rivista ne ripercorrono la lunga storia

di Toto Sirigu
da destra <b>Pier Luigi Farci</b>, Presidente dell'Associazione 'Vico San Lucifero', <b>Angelo Abis</b>, direttore di Excalibur, <b>Toto Sirigu</b>, ex direttore, <b>Efisio Agus</b>, direttore responsabile
<b>Antonello Angioni</b>, scrittore e redattore di Excalibur, con <b>Toto Sirigu</b>
Sopra: da destra Pier Luigi Farci, Presidente dell'Associazione "Vico
San Lucifero", Angelo Abis, direttore di Excalibur, Toto Sirigu, ex
direttore, Efisio Agus, direttore responsabile e Antonello Angioni,
scrittore e redattore di Excalibur, con Toto Sirigu
Sotto: panoramica del pubblico, in primo piano i consiglieri
comunali Stefania Loi e Antonello Angioni e i comunicati
pubblicati dall'agenzia di stampa online "Report Sardegna 24", che
ha pubblicato il filmato del convegno nel proprio canale Youtube, e
da "L'Unione Sarda"
panoramica del pubblico, in primo piano i consiglieri comunali <b>Stefania Loi</b> e <b>Antonello Angioni</b>
i comunicati pubblicati dall'agenzia di stampa online 'Report Sardegna 24', che ha pubblicato il filmato del convegno nel proprio canale Youtube, e da 'L'Unione Sarda'
Inizialmente è intervenuto Pierluigi Farci, presidente dell'Associazione "Vico San Lucifero", che auspica una sempre maggiore apertura e partecipazione: «Dipende molto da quello che ciascuno di noi vorrà dare come contributo di idee, dibattito, cultura. Siamo in un momento cruciale, in realtà abbiamo sempre vissuto momenti cruciali, ci sembra sempre cruciale il momento che viviamo quindi siamo in un momento cruciale.
Dobbiamo dare un contributo se possiamo a livello culturale, di partecipazione e di idee e di politica. La modalità di raccogliere mensilmente gli articoli e vagliarli al fine di evitare di esporre l'associazione a forme di responsabilità legali è da condividere; adesso cerchiamo di aprire di più ad altri collaboratori. L'importante è che sia l'organo dell'associazione ma non solo, che esprima l'opinione della nostra area in senso lato.
Angelo Abis ha coperto con i suoi studi riversati nei suoi articoli e nei suoi libri uno spazio vuoto: dare luce da un'altra angolazione a quello che è avvenuto vuol dire contribuire alla rotondità della storia. Il nostro contributo alla storia per il tramite del lavoro di Angelo Abis è fondamentalissimo per il rispetto che si deve a chi ha vissuto la storia e per il domani. È importante che la nostra comunità umana abbia portato avanti la rivista perché permetterà a chi verrà dopo di noi, se vorrà, di attingere a tutto il materiale. Per la destra politico-culturale di sempre la mitologia è sempre stata fondamentale. Excalibur è una delle nostre radici culturali e punto di riferimento oggi più che mai. Un grande ringraziamento ad Angelo Abis per il suo lavoro
».
Si è resa successivamente attiva la presenza di Efisio Agus, direttore responsabile di Excalibur: «Intanto sono diventato per caso direttore responsabile perché all'epoca, durante la prima edizione di "Gioventù Nazionale" ero presidente della Giovane Italia, quando Abis era presidente del Fuan e anche dirigente nazionale; fu dato a me il compito di raccogliere tutta la documentazione utile per andare in Tribunale per la registrazione. Nacque come notiziario interno, dove si comunicava l'attività dell'associazione; in quei tempi eravamo in contatto con numerosi circoli sia di Giovane Italia che di Fuan a livello nazionale e quindi ci si scambiava notizie oltre che pareri. La caratteristica di questo giornale, oltre che essere un notiziario, è che era composto di articoli non firmati tipo "pensiero unico" (ovviamente come battuta), ben calibrati su una impostazione determinata antecedentemente. Mentre passando all'oggi, in Excalibur ognuno firma il proprio articolo, se ne assume la responsabilità; ogni tanto il direttore editoriale, che in questo momento è Angelo Abis, può fare delle osservazioni sul merito. Devo dire anche che c'è anche qualche riluttanza a scrivere perché poi si teme la sua "controffensiva". In ogni caso è utile che ci siano pareri diversi, tutti gli articoli in genere vengono accettati. Devo confessare però che a me sarebbe piaciuta un'altra versione di Excalibur, non per fare delle critiche, ma visti i tempi mi sarebbe piaciuto che prima di pubblicare qualunque cosa se ne parlasse all'interno dell'associazione e che si sviluppasse un consenso unanime su ciò che intendiamo portare avanti. In realtà però già a suo tempo si è deciso diversamente e cioè di personalizzare i propri interventi firmandoli e va bene così. Da rimarcare che gli articoli risultano essere nel tempo più aperti e interessanti grazie anche al contributo notevole di persone non strettamente legate all'associazione. È bello trovare riscontri di gradimento per la rivista non solo in Sardegna ma in diverse parti d'Italia».
