Sopra: il desolante aspetto di Piazza Jenne dopo i bombardamenti del 1943 (da "La portaerei del Mediterraneo")
Sotto: la palazzina del Comando Marina di Cagliari, oggi sede di MariSardegna: ripetutamente colpita dai bombardamenti del 1943 venne fedelmente ricostruita nel dopoguerra
In merito all'esito dell'incursione di maggio si è scritto parecchio e in maniera più approfondita negli ultimi anni, ma un quadro ben definito sulle condizioni di Cagliari, del porto e della Base Navale lo fornisce il rapporto riservato che il Capitano di Fregata Francesco Murzi, comandante del 7º Grupsom, inoltrò al Comando
in Capo della Squadra Sommergili.
Il documento, reperito nel corso di una ricerca sulle missioni dei sommergibili di stanza a Cagliari, reca la data del 16 maggio 1943 e trattandosi di una testimonianza di prima mano se ne riportano integralmente i brani più significativi.
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Condizioni della città - La città è quasi completamente distrutta. Sono rimaste in piedi poche case alla periferia, sia dalla parte della strada proveniente da Sassari, sia da Bonaria verso il Poetto. La città ha assunto un aspetto desolante di una città terremotata e quindi abbandonata. Qualsiasi servizio di interesse pubblico è interrotto. L'energia elettrica potrà essere distribuita tra quindici giorni, ma solo a determinate zone di interesse militare. Il problema dell'acqua è gravissimo in quanto, pur non essendo ancora definita esattamente la situazione, le condutture principali sono state distrutte anche nell'unico ramo che si era riusciti a ricollegare dopo il bombardamento del 31 marzo. Si sopperisce alle necessità militari con le uniche due autobotti della Marina che peraltro non sono sufficienti a soddisfare tutte le necessità. Ciò, in concomitanza con la prossima stagione estiva, con la poca sollecitudine nel rimuovere le carogne di quadrupedi, di cui ancora una ne ho vista questa mattina, con l'abitudine dei cittadini non abbienti di vivere stabilmente nei rifugi riducendoli a nidi e vivai di insetti e parassiti di ogni specie, provocherà fatalmente il dilagare di malattie epidemiche. La città è pressoché deserta. Poca verdura e frutta si vende in periferia, non vi sono più negozi aperti, e anche le poche farmacie in funzione aprono per poche ore la mattina e sono pressoché sfornite di tutto. I telefoni non funzionano ma si lavora alacremente per rimetterli in funzione. Comunque, occorrerà che sia nuovamente ripristinata la corrente elettrica. Così pure dicasi per il pane che non viene confezionato per mancanza di acqua e di corrente elettrica».
Quanto al porto, erano inagibili la banchina della Capitaneria, a causa del relitto del smg. Mocenico, e il Molo Sabaudo per la presenza di diverse navi affondate. Si poteva invece utilizzare il Molo della Sanità per eventuali riparazioni a qualche sommergibile, data la vicinanza di un rifugio in cemento armato, ma si sconsigliava questa soluzione, trattandosi di una zona molto battuta dai bombardamenti. Più sicuri erano i posti di ormeggio del Molo di Levante, seppure raggiungibile con difficoltà a causa dell'interruzione alla base dovuta a una bomba, e di quello di Ponente, che però era esposto ad attacchi di sorpresa.
L'intensa attività che aveva caratterizzato la Base Navale nei primi mesi del 1943 si era molto ridotta dopo l'incursione del 31 marzo che aveva indotto Marisardegna a trasferire a La Maddalena il Comando del 7º Grupsom e a dislocare la gran parte dei battelli negli ancoraggi dell'Arcipelago e della Corsica meridionale. Nel contempo, per dare assistenza ai sommergibili che operavano da Cagliari, i macchinari dell'Officina Siluri erano stati collocati in una sede protetta allestita sul Capo Sant'Elia, la cui utilizzazione era però impedita dalla mancanza di energia elettrica. Più problematica era la situazione della Centrale di carica e dei compressori, ritenuti in buone condizioni, ma sistemati in locali gravemente danneggiati.
