EXCALIBUR 156 - giugno 2023
nello Speciale...

L'operazione di Valle Orco in Piemonte: disobbedire si può

Impossibile richiamare quanto di "militare sul campo" dettaglia Giglio per condividerne, ancora sessant'anni dopo, l'emozione in rimbalzo...
Estrapolo dal mucchio un solo episodio: «effettuata una curva, andammo a sbattere contro sette partigiani che parlottavano in mezzo alla strada in attesa del camion appena partito da Locana e che si preparavano ad attaccare. Il nostro arrivo fu tanto improvviso che non pensarono neppure a difendersi, anche perché si trovarono tutti improvvisamente con un mitra puntato in faccia. Cosa fare? se si fossero difesi avremmo sparato anche noi e in questo caso avrebbero avuto poche speranze di sopravvivenza. Ma sette salami terrorizzati, come si fa a fucilarli? Tenemmo una specie di consiglio di guerra ed escludemmo la soluzione finale che ci era imposta dagli ordini ricevuti per iscritto. Si trattava di disobbedire e disobbedimmo: i partigiani erano super armati e avevano come segno distintivo delle cordicelle multicolori alla spalla... Gli strappammo le cordicelle e le usammo per legar loro le mani. Poi gli togliemmo la cintura dei pantaloni e gli legammo i piedi, buttando nel fiume quasi tutte le loro armi e trattenendo quelle più leggere. Poi li caricammo come salami, quali si erano dimostrati, sul telaio della bicicletta e alternandoci uno con un salame e uno con le armi riprendemmo la discesa e giungemmo a Locana, per riprendere la marcia fino a Ceresole Reale. Quella notte i camerati di Ceresole fecero a meno dei rifornimenti, perché caricammo i partigiani così legati nel cassone e facemmo invertire la marcia al mezzo che arrivò a Cuorgné scortato da 15 ciclisti. Al mattino mi eclissai e feci il rapporto dell'accaduto all'ufficiale di picchetto senza dare troppe spiegazioni. Poi ce ne andammo ognuno a riposare, mentre al Comando di Divisione i burocrati urlavano che dovevo essere fucilato per avere trasgredito agli ordini. E comunque dovevo essere subito arrestato per essere sottoposto alla corte marziale... Non si trovò chi doveva arrestarmi e quando rientrò il comandante Carallo mi presentai da lui e gli descrissi gli avvenimenti, facendo presente che avrei dovuto sparare ai miei uomini per indurli a partecipare a un plotone di esecuzione. Mi disse che mi ero giocato la promozione a ufficiale per merito di guerra e poi mi invitò a pranzo».
Pericolo costante, certamente; e certamente spirito aggressivo e nemico, da una parte e dall'altra; e dentro questa cornice gli innumerevoli scontri e quanto fuoco, fuoco... Quanto terrore, terrore... Quante vittime, vittime... Ma anche, in quel mezzo e neppure rari, ecco gli episodi di umanità e certamente ce ne saranno stati e da una parte (quella che pur soffriva nel quotidiano per un ideale marcio) e dall'altra (quella che combatteva per un sogno che riuniva immagini e nomi universali, Garibaldi e Mazzini, Matteotti e Giustizia e Libertà).
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VICO SAN LUCIFERO