Cannone dell'Oto Melara montato su nave
Tagliata con l'accetta, nell'anno di grazia 2021, la differenza tra destra e sinistra si può così riassumere:
Destra = sovranismo, nazionalismo, ostilità verso la Comunità Europea, ecc.;
Sinistra = cosmopolitismo, filoeuropeismo, pacifismo, ecc..
Da sempre la sinistra italiana ha tenuto fermo un punto: pacifismo e disarmo contro militarismo e armamenti; ovvero tra il vetusto dilemma "burro o cannoni?", la sinistra ha sempre scelto il burro. Eppure una notizia di qualche settimana fa ci ha prospettato un quadro inedito del mondo sindacale e politico della sinistra, che una volta tanto ha parlato di interesse nazionale e... si è schierata letteralmente dalla parte dei cannoni! Ma veniamo all'antefatto.
L'holding industriale chiamata "Leonardo" opera direttamente o attraverso proprie controllate nell'aerospazio e difesa.
Il gruppo, che di fatto è sotto controllo statale, vende armamenti in tutto il mondo per un totale di circa 13 miliardi di euro è ha 49 mila dipendenti.
Ebbene la Leonardo ha deciso di disfarsi di due sue consociate: la "Oto Melara", leader mondiale nella produzione di artiglieria navale, e la Wass, produttrice di siluri. Immediato è stato l'interesse delle industrie belliche tedesche e francesi.
Pare abbia avuto la meglio il Consorzio Knds, colosso nato dall'unione tra la francese Nexter e la tedesca Krauss-Maffei Wegmann.
A questo punto anche la sinistra ha incominciato a parlare di "necessità strategiche" e di industrie belliche sotto stretto controllo nazionale. Ha iniziato il ministro della difesa del Pd, Lorenzo Guerini: «
grande attenzione affinché il presidio italiano su questa materia non venga meno».
Seguono a ruota i consiglieri regionali liguri del Pd: «
L'ex Oto Melara è una ricchezza e un asset importante per il nostro Paese, che non si può spacchettare e cedere all'estero».
Contrarie pure le organizzazioni sindacali. Antonio Apa, segretario generale Uilm della Liguria, è ancora più esplicito nella difesa dell'"orgoglio nazionale": «
Si tratterebbe dell'ennesimo schiaffo della Francia all'Italia, terra di conquista come nemmeno ai tempi di Napoleone».
Ebbene la Leonardo ha deciso di disfarsi di due sue consociate: la "Oto Melara", leader mondiale nella produzione di artiglieria navale, e la Wass, produttrice di siluri. Immediato è stato l'interesse delle industrie belliche tedesche e francesi.
Pare abbia avuto la meglio il Consorzio Knds, colosso nato dall'unione tra la francese Nexter e la tedesca Krauss-Maffei Wegmann.
A questo punto anche la sinistra ha incominciato a parlare di "necessità strategiche" e di industrie belliche sotto stretto controllo nazionale. Ha iniziato il ministro della difesa del Pd, Lorenzo Guerini: «
grande attenzione affinché il presidio italiano su questa materia non venga meno».
Seguono a ruota i consiglieri regionali liguri del Pd: «
L'ex Oto Melara è una ricchezza e un asset importante per il nostro Paese, che non si può spacchettare e cedere all'estero».
Contrarie pure le organizzazioni sindacali. Antonio Apa, segretario generale Uilm della Liguria, è ancora più esplicito nella difesa dell'"orgoglio nazionale": «
Si tratterebbe dell'ennesimo schiaffo della Francia all'Italia, terra di conquista come nemmeno ai tempi di Napoleone».