Meglio Haider o Fidel Castro?
Haider non vale una Cuba
di Fabio Meloni
In poche settimane abbiamo assistito a cortei di protesta, manifestazioni nelle piazze, incidenti, titoloni sui giornali, esibizioni natatorie di consiglieri regionali veneti, intellettuali pronti a stracciarsi le vesti, tutto ben confezionato e organizzato per stigmatizzare la visita in Italia del politico austriaco e governatore della Carinzia Jörg Haider, ospite del Sindaco di lesolo.
Il mese scorso, invece, manifestazioni festanti, ricevimenti, congratulazioni, conferenze stampa, con annessi calorosi baci e abbracci da parte del post-comunista Primo Cittadino di Carbonia Antonangelo Casula all'arrivo in Sardegna di Luis Gonzales Ricardo, Sindaco della capitale cubana L'Avana.
Due viaggi simili nella forma, entrambi di stampo commerciale (l'uno in Veneto per promuovere la Carinzia, l'altro in Sardegna per intrecciare rapporti turistici tra Cuba e la nostra Isola), ma due atteggiamenti diversi, anzi assolutamente contrastanti.
Non sono mai stato in Carinzia - e neanche a Cuba - ma non mi consta che nelle prigioni della regione austriaca siano ospitati oppositori del governo di Vienna o, peggio ancora, del F.P.O. (il partito di Haider). Non sono certo si possa affermare altrettanto per le carceri di Fidel Castro, signore assoluto di Cuba, leader dichiaratamente comunista, che per governare non risulta essere passato attraverso il voto popolare, come è avvenuto in Austria.
Da qui il dubbio feroce: si tratta del più classico esempio di "due pesi e due misure", di un tipico caso di "politically incorrect" o più semplicemente è la controprova che una certa "cultura sinistra e progressista" ha nettamente vinto anche la guerra delle parole?
Da qualche decennio, "nazista" (seppure sia corretto ricordare che Haider non accetta questa definizione) - si ricorda che all'ideologia di riferimento vengono attribuiti almeno 6 milioni di vittime di origine ebraica - risulta un grave e pesante insulto, un'indelebile macchia politica, mentre "comunista" - in questo caso si parla di responsabilità accertate per oltre 85 milioni di morti - è un'innocua connotazione politica, seppure sempre meno "di moda", alla quale è permesso generare partiti e movimenti in tutto il mondo, addirittura governare importanti nazioni.
«La vita ha perso contro la morte, ma la memoria vince nella lotta contro il nulla». A chi risultasse sconosciuto il nome di Pascal Fontaine, ricordiamo un titolo: "Il libro nero del comunismo", dove lo storico francese dedica all'isola dei Caraibi ben sedici pagine.