EXCALIBUR 74 - luglio 2013
in questo numero

I problemi irrisolvibili di Letta e coalizione

Indicatori economici disastrosi: un'agonia senza fine

di Giorgio Tocco
Quando finirà questa crisi dal sapore infinito?
Il premier Enrico Letta con la sua coalizione si trova a scegliere fra due sole opzioni "reali" per uscire dalla crisi che sta devastando l'Italia: abbattere pesantemente il debito pubblico o uscire dall'euro rinegoziando le regole per la permanenza italiana nell'Ue. Le misure adottate dalla coalizione sono nient'altro che palliativi ridicoli. Il Pdl e il Pd sembrano inconsapevoli del rischio-Paese, ma la sofferenza sociale e la rabbia della gente sono al limite.
La disoccupazione ha raggiunto nel giugno 2013 la cifra del 12,2% ed è destinata ad aumentare ogni giorno che passa. È un livello che si era visto solo nel lontano 1977 e in queste cifre la disoccupazione giovanile ha superato il 38%, mentre i consumi calano continuamente, il Pil segna un altro -0,3% e la produzione industriale segna un nuovo -5,3%. Cosa sia saltato in testa a Letta per dichiarare che, grazie alle misure ridicole del decreto "pro imprese", queste non avrebbero avuto più scuse per non assumere, è davvero un mistero. Un decreto che promette sgravi contributivi per assumere giovani disoccupati è privo di efficacia quando le aziende chiudono. Come possano Berlusconi e il Pdl pensare che l'unica strategia politica sia quella del sostegno a questo governo è un altro mistero.
Non ci sono mezze misure che possano ribaltare la gravità della situazione. L'appena ottenuta attenuazione dei vincoli del Patto di stabilità per realizzare qualche infrastruttura sembra un ripiego. Posto che non si possono reintrodurre barriere doganali per frenare la concorrenza dei prodotti provenienti dai Paesi "emergenti", né che si possa impedire alle aziende di delocalizzarsi in Paesi meno aggressivi dal punto di vista fiscale e contributivo, c'è poco altro da fare.
Bisognerebbe tagliare drasticamente la spesa pubblica parassitaria, ma è difficile immaginare che il Pd e il Pdl trovino il coraggio di agire sui gangli misteriosi della spesa, perché fondano le loro fortune elettorali anche su queste realtà.
In alternativa bisognerebbe ripensare con urgenza la nostra permanenza nel circuito dell'euro, che tanti danni ha provocato in tutti quei Paesi che vi si sono avventurati, ma è un'operazione che richiederebbe coraggio.
Perciò assisteremo ancora alla lenta agonia dell'Italia, con un premier che gira l'Europa e poi va in Israele a predicare la pace, proprio adesso che Israele pensa di colpire l'Iran e le sue centrali nucleari, prima che sia tardi.
A noi resta la delusione per un governo di coalizione che aveva promesso di sanare i nostri guai.
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