EXCALIBUR 135 - dicembre 2021
in questo numero

I barbari sono arrivati!

Alcune considerazioni sul nostro grado di civiltà

di Lancillotto
i barbari sono arrivati? No, erano già qui
Sopra: i barbari sono arrivati? No, erano già qui
Sotto: fondazione o partito?
fondazione o partito?
Ne "Il deserto dei tartari" di Dino Buzzati il sottotenente Giovanni Drogo viene inviato in una lontana fortezza, la Bastiani, ai confini dell'impero.
A nord c'è il deserto dal quale si attende l'arrivo dei Tartari. L'invasione, perennemente annunciata, non arriva e le guardie sugli spalti per scrutare il vuoto, l'addestramento, la vita militare stessa, appaiono senza senso. Drogo viene intossicato dall'attesa che si trasforma nell'unico scopo della sua vita.
Quando infine i Tartari sembrano arrivare dal deserto, Drogo si ammala e muore dimenticato da tutti.
Invece in "Aspettando i barbari" di J.M. Coetzee i barbari arrivano davvero. Per un magistrato che gestisce l'amministrazione della giustizia in una cittadina di frontiera - trascinando la sua vita nelle piccole e banali cose quotidiane - l'arrivo dei barbari costituisce una rivelazione.
All'improvviso si trova a doversi confrontare con la realtà, con la violenza e il pregiudizio ed è costretto a mettere in discussione la sua vita e le cose nelle quali ha sempre creduto.
Sono due splendidi libri che il tempo non ha segnato (l'opera di Buzzati è del 1940, quella di Coetzee del 1983).
Mi hanno spinto a una riflessione sui tempi che viviamo e l'amara considerazione è che noi i barbari li abbiamo in casa. E non sono stranieri, ma cresciuti insieme a noi.
Lo scrittore Roberto Saviano è stato rinviato a giudizio per diffamazione per aver offeso la leader di Fdi Giorgia Meloni. Durante una puntata di "Piazzapulita" su La7 nel dicembre 2020, che verteva sul tema dei migranti, si era riferito alla Meloni chiamandola "bastarda".
Purtroppo, nascondendosi dietro la maschera del buonismo, e Saviano la sua maschera la indossa molto bene, sembra che si possa insultare chiunque.
Il dibattito sull'immigrazione di quel 7 dicembre 2020 aveva il solito copione: una rete televisiva compiacente, un conduttore ammiccante, un pubblico ben selezionato e uno scrittore (continuiamo per comodità a chiamarlo così) che - dall'alto della sua presunta superiorità morale, farlocca come quella di tutta la sinistra - ritiene di avere il diritto di offendere la leader di un partito politico colpevole di non condividere il suo pensiero.
Non un'esposizione delle proprie convinzioni, non una confutazione del pensiero di chi ha un pensiero diverso dal nostro: semplicemente "bastarda".
Nel giornale "Il fatto quotidiano" del 6 dicembre 2021 è stato pubblicato l'estratto conto di Matteo Renzi - senatore della Repubblica - nell'ambito dell'inchiesta sulla Fondazione Open.
"Il Corriere della sera", sempre nell'ambito dell'inchiesta su "Open", ha pubblicato i verbali degli interrogatori ai big del Partito Democratico: più che esprimere dubbi sull'eventualità di un finanziamento illecito a un partito politico, gli interrogati (Bersani, il tesoriere Misani, Rosy Bindi, Martina, Orfini) si sono dilungati in giudizi politici non certo benevoli sull'operato di Matteo Renzi.
Tutto ciò è comprensibile: ai signori del "Fatto" Renzi ha rotto le uova nel paniere affossando per nostra fortuna uno sciagurato governo Conte 3 e ai signori del Pd ha scombussolato tutto l'apparato nel tentativo di scardinare in quell'ectoplasma di partito le radici e la vocazione comunista. Ha mandato a casa i vari D'Alema, Bindi, Bersani, Prodi, vere cariatidi del partito.
Inoltre, in vista della prossima elezione del nuovo Presidente della Repubblica, il pacchetto di voti che fa capo a Renzi - poco manovrabile e possibile ago della bilancia tra i due schieramenti - fanno sempre gola e uno sfaldamento di quel partito sarebbe cosa gradita. Quindi vendetta e tentativo di accaparrarsi parlamentari.
