Avviso ai lettori.
Questo numero è stato chiuso qualche giorno prima del tonfo di Selis e del centrosinistra al Consiglio regionale sardo, quindi prima del colpo di scena che ha visto l'On. Niki Grauso e il Presidente del Consiglio Serrenti affossare il quarto tentativo, a cinque mesi dalle elezioni, di fare una Giunta per governare la Sardegna.
Confermiamo tutti i giudizi espressi all'interno del notiziario sul quadro politico sardo poiché, se cambiano continuamente gli scenari e le alleanze, l'unica certezza è che siamo in balia dei ricatti di una ristretta minoranza di consiglieri, con in testa Amadu e Grauso.
Abbiamo l'impressione che Massimo Fantola sia stato abbandonato a sé stesso nella campagna per il referendum (basta guardare i tabelloni elettorali semivuoti in tutta l'isola per rendersene conto) dai partiti che dicono di appoggiarlo; partiti - Forza Italia, D.S. e la stessa A.N. - che con la loro presenza capillare in tutta la Regione, se mobilitati, non dovrebbero avere alcun problema a far vincere il "sì" ai referendum.
Pensiero stupendo
Un "sì" convinto al referendum!
di Isabella Luconi
Era una vecchia canzone di Patty Pravo, «pensiero stupendo, nasce un poco strisciando...», e forse non siamo particolarmente maliziosi se diciamo che il "pensiero stupendo" di molti dei consiglieri regionali, anche aderenti e sostenitori del referendum promosso dall'On. Fantola, sia "speriamo che non ce la faccia!".
Un rapido calcolo nelle proprie tasche e il pensiero stupendo diventa quello di continuare a garantirsi il miliardo circa tra stipendi e indennità varie (con congrua "buonuscita") da intascare nei cinque anni di legislatura.
Via, siamo seri, in un paese che affida le proprie speranze e fortune al "gratta e vinci", chi ragionevolmente butterebbe via una fortuna per un Principio?
Tutti molto bravi, da sinistra a destra, a elencare i mali della Sardegna, a disquisire sulla necessità di un buon governo, ma nessuno (salvo qualche eccezione) che abbia detto, di fronte a una legge truffa, che sarebbe moralmente doveroso sciogliere il Consiglio Regionale e tornarsene a casa, senza ovviamente il miliardo in tasca.
Sull'On. Selis & C. potremmo scrivere volumi, è la stessa combriccola che stava con Palomba, quella che ha portato la Regione Sardegna a essere un ricettacolo di germi patogeni che la stanno divorando in un processo quasi irreversibile e per la sanatoria del quale forse non sarebbero bastati i cinque anni di legislatura del Polo delle Libertà.
Concediamo al Polo il beneficio del dubbio sulle sue possibilità e capacità di un buon governo (anche se già le nomine degli assessori non ci sono sembrate scelte di qualità ma di compromesso). Auguriamoci una opposizione seria, puntuale, vigorosa per almeno arginare i danni che continuerà a fare il centrosinistra.
Nel frattempo appoggiamo l'iniziativa referendaria e invitiamo tutti i nostri lettori, il 21 novembre, ad andare a votare "sì" al referendum che consentirà ai cittadini di riappropriarsi del diritto di scegliere con il proprio voto il Presidente della Sardegna e la sua maggioranza... senza compromessi e ribaltoni.