Emilio Floris
Dopo essere stato sindaco di Cagliari per un decennio, Emilio Floris sembrava non volesse più assumere ruoli di primo piano.
Da sindaco ha guidato l'amministrazione comunale in maniera trasparente, svolgendo il suo incarico sempre vicino alla gente e occupandosi attivamente delle questioni quotidiane. Riceveva chiunque avesse bisogno di parlargli e per molte persone è stata una sorpresa, abituate com'erano a ricevere rifiuti o atteggiamenti scostanti.
Su sue disposizioni il servizio delle politiche sociali ha svolto una meritoria azione di assistenza per migliaia di persone in difficoltà, al pari degli altri assessorati che hanno lavorato con l'impegno e la serietà richiesti dal sindaco.
Anche la programmazione delle opere cittadine è andata avanti senza intoppi e, soprattutto, senza scandali, cosa abbastanza rara in questi anni difficili per il sistema Italia.
Durante i dibattiti consiliari ha sempre mostrato attenzione alle argomentazioni dell'opposizione, consapevole che anche da lì potevano venire suggerimenti utili per la città. Tutti, infatti, gli riconoscono la mancanza di faziosità e una rara capacità di mediazione.
La sua maggioranza, composta da valide personalità di Forza Italia, poi Pdl, An e Udc, è sempre rimasta compatta malgrado le diverse sensibilità rispetto ai problemi dell'amministrazione comunale. Ha sempre evitato le polemiche inconcludenti, preferendo i fatti alle parole, coerentemente alla caratteristica che lo accompagna fin da quando, giovanissimo, ha diretto le sue attività private.
La gente lo stima proprio per queste sue capacità e per la vicinanza che ha dimostrato verso le persone comuni. Non per nulla, da candidato sindaco, per ben due volte ha raccolto valanghe di voti nei quartieri più popolari di Cagliari: Sant'Elia, Sant'Avendrace, Is Mirrionis, Marina, Stampace.
Insomma, un ottimo candidato del Pdl al Senato, partito nel quale milita dopo essere stato uno dei fondatori di Forza Italia in Sardegna.