EXCALIBUR 158 - settembre 2023
in questo numero

Palazzo Aurbacher: completati i lavori di risanamento

Nuovo lustro a un'importante opera architettonica cagliaritana

di Antonello Angioni
Palazzo Aurbacher: facciata
Palazzo Aurbacher: facciata e particolare
Palazzo Aurbacher: particolare
Eliminato il ponteggio allestito per l'esecuzione dei lavori di risanamento conservativo, il palazzo Aurbacher è ritornato all'antico splendore evidenziando i caratteri architettonici di pregio e lo stile impressi dal suo progettista, l'Ingegner Dionigi Scano. L'edificio presenta due facciate: quella sulla Via Roma (con gli ingressi ai piani alti dai civici 185 e 189), oggetto dell'intervento appena concluso, e quella sulla Piazza del Carmine (con gli ingressi ai piani alti in corrispondenza dei civici 16 e 19), interessato dall'intervento portato a termine lo scorso anno.
Il palazzo venne progettato, secondo eleganti forme attinte dal repertorio classico, nel 1898, per Alfonso Aurbacher, imprenditore di origini austriache nato a Tunisi nel 1860 da Giuseppe e Carolina Baldacci. Lo stesso si era trasferito a Cagliari, con la sua famiglia d'origine, nel 1871. Giovanissimo aveva lavorato, come compositore tipografico, sul giornale "L'Avvenire di Sardegna", fondato da Giovanni De Francesco. Col suo lavoro, nell'ultimo decennio dell'Ottocento era diventato uno dei più importanti operatori economici locali: concessionario delle linee marittime, svolgeva l'attività di spedizioniere e commissionario.
A tale attività affiancò quella del commercio del sughero e poi di immobiliarista. Aurbacher aveva aperto il suo ufficio (lo "scagno" come si usava dire allora) al civico 19 del Viale Umberto, ora Viale Regina Margherita, in uno dei due palazzi fatti costruire in prossimità della darsena dall'imprenditore Giovanni Zamberletti.
Nel 1900 ottenne la cittadinanza italiana e, nel gennaio 1901, entrò a far parte (per il biennio 1901-1902) della giunta della Camera di Commercio di Cagliari (costituita con R.D. 31 agosto 1862, n. 862) che allora si riuniva nel palazzo Devoto, sito nel Largo Carlo Felice (dove poi verrà edificata la filiale del Banco di Napoli). Aurbacher continuò a far parte di tale organismo, senza soluzione di continuità, sino al 26 marzo 1911 allorché, a seguito delle dimissioni di Francesco Nobilioni (diventato sindaco di Cagliari), ricoprì la carica di presidente, che mantenne per meno di un anno, quando si dimise per ragioni di salute (venne sostituito da Benvenuto Pernis). Fu quindi il presidente al quale spettò il delicato compito di dare attuazione alla riforma dell'ordinamento camerale previsto dalla legge 20 maggio 1910, n. 121.
Nel 1911 favorì la conversione e l'ampliamento dello "Stabilimento metallurgico Doglio" che, grazie al suo intervento finanziario, poté diventare una moderna industria meccanica per la produzione di vagoni ferroviari. Negli anni in cui l'Ing. Edmondo Sanjust lavorava per l'ampliamento del porto cagliaritano, si occupò anche dell'efficientamento dell'infrastruttura marittima e del capannone per il deposito delle merci nello stesso scalo. Fece anche parte, fino al 1917, del consiglio generale del Banco di Napoli e ricoprì la carica di consigliere di amministrazione e presidente della Cassa Ademprivile di Cagliari (specializzata nel credito agrario).
Aurbacher divenne socio delle "Complementari Sarde", società costituita nel 1911 per operare nel settore ferroviario. Insieme all'avvocato Sante Boscaro, al conte Edoardo Corinaldi e agli Ingegneri Stanislao Scano, Dionigi Scano e Gracco Tronci fu anche uno dei promotori del comitato d'iniziativa per la concessione della linea ferroviaria Villacidro-Isili, con diramazione Villamar-Ales, che verrà poi realizzata col sostegno finanziario dalla Banca Commerciale Italiana. Lo scopo era quello di mettere in collegamento l'economia agricola, cerealicola in particolare, dell'entroterra (Campidano, Trexenta e Marmilla) col porto di Cagliari. Infine fu console di Norvegia, cavaliere della Corona d'Italia (1907) e commendatore (1911).