Toto Sirigu: «L'obiettivo che si può raggiungere è avere la rivista che rilancia contenuti e subito si confronta con il pubblico interessato, fissando periodicamente degli incontri dove gli autori degli articoli approfondiscono meglio i concetti espressi negli scritti e stimolano il confronto con i critici degli stessi articoli. Servirebbe a rinforzare delle posizioni anche ideali e culturali, oltre che a favorire la crescita e la soddisfazione personale.
25 anni di Excalibur hanno significato la presenza elaborativa di un gruppo di ex giovani impegnati politicamente dalla parte della non convenienza. Ex ragazzi che nella maggior parte dei casi hanno pagato di persona il loro schierarsi con l'anticonformismo, con le tesi alternative al potere costituito da Dc e Pci. Ex ragazzi che una volta cresciuti hanno assaporato anche attraverso la scrittura dentro Excalibur la possibilità di dire la propria senza l'incubo di persecuzioni o ostracismi vari. L'esistenza di Excalibur rappresenta un approdo e allo stesso tempo una modalità di ripartenza.
Ripartenza verso le tematiche sensibili dell'oggi, affrontandole mantenendo l'attenzione verso i valori ancora presenti nella comunità nazionale. La rivista Excalibur è stata una accompagnatrice dell'Associazione "Vico San Lucifero" e un orgoglio per tutti gli associati. Una fucina di idee, un incontro di persone eterogenee, rappresentanti dei diversi mondi in qualche modo distinti e distanti dal sempre incombente affermarsi del pensiero unico globalista sulle diverse tematiche, persone principalmente libere e con la voglia di manifestare un pensiero critico.
Queste ristampe devono renderci ancora più consapevoli dell'importanza di ciò che abbiamo contribuito a far nascere; consapevoli di aver fatto nascere tanti spunti originali che aspettano solo di essere ripresi e approfonditi. Solo dando uno sguardo ai contenuti del volume V oggi disponibile si spazia incredibilmente dalla politica nazionale alla giustizia; dalla storia dei Sardi alla storia nazionale, dalla politica europea a quella mediorientale, dalla questione della tecnologia in rapporto alla civiltà alla questione immigrazione, dal rapporto tra andamento demografico e futuro alle questioni sulla qualità di vita del lavoratore, dal focus per una politica del mediterraneo all'approfondimento di autori come Céline e tanti altri, dal ruolo dei mass media nell'influenza culturale a tutti gli interessantissimi speciali riguardanti personaggi in particolar modo sardi che si sono distinti nei vari settori.
Uno sguardo al mio approccio spirituale di elaborazione degli scritti. Non coinvolge minimamente il fatto di sentirsi obbligati a scrivere per riempire una pagina della rivista. Non coinvolge minimamente il fatto di seguire l'onda del momento e rispolverare luoghi comuni che ne rendano accattivanti i contenuti ai più. Coinvolge viceversa una esigenza spirituale di inquadrare avvenimenti attuali o storici per dare delle chiavi di lettura aperte di indirizzo e per provare a delineare comportamenti futuri delle singole persone e della comunità nazionale, valorizzando armonicamente le differenze naturali e le differenze dottrinarie o perfino ideologiche esistenti in un dato momento. Insomma tale impostazione, se coltivata in modo più generalizzato, potrebbe favorire la costruzione di uno scheletro culturale-identitario-prepolitico che funga da proiettore costante e permanente di idee a vantaggio di quella politica anche attuale che abbia la voglia e il coraggio di tradurre nella realtà concreta per volare alto
».
