L'ombra della guerra in Europa?
Prendendo in prestito un vecchio adagio, "mamma li Turchi", riferito ai terribili pirati barbareschi che infestavano il Mediterraneo secoli fa, parto dalla premessa che in questo articolo non tratterò direttamente la questione della guerra in Ucraina, bensì dell'effetto che essa sta avendo sull'opinione pubblica e sulla società attuale, e di come questa ennesima psicosi di massa venga sfruttata per fini tutt'altro che positivi.
Ormai il presidente russo Vladimir Putin e quello ucraino Volodymyr Zelensky sono sulla bocca di tutti: dal giornalista al politico, fino ad arrivare al cittadino medio che parlava solo e unicamente di Covid-19 fino a 24 ore prima.
In questi giorni stiamo assistendo a una campagna mediatica impressionante di demonizzazione della Russia e di Putin e una di santificazione ed esaltazione dell'eroismo dell'Ucraina e di Zelensky, qualcosa che mai si era visto nella storia recente.
Una campagna mediatica basata sullo stupore per la guerra, una cosa mai vista prima negli ultimi 70 anni... Certo, a patto di avere le fette di salame sugli occhi e dimenticarsi delle tonnellate di bombe "democratiche" sganciate in Somalia, Serbia, Afghanistan, Iraq, Libia, Siria, i massacri dei civili della provincia separatista del Donbass negli ultimi otto anni (l'elenco prosegue ed è bello lungo!).
Parliamo di uno stupore per la guerra genuino quanto quello di un attore di film a luci rosse che si scandalizza davanti a un corpo nudo.
Certo, la guerra è sinonimo di fallimento della pace e della diplomazia, ma ridurla a un becero quanto ingenuo "buoni contro cattivi" è veramente degradante per l'intelletto di un essere senziente.
Ma non siamo più nel 2019, bensì nel 2022, quindi se stampa e politica dicono in coro: «
Russia e Putin brutti, Ucraina e Zelensky belli» ed esaltano la santità democratica dell'occidente e della Nato, l'apparato mediatico pretende che si ripeta come pappagallini ammaestrati la litania ripetuta a reti unificate, altrimenti si entra nel campo dell'eresia e si finisce alla gogna pubblica.
Ciò ha generato l'ennesima psicosi in cittadini già provati da 24 mesi di puro terrorismo sul Covid, portati ad accettare passivamente la distruzione del tessuto economico e sociale e l'abolizione delle libertà con strumenti ricattatori e disgustosi come il green pass, portandoli a odiare il nemico di turno: ieri il "pericolosissimo no-vax", oggi il "perfido russo". A livello mediatico stiamo assistendo al tramonto dell'intelligenza del genere umano: dall'esclusione di gatti russi dalle competizioni, le multinazionali che fanno a gara a chi ritira per prima il proprio prodotto dalla Russia, contestare un corso universitario su Dostoevskij (morto nel 1881) in quanto russo, fino alla vergognosa decisione di squalificare gli atleti paraolimpici russi dalle competizioni atletiche.
La psicosi è tale che l'Italia, sempre in prima linea quando c'è da auto-sabotarsi, ha iniziato una serie di sanzioni e ha assunto atteggiamenti apertamente ostili: dal Ministro degli esteri che definisce Putin una "bestia" (alla faccia della diplomazia!), al parlamento che vota compatto, opposizione inclusa, per l'invio di armi ai civili Ucraini «
per arrivare prima alla pace» (sì, quella eterna per i poveri sventurati che le impugneranno senza un minimo di addestramento militare contro gli esperti soldati russi); politici che il giorno prima esaltavano la figura di Putin, con tanto di magliettina, per poi definirlo un pazzo il giorno successivo, fino ad arrivare alla persecuzione di cittadini russi in Italia a cui hanno congelato i conti in banca, sequestrato ville e imbarcazioni (la cui manutenzione sarà comunque pagata dallo stato) solo perché Russi (ma la costituzione dice di non discriminare... ah già, la costituzione è carta straccia da due anni!), senza dimenticare un grottesco parlamento che si spella le mani applaudendo al comizio di Zelensky alla camera e altri comportamenti decisamente avventati pur di compiacere gli Usa (che come al solito si erano mossi in anticipo per non subire gravi problemi a livello economico).
Peccato che l'Italia dipenda dalla Russia per quanto riguarda la fornitura di fertilizzanti, gas e materie prime, rischiando di portare il paese a una crisi da far impallidire quella della seconda guerra mondiale.
E cosa ha ottenuto da questi comportamenti sconsiderati? Ovviamente l'inserimento nell'elenco degli stati considerati ostili dalla Russia, con tutto quello che comporterà a livello economico.
Un vero affare!
E siccome al ridicolo non c'è mai fine, il governo italiano, sì, proprio quello che fa manganellare i cittadini pacifici quando manifestano contro il green pass, ha pensato bene di stracciarsi le vesti contro la repressione di alcune manifestazioni in Russia contro la guerra (da che pulpito!).
Ma siccome sembra che in Italia il fondo non lo si raggiunga mai, ecco la nuova propaganda demenziale sul ridurre il riscaldamento e l'utilizzo della corrente per "fare un danno alla Russia", quando gli unici a pagarne le conseguenze saranno (come da italica tradizione) i cittadini comuni già provati dalla crisi che sembra peggiorare di giorno in giorno, con aumenti vertiginosi del prezzo della corrente, del carburante e di tutto il resto.
Ovviamente a uscirne con le ossa rotte, fino ad ora, sono state l'Italia e un po' tutto quell'inutile carrozzone chiamato Unione Europea, che si dimostra, ancora una volta, inadatto a gestire dei popoli tanto vicini quanto diversi tra loro, una gestione basata su minacce ad alcuni stati membri e concessioni ingiuste ad altri stati "più forti". La tanto decantata "pace europea" si è sciolta come neve al sole, con l'invio di armi in Ucraina.
Infine, un ultimo appunto sulla questione economica su cui invito a riflettere attentamente: i politici hanno ricominciato a parlare di "lotta al contante" e "identità digitali" a cui associare i conti bancari per uscire dalla crisi.
Se a tutto questo aggiungiamo l'aver bloccato i conti a persone russe in Italia solo per una questione di nazionalità e quanto accaduto in Canada (un paese considerato democratico, non una dittatura del Sud America) con il congelamento dei conti bancari di chi ha manifestato pacificamente contro le restrizioni del governo canadese, viene facile notare i segnali di una società distopica che mira al controllo del cittadino depensante che deve soltanto obbedire, altrimenti si potrebbe trovare con il conto bloccato da un momento all'altro per un'opinione diversa dal dettato ufficiale.
Come frenare tutto ciò? Difficile a dirsi, ma un ruolo fondamentale lo possono avere due tra le cose più odiate da coloro a capo dei governi attuali: la cultura e il pensiero critico.