Era dunque un personaggio di primo piano nella Cagliari di inizio Novecento, per cui va da sé che aspirasse ad avere un palazzo in grado di esternare il suo status. Il grande edificio, che insiste nell'isolato tra la Piazza del Carmine e la Via Roma, ne costituisce un'eloquente conferma. Lo stesso, come dimostra una foto d'epoca, fu il primo edificio della palazzata sul lato sud della Piazza del Carmine a essere ultimato. In questo edificio, agli inizi del Novecento, aveva sede il Regio Ispettorato Strade Ferrate mentre in un ampio locale al piano terra era in attività la "Premiata Tipografia Dessì".
Sulla Piazza del Carmine, l'edificio si articola su tre livelli (piano terra e due piani alti) che presentano otto bucature per livello. Quelle al piano terra, architravate, sono sormontate da una superficie a fasce orizzontali con intonaco liscio. Tra le bucature al piano terra e quelle al primo piano, in corrispondenza a ciascuna apertura, è presente un riquadro rettangolare decorato all'interno da un festone. Anche le bucature al primo piano sono sormontate da festoni (quattro di esse sono dotate di portafinestra e balcone e quattro di semplice finestra). Le bucature al secondo piano ripetono lo schema del precedente piano (quattro sono con portafinestra e balcone e quattro con finestra), benché il posizionamento risulti sfalsato. Al secondo piano i decori intorno alle bucature sono più ricchi e si concludono con dei timpani. La facciata si completa col fascione e l'architrave di coronamento che poggia su mensole.
Il prospetto sulla Via Roma si sviluppa tra i civici 181 e 189 e si articola su quattro livelli (piano terra e tre piani alti) con sette aperture per livello. Anche qui lo stile neoclassico è reso evidente dall'apparato decorativo. Tuttavia il prospetto è rivestito da un paramento in mattoni rossi a vista con la sola eccezione delle paraste che sono in muratura. I due ingressi ai piani alti sono caratterizzati dall'arco a tutto sesto che, al fine di assicurare la perfetta simmetria della facciata, è presente anche nell'apertura al civico 181 (che peraltro immette in un locale a destinazione commerciale). Le sette aperture al primo piano sono tutte dotate di timpano mente quelle al secondo e al terzo piano presentano ricche cornici e decori classici.
Al primo piano alto, in posizione centrale, si apre un ampio balcone mentre gli altri due, di minori dimensioni, sono in corrispondenza delle bucature poste alle estremità. Tutti i timpani, a eccezione di quello centrale, sono triangolari. Quello centrale, che sovrasta il balcone in corrispondenza del civico 185, è di forma semicircolare e presenta, al centro, uno scudo poggiato su due cornucopie dove è scolpita una lettera "A" di grandi dimensioni; altre due "A", di minori dimensioni, sono ai lati del portone, in corrispondenza della parte superiore dello stesso. Sono le iniziali dell'originario proprietario, Alfonso Aurbacher. Nel secondo e nel terzo piano sono invece presenti solo aperture finestrate.
In conclusione, il risanamento di questo importante edificio storico - dopo l'intervento effettuato di recente sul palazzo Accardo - ha contribuito alla ricostruzione della memoria della città. Ora, a breve distanza dal palazzo Aurbacher, nello stesso isolato che prospetta sulla Via Roma, sono in corso i lavori di restauro del palazzo Rocca Ancis: famiglia che, con le sue iniziative imprenditoriali, fu protagonista delle grandi trasformazioni economiche e sociali della Cagliari tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento.
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