Ricordiamo che l'indagine sulla Fondazione Open - la cui raccolta fondi era destinata all'organizzazione di convegni, conferenze, viaggi, ecc., non certo a influenzare la politica del partito di Renzi - non è altro che un'ulteriore invasione della Magistratura (altro che calata dei barbari!) che vuole arrogarsi il diritto di definire il perimetro entro il quale un partito politico può definirsi tale.
Essi sostengono infatti che una fondazione sarebbe l'articolazione di un partito, quindi un'associazione anch'essa, figura singolare quella della fondazione-partito poco nota nel Diritto Civile.
C'è poi in tutto questo un mistero sempre irrisolto: come possono delle carte riservate (gli interrogatori) e documenti coperti da garanzie costituzionali e dalla riservatezza, finire in pasto ai giornali?
Pensavamo che questo vizio fosse ormai uscito dalla prassi delle procure, vista l'aria mefitica che ormai investe la Magistratura, ma ci eravamo dimenticati del cordone ombelicale indistruttibile che lega certi quotidiani ai nostri integerrimi difensori della giustizia.
Anche questo banale episodio mostra come ci si pone in relazione con chi la pensa diversamente: l'insulto o il tentativo di insudiciare l'altro.
Il ridicolo è che il quotidiano pentastellato nel pezzo sulla lista dei movimenti renziana ha specificato che i soldi sono stati incassati regolarmente, che sugli stessi sono state pagate le relative imposte e che essi non sono oggetto dell'indagine fiorentina. E allora?
Pubblicati solo per instillare sospetti sul lettore sprovveduto.
L'ultimo punto nasce dalla lettura di un trafiletto apparso sempre domenica 7 novembre.
Il governo - recependo una direttiva europea del 2016 - ha approvato un decreto legislativo sulla presunzione di innocenza. Tra le disposizione su come devono essere definiti i soggetti alle indagini - presunti innocenti fino a sentenza definitiva - vi sono contenute norme che limitano, tra l'altro, il rapporto tra magistrati e stampa sui procedimenti penali. Essi devono essere regolati «esclusivamente tramite comunicati ufficiali oppure, nei casi di particolare rilevanza pubblica dei fatti, tramite conferenze stampa». Saranno possibili solo se "con atto motivato" del procuratore che le giustifichi. Nessuna altra informazione al di fuori di tale contesto. Il presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia ha parlato di "scelte discutibili", «distorsione della corretta informazione nella fase delicatissima delle indagini».
Io sono un inguaribile ingenuo e mi chiedo: se la magistratura sta indagando (operazione che dovrebbe essere coperta dalla massima riservatezza) che cosa c'entra la stampa? Anzi: «che ci azzecca?».
Forse viene limitato il protagonismo di certe toghe?
I signori magistrati, bravissimi nell'invadere e condizionare il campo della politica, si inalberano se gli organi legislativi preposti alla stesura di leggi si occupano - con pienissimo diritto - del loro mondo. Come se la magistratura dovesse farsi da sola le sue leggi.
Un piccolo particolare: la prima udienza Saviano-Meloni pare sia stata fissata a calendario per il novembre 2022; quella sulla Fondazione Open non si conosce ancora, magari Renzi per allora sarà stato eletto Presidente della Repubblica.
Comunque consoliamoci con la ineffabile Boldrini, autrice, anche lei, di un libro dal titolo accattivante: "Questo non è normale", sul come porre fine al potere maschile sulle donne.
Attenti ai nostri estensori di articoli, memorie, ecc. e cautela massima per il nostro Direttore responsabile.
Devono essere aboliti tra l'altro tutti i proverbi che sottintendono una discriminazione di genere. Quindi niente più «mogli e buoi dei paesi tuoi», «donna ridarella, o santa o puttanella», «donna al volante, pericolo costante».
Finalmente una boccata d'aria pura.
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