Pulizia delle liste con acqua riciclata

Bersani non fa altro che dire che il Pd ha fatto le primarie e che il suo partito ha fatto pulizia nelle liste.
Altroché, «mica stiamo a pettinare le bambole, ragassi eh». Ma sono solo canzonette: è vero che ha fatto le primarie, ma in tutte le regioni, Sardegna compresa, ha tagliato la testa dei vincitori delle primarie per far posto agli uomini dell'apparato.
I capilista li ha scelti lui, uno per uno, così come l'ordine di candidatura, utilizzando alla grande il famigerato "Porcellum", che critica per convenienza di facciata, ma che apprezza per interesse interno.
Il Pd proprio "pulito" non sembra, a giudicare da come ha stravolto il risultato delle primarie, per non parlare della pretesa "superiore moralità" di diversi candidati Pd.
È singolare, poi, la sua ostinazione nel criticare il centrodestra per le mancate candidature di alcuni esponenti sotto mirino.
Se il Pdl li avesse candidati, state certi che avremmo avuto una campagna elettorale tutta incentrata sulla "questione morale" di alcuni candidati, inquisiti per questioni che dopo molti anni i collegi giudicanti dichiarano "fatto non sussistente".
D'altronde, per capire che c'è puzza di bruciato basta vedere dove i magistrati si sono candidati: Nicolò Marino e Piero Grasso nel Pd, prima ancora furono col Pd Violante, Gherardo Colombo e altri.
La "triade vendicator" è ugualmente a sinistra, con Ingroia, Di Pietro e De Magistris. È vero che ci sono stati magistrati che si sono schierati col centrodestra, basta ricordare Francesco Nitto Palma del Pdl, ma il rapporto numerico è a favore schiacciante della sinistra.
Speravano che Berlusconi si esponesse a una campagna denigratoria, invece ha avuto il coraggio di non ricandidare personaggi indagati, spesso, per storie di aria fritta. Adesso Bersani si lamenta che gli hanno rubato la macchinetta "spruzzafango".
Pensava che il Cav fosse scemo?