EXCALIBUR 156 - giugno 2023
nello Speciale...

Da "La mia avventura ad Ivrea" di Mario Giglio

copertina del libro di memorie di<br>Mario Giglio
Copertina del libro di memorie di
Mario Giglio
«Ricordi, Comandante, l'ultimo giorno di aprile? Imponemmo il saluto romano e il silenzioso rispetto a chi aveva vinto: col nostro canto deciso, col nostro gagliardetto bagnato di morte e di gloria che precedeva la lenta colonna. Le piume dei nostri elmetti frullavano al vento, i visi abbronzati ne ricevevano carezze e brividi di esaltazione. Le mie mani, Comandante, sanno ancora l'ultimo contatto con l'arma fedele e tremenda, col legno del mitra umido di pioggia. Tutto intorno crollava, Comandante, il mondo sembrava ruotare ubriaco intorno alla nostra volontà disperata, ma tu non credesti, noi non credemmo che quella fosse la fine, i nostri erano morti e loro erano forti, più forti di noi e ci avrebbero dato la forza per l'ultima nostra difesa nell'ultimo lembo della Patria.
In chi aveva vinto, l'insulto si spense in un groppo di pianto, il pugno si aperse in italico romano saluto, mentre la rossa bestiale coccarda e il flaccido stemma ancora una volta venivano levati dal bianco del bel tricolore in omaggio all'ultimo segno littorio adugnato dall'aquila repubblicana. Volevano gettare fango sull'ultimo drappo sacro alla Patria...
Non più centottanta ma cento e anche meno, quaranta uomini valorosi difesero nell'ultima notte, tra fiamme, cenere e neve, la casa e la chiesa; nell'infermeria devastata i nostri feriti ebbero il colpo di grazia. Tarnova tu parli per noi, racconti l'estrema difesa intorno alla santa bandiera issata sull'ultimo tetto. E sai gli ultimi colpi di quei pochi che cantano e muoiono...
».
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