EXCALIBUR 152 - aprile 2023
in questo numero

La base navale di Cagliari nella II guerra mondiale

Il capoluogo isolano fu una delle principali basi nazionali della Regia Marina

di Ernesto Curreli
il grande bunker in Viale Diaz - Montemixi
Il grande bunker in Viale Diaz - Montemixi
Alla fine degli Anni Venti a Cagliari erano stati completati i lavori portuali per l'ammodernamento della base navale e realizzati grandi opere pubbliche e lavori civili che resero più moderna la città: Via Sonnino, Via Pasquale Paoli, Via Dante, Piazza San Benedetto. Il porto era stato ampliato con il finanziamento della famosa "Legge del Miliardo" varata dal governo nel 1924 (R.D. 2 dicembre 1924 n. 1931). Fu prosciugata e risanata la palude malarica che dal mare giungeva fino ai piedi del Colle di Bonaria ed erano stati costruiti gli edifici del Comando Marina nel Viale Colombo con casermette e magazzini per il personale della Regia Marina. Nella zona tra Viale Colombo e Viale Diaz, nelle prime fasi della guerra, furono inoltre costruiti diversi rifugi antiaerei di cui tuttora si vedono le cupole scorrendo i due viali.
All'entrata in guerra nel 1940, con i centoquindici sommergibili disponibili erano già operativi dieci Gruppi Sommergibili. Nella base di Cagliari operava il VII Grupsom su due squadriglie, la 71ª con i sommergibili "Alagi", "Axum", "Adua" e "Aradam" e la 72ª con "Diaspro", "Corallo", "Turchese" e "Medusa", battelli di pronto intervento costruiti tra il 1936 e il 1937 che possedevano le migliori caratteristiche nautiche, dovendo operare in un largo tratto di mare per contrastare il traffico navale britannico che da Gibilterra si spingeva fino a Malta. Il porto militare durante la guerra di Spagna aveva ospitato diversi battelli che insidiavano il traffico che dalla Russia sovietica si dirigeva in soccorso dei "rossi" repubblicani. Le cronache dei quotidiani locali ne avevano dato ampio risalto, riportando anche l'impresa di Giulio Fenu, del Genio Navale, che salvò il sommergibile sul quale era imbarcato, colpito da bombe di profondità. Fenu, ben prima dei Tedeschi, aveva trovato il modo di arieggiare il battello riuscendo a riportarlo a Cagliari. Del Maggiore Fenu, che nel 1943 aveva aderito alla Rsi insieme alla gran parte degli equipaggi marittimi di Bordeaux, si conosce ormai la vicenda della distruzione delle chiuse del porto francese all'approssimarsi delle truppe alleate. L'aeroporto di Elmas forniva inoltre una buona copertura aerea con squadriglie di caccia, idrovolanti e bombardieri.
La base di Cagliari era considerata la più importante base operativa insieme al X Grupsom di Augusta, che accoglieva dieci battelli di nuova costruzione della classe "600" (serie Acciaio), sia per le posizioni strategiche delle due basi sia per le dotazioni portuali. L'VIII Grupsom di Trapani era invece considerato un gruppo integrativo di quello di Cagliari, con sommergibili destinati soprattutto a operare lungo le coste della Tunisia e dell'Algeria e per rinforzare gli sbarramenti di battelli nel Canale di Sicilia. La base di Cagliari forniva inoltre assistenza ai sommergibili oceanici che transitavano nel Basso Tirreno da e verso la base sommergibili italiana di Bordeaux La Pallice. Nel 1941 accolse il "Velella", il "Perla" e l'"Argo" richiamati dalla base atlantica per le aumentate esigenze della guerra nel Mediterraneo. A partire dal marzo 1943, a causa dei pesanti bombardamenti sul porto e sulla città di Cagliari, il VII Grupsom fu costretto a trasferire le sue unità a La Maddalena e ad Ajaccio in Corsica, ricevendo una ulteriore dotazione di sommergibili di preda bellica che andarono a formare la 70ª Sezione con base a Bonifacio.
A Cagliari era di stanza anche la 5ª Flottiglia Mas, con unità decentrate in diversi ancoraggi isolani, mentre periodicamente vi facevano scalo nuclei di cacciatorpediniere operativi nel Mediterraneo. Durante i massicci bombardamenti alleati della primavera del 1943 andò distrutto circa il 70% degli immobili civili di Cagliari, comprese le casermette dei sommergibilisti. Il Capitano di Porto si adoperò immediatamente per trovare loro nuovi alloggi e assistenza. Ma da quel momento tutto il naviglio italiano fu spostato a La Maddalena e in Corsica.
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