È intervenuto poi l'amico scrittore Antonello Angioni, che ha messo in evidenza il ruolo positivo di Excalibur come luogo di confronto di idee, possibile grazie alla libertà di elaborazione consentita. Una elaborazione che caratterizza anche i suoi interventi, che non trattano contenuti prettamente politici ma più di carattere culturale, storico e giuridico.
Ha messo in rilievo il contributo prezioso di Angelo Abis, che è andato a coprire uno spazio di ricostruzione storica altrimenti destinato a rimanere vuoto. Ha rimarcato la vitalità anche in prospettiva futura della rivista, poiché risulta animata da un lavoro volontaristico privo di tornaconto personale tutto teso a favorire un confronto di idee, giuste o sbagliate che siano.
Infine Angelo Abis, il direttore protagonista di Excalibur, ha illustrato per almeno quaranta minuti, anche con curiosi aneddoti, il percorso storico, a partire dalla nascita del giornale, dando conto della modalità di costruzione e messa a terra degli articoli proposti alla sua attenzione e a quella della redazione. Ha detto chiaramente che stiamo ristampando dal numero 1 al numero 154 per lasciare una traccia alle future generazioni, anche grazie alla consegna delle ristampe a tutte le biblioteche e istituzioni culturali.
«Il nome della rivista nasce in un cinema, dove Roberto Aledda, primo direttore di Excalibur, con la moglie Isabella Luconi, instancabile articolista venuta a mancare troppo presto, guardavano un film attinente proprio a Excalibur, la mitologica spada nella roccia. Da quel giorno, intorno al nome, nasce l'esperienza di Excalibur come notiziario interno, con tanti che hanno dato il loro contributo di scrittura prima di lasciarci.
Dall'appassionato Paolo Cossu a Emilio Belli, cervello culturale di Excalibur, a Gianfranco Anedda, a Paolo Camedda già Presidente dell'Associazione e anima dell'intero gruppo: per quest'ultimo era prioritario, nell'ambito dell'attività sociale, stampare sempre la rivista cartacea
».
Poi Angelo Abis ha ricordato Giuseppe Articolo, anche lui venuto a mancare di recente, persona con cui ha attraversato un periodo storico lunghissimo di condivisione a partire dal 1965; Giuseppe Articolo non scriveva articoli su Excalibur, ma, con le sue infinite sollecitazioni politico-culturali, influenzava in modo determinante il pensiero di molti dei suoi interlocutori.
Non solo verso l'interno come notiziario, ma anche strumento per portare all'esterno il patrimonio di idee e progetti, diventa nel tempo rivista culturale che vuole influenzare attraverso la valorizzazione del confronto culturale, uscendo dalla logica meramente politica dello scontro a fini elettorali.
25 anni, un primato temporale difficile da eguagliare per molte pubblicazioni, soprattutto in Sardegna.
Gianfranco Murtas, storico di area laico-repubblicana, ferocemente nemico della destra, dice di Excalibur: «Excalibur è una rivista che a fatica si è volontariamente caricata sulle spalle il tentativo di coprire un vuoto nella ricostruzione documentale e testimoniale delle esperienze strutturali e politiche della destra sarda».
Insomma, tracciare idee nuove, nuovi percorsi, nuovi orizzonti dialogando con tutti, difendendo e valorizzando la nostra identità nazionale attraverso la valorizzazione della identità sarda, essendo Sardi d'Italia e non Italiani di Sardegna.
Abis ha anche sottolineato che viene spedito a 2.500 persone e molte ci leggono dal "continente". Ormai Excalibur si trova in diverse bibliografie di libri pubblicati in questi anni.
«Con Excalibur abbiamo tolto il monopolio culturale che altri avevano in precedenza su molti personaggi di spicco sardi. Uno di questi è Antonio Gramsci, su cui ci siamo concentrati molto, modificando quello che era il luogo comune semplicistico del Gramsci intellettuale comunista, morto in carcere a causa della persecuzione fascista, aspetti contraddetti da una seria ricostruzione storica».
Un ringraziamento indispensabile a Fausto Caboni, che aggiorna in tempo reale sul sito internet le pubblicazioni di Excalibur, e ad Angelo Marongiu, che cura ottimamente la veste grafica della rivista.
A conclusione di questo convegno a molti sicuramente è venuto il desiderio di scrivere nero su bianco "Viva Excalibur, lunga vita a Excalibur!".
tutti i numeri di EXCALIBUR
VICO SAN LUCIFERO