Decisamente precario risultava lo stato degli edifici principali esistenti nella Base Navale, di cui il rapporto offre una dettagliata analisi.
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Magazzini sommergibili - Lo scoppio di una bomba ha fatto crollare una parete senza peraltro danneggiare il materiale. Ho disposto un servizio di sentinella affinché detto materiale non continuasse a venite asportato [...]. Ho inoltre disposto, e sono già stati ottenuti i mezzi necessari per farlo, perché il materiale venga accantonato in un magazzino unico decentrato dalla città, facendone l'inventario, e perché il materiale superfluo venga retrocesso.
Caserma sommergibili - Nessuna bomba ha colpito direttamente i fabbricati (cosa che invece è accaduta per due volte al fabbricato, già evacuato, del Comando Marina), ma molte bombe sono cadute nella zona, tra cui una proprio all'ingresso della caserma, mettendo a dura prova la robustezza dei rifugi che si sono rivelati provvidenziali. La Palazzina Ufficiali è inabitabile per la metà settentrionale. Quindici camere in totale potranno tuttavia essere utilizzate; così pure la sala da pranzo e la cucina. La bomba caduta tra i due fabbricati ha ridotto completamente inabitabili la Palazzina Sottufficiali e Equipaggio, salvo la cucina, la sala da pranzo e quella di soggiorno, e una camera. Il camerone del locale Deposito Olio dove già dormiva la Gente e il locale del refettorio (ex Officina Siluri) non hanno subito alcun danno. Grave problema, per l'abitabilità di quanto rimasto in piedi, è quello dell'acqua. La zona è così sconvolta che è molto difficile poter ripristinare anche tra molto tempo la normale conduttura di acqua [...] e perciò sin d'ora si pensa a mezzi di ripiego che non è certo se potranno realizzarsi. La caserma è stata comunque sgombrata e il personale di Maristasom e di Mariseziosom è stato subito avviato alle palazzine requisite in località Bonaria, mentre il personale delle Unità è stato inviato a bordo. È in corso lo sgombero dei mobili e delle suppellettili. Dopo un sopraluogo ho disposto che, utilizzando i locali rimasti vi sia preparato alloggio per due sommergibili, sistemando di massima gli ufficiali al primo piano e i sottufficiali al secondo piano della palazzina unica utilizzabile. I mobili superflui saranno, appena possibile, inviati ad Arbatax e qui di seguito a La Maddalena. Le cucine equipaggio e sottufficiali saranno riutilizzate in località Bonaria, mentre la cucina ufficiali rimarrà come unica cucina per i sommergibili. Per i sottocapi e comuni di Maristasom è già in corso il riattamento di un capannone in località Bonaria e sono in progetto di pronta realizzazione anche lavori per impiantare servizi igienici. Detto capannone è prossimo a un rifugio in grotta.
Conclusioni - Il bombardamento non ha infirmato gravemente la possibilità dello stazionamento di tre sommergibili a Cagliari. Queste possibilità sono però rese inefficienti del tutto nel momento attuale per la mancanza di molti servizi importanti della città, per la scarsa disponibilità di mezzi di cui possediamo e per la necessità di avere un periodo, sia pur breve, di riattamento e di organizzazione [...]. Date le attuali condizioni strategiche ritengo che sia da evitare il pericolo della immobilizzazione di una unità per gravi avarie prodotte da un bombardamento. Inoltre l'attuale aspetto della città e la vita disagiata che vi dovrebbero fare gli equipaggi dei sommergibili [...] non concorrerebbe a tenere su il morale degli equipaggi, morale che è più facile curare fra le roccie granitiche dei sorgitori di decentramento di La Maddalena. Pertanto ritengo che, nell'attuale situazione, convenga considerare Cagliari come porto occasionale di sosta di unità e di tenervi pertanto alcuni limitati servizi di rifornimento e di raddobbo, mentre credo che convenga orientarsi sul maggiore potenziamento di La Maddalena».
Ogni commento è superfluo, ma non si può non rilevare l'elevato senso di responsabilità che animava questo ufficiale, il rispetto per i beni che gli erano stati affidati e per tutta la Gente posta ai suoi ordini.