EXCALIBUR 14 - novembre 1999
in questo numero

SuperNiki il nauseabondo

Analisi dell'attuale vergognosa situazione sarda con "frecciatine" (neanche tanto velate) sul dubbio operato dell'"amico Niki"

di Giorgio Usai
Sono profondamente convinto che anche l'osservatore più freddo della politica regionale sarda abbia avuto un senso di nausea assistendo alle vicende del dopo elezioni di giugno.
Riassumiamo: i cittadini sardi si recano alle urne e con ben 150 mila voti indicano Mauro Pili come presidente della giunta. Ma una formula elettorale incredibilmente contorta non consente di affidare il potere a quest'uomo scelto direttamente dall'elettorato e rimanda la formazione dell'esecutivo ai soliti giochi del consiglio, con tanto di parcellizzazione degli incarichi, eccetera eccetera.
Pili non può contare su una maggioranza ben netta: infatti, oltre ai due schieramenti "polo" e centrosinistra, persistono nel consiglio una moltitudine di sigle e siglette, dai sardisti ai cialtroni di Cossiga, che precludono ogni possibilità di chiarezza e correttezza.
Oltre a questi partitini del nulla, esiste una nuova formazione: è il cosiddetto "Nuovo Movimento" fondato da un affarista tipo Berlusconi, con la differenza che, mentre il Cavaliere proviene dalla "diccì", questo affarista sardo (è in affari anche col Berlusca) proviene dalla militanza ideologica dell'ultrasinistra. Il Grauso - è questo il nome dell'affarista - è intervenuto in politica deluso dalla inazione e dalla inconsistenza dell'esperienza Palomba; ha condotto, attraverso il suo giornale "L'Unione Sarda", una devastante campagna di opposizione contro Palomba e il P.d.S., contribuendo non poco alla schiacciante vittoria di Pili e del polo, di riflesso. Era quindi logico attendersi l'appoggio di Grauso a Pili: invece questo affarista e salvatore di "belle sequestrate" ha inspiegabilmente negato il suo voto al povero ex Sindaco di Iglesias, vanificando tutte le speranze di novità che, bene o male, i Sardi si attendevano dal giovane Pili.
Non sappiamo come finirà la vicenda della Giunta della Regione Sarda; vogliamo invece spendere due parole per spiegare come va inquadrato il nauseabondo operato di Grauso.
Il Grauso proviene da una famiglia di imprenditori e ha avuto a sua disposizione un capitale accumulato con pazienza in molti anni dal capofamiglia. Ha avuto buon fiuto nell'intrapresa delle tv e radio libere, lucrando abilmente pubblicità e contributi vari, poi si è gettato nell'editoria (proprio come il Berlusca) salvando quotidiani dell'ultrasinistra e persino "L'Unità" (!!!), quindi compra "L'Unione" e lancia l'amico Liori; sono gli anni di ascesa de "L'Unione" e dell'opposizione a Palomba.
Probabilmente l'entourage di Grauso gli fa credere che un genio dell'intrapresa come lui può "salvare" la Sardegna e farla entrare in Europa (magari attraverso internet, hai visto mai?!): ecco l'ingresso di Grauso in politica.
Ma il P.d.S. (oggi D.S.) non sta certo a guardare; la perdita, per la sinistra, di un affarista come Grauso (che da buon capitalista fa anche il suo interesse oltre che l'"utile idiota") è terribile e le conseguenze si sentono alle comunali di Cagliari, quando il Nuovo Movimento spezza le gambe al centrosinistra.
A questo punto è possibile una ipotesi: il Grauso, in cambio della "comprensione" dei giudici d'appello (ha tanta "carne al fuoco") affosserà Pili, consentendo al centrosinistra di tornare al potere, con tanti saluti e sberleffi alla volontà degli elettori sardi.
Cari amici: queste sono le mie vedute sulla crisi sarda, alla quale non vedo altro sbocco se non un "sì" massiccio ai referendum del 21 novembre.
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