Per gli uomini politici di destra non era più il caso di esitare di fronte al panorama politico italiano in evoluzione.
Negli ultimi mesi si erano registrati continui cambiamenti sia nei partiti del centrosinistra sia in quelli del centrodestra. Tutti volevano partecipare alla campagna elettorale di febbraio 2013 che si preannunciava infuocata e confusa.
A sinistra c'era da tempo sentore di nuove formazioni e così si è avverato. Il giudice Ingroia è quello che ha smosso più profondamente le acque della sinistra, rompendo gli schemi che sembravano ormai consolidati intorno al Pd di Bersani. Dopo gli scandali che hanno travolto Di Pietro e l'Idv, gli è stato facile assorbire ciò che ne rimane. Rifondazione Comunista e Partito Comunista d'Italia si sono invece chiusi nel loro orgoglioso isolamento, convinti di mandare qualche deputato in Parlamento per riconquistare quella visibilità politica che hanno perduto da anni.
È comunque una sinistra divisa che potrebbe annullare le possibilità positive che sembrava avere Bersani. Grillo invece si è mosso da tempo, suscitando apprensione tra i benpensanti per le continue invettive contro il sistema, con argomenti che in qualche caso hanno coinvolto emotivamente anche ambienti della destra giovanile. D'altronde, chi è che non ce l'ha con la finanza, le banche e il sistema politico occidentale?
Grillo cominciava a rappresentare un problema per la destra italiana, perché alcuni settori sparsi già si muovevano per supportarlo. Avvertito anche questo pericolo, alcuni politici della destra italiana non sembravano più propensi a rimanere dentro il Pdl. In questo ha giocato un ruolo determinante la negativa esposizione mediatica del Cavaliere e le mancate elezioni primarie del Pdl, prima promesse da Alfano e poi annullate da Berlusconi, che ha deciso di riprendere in mano il suo partito e di
svolgere ancora una volta un ruolo da protagonista. A dire il vero, c'erano altri personaggi della destra aennina che volevano rimanere dentro il Pdl, convinti che fosse meglio combattere lì la battaglia che segnerà il destino dell'Italia per i prossimi anni.
Il panorama politico della destra, che sembrava aver trovato una giusta collocazione dentro il Pdl, alla fine si è frantumato, ma rispetto alla sinistra è rimasto coerente con le proprie idee ed è convinto partecipe della coalizione di centrodestra.
La Destra di Francesco Storace sembra in crescita anche grazie alla ricandidatura del suo leader a governatore del Lazio. In Sardegna si sono schierati con lui Giorgio Milia, presidente dell'Associazione Vico San Lucifero, per la Camera e Anna Norfo per il Senato. Con Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni e Ignazio La Russa sono candidati alla Camera Antonello Liori, assessore regionale al Lavoro e Paolo Truzzu. Con il Pdl, invece, tra i più noti sono rimasti in campo Maurizio Gasparri e Altero Matteoli, mentre in Sardegna sono candidati col Pdl Bruno Murgia e Carmelo Porcu, deputati uscenti.
Questa apparente divisione, in fondo, è stata un bene, perché servirà proprio a evitare che molta gente di destra diserti le urne, perché disgustata da tanta mala politica o perché non si sentiva più rappresentata negli uomini e nei valori. Alla fine sarà utile anche per il centrodestra, perché tutte queste formazioni rafforzeranno il centrodestra, contrariamente a quanto avverrà con la sinistra.