La Dottrina, linfa per il futuro e per il nuovo modo di agire
L'azione può essere fraintesa, soprattutto quando interviene in modo scomposto nel marasma generale delle richieste di cambiamento che provengono dalla comunità. Oggi non abbiamo persone cresciute nell'azione, bensì allevate con televisione e nutella, nella ipotesi più benevola. Quando dei cittadini si pongono il problema del cambiamento politico-sociale non possono non fare i conti con il dna esistente nel proprio Tempo. E senza tediare i lettori su ciò che in Italia non c'è più, ovvero le ideologie incarnate dai defunti partiti politici, è necessario destare l'attenzione su ciò che può nascere o rinascere attraverso un sensibile impegno del Pensiero Comunitario. Scrivo di pensiero e non di azione non a caso. Infatti l'Azione politica è morta, già trascinata nella pattumiera del superato mondo partitocratico. Azione oggi significherebbe realizzare dei comportamenti infarciti di influenze massmediali e di nutella.
Quindi accantoniamo quella azione e rivolgiamo l'impegno alla costruzione di una Dottrina che sia linfa per un futuro e incisivo nuovo modo di agire. Insomma è l'appello non al fare ma al pensare. È l'appello a riposizionare la persona nella propria comunità di appartenenza. La persona con i propri bisogni essenziali sia individuali che comunitari. Voi direte che stiamo cadendo nell'astrazione e invece no. Infatti, questa riflessione accennata viene già realizzata ma soltanto dalle multinazionali che aspirano a governare le nostre menti e i nostri corpi per fini di profitto. Rimettere in cammino il pensiero e l'elaborazione è l'unico antidoto della comunità politica-sociale alla guerra dottrinaria scatenata da queste potenze del mercato.
È evidente che un popolo senza classe politica non può contrastare le finalità nefaste di questi poteri, conseguentemente il compito deve essere proprio quello di riattivare nella comunità la voglia di sentirsi protagonisti all'insegna di due princìpi chiave: libertà e dignità. Due valori che queste potenze temono più di ogni altra cosa. Libertà di ricostruire l'Italia senza vincoli burocratici oppressivi e senza padroni esterni. Dignità nel rialzarsi e urlare ad alta voce il proprio nome e cognome senza paura. E allora iniziamo a scrivere la nuova dottrina politico-sociale con questi due valori ben in evidenza allo scopo di elaborare un nuovo sistema economico, un nuovo sistema sociale, un nuovo Stato dove Libertà risplenda in Comunità e Comunità illumini Libertà.
Vedete intorno a voi la bellezza della vita e il profondo fascino della nostra Civiltà, ma scorgete anche i frutti avvelenati derivanti da un sistema economico-finanziario non più governato dai popoli. Per questo è tempo non di azione ma di elaborazione, anzi di grandi elaborazioni che facciano impallidire i teorici dell'antichità. Non muoversi in tal senso significherà abbandonare il campo e far vincere la guerra già in corso alle potenze del mercato. Libertà e Dignità riuniscano la nostra comunità nazionale come intorno al focolare domestico e alimentino quella voglia apparentemente sopita di costruire una nuova Dottrina per l'Italia.