Dibattito su A.N.: dov'è la vittoria?
di Elio Fanni
Ho letto con estremo interesse tutte le vostre pubblicazioni, che rappresentano, purtroppo, l'unica opportunità di confronto per il popolo della Destra in Sardegna.
Vorrei che mi venisse concesso di esprimere la mia opinione nel dibattito su Alleanza Nazionale, pur non avendo alcun titolo se non la mia vecchia militanza nel M.S.I. di Iglesias dal 1952, come segretario giovanile prima, poi segretario di sezione per lunghi anni e, ripetutamente, consigliere comunale negli anni '60 e '70, quando essere missino nella rossa Iglesias significava calarsi in una barricata e restarci; e neanche questo era rassicurante quando l'attacco al "fascista" era il modo più semplice per porre fine a qualsiasi dibattito democratico, e qualche bottiglia Molotov lanciata dentro casa rappresentava un bonario avvertimento.
Allora mi chiedo perché, qualche volta, rimpiango quei durissimi anni '70 che mi hanno lasciato meno amaro in bocca di quanto non me ne abbia regalato l'esperienza in Alleanza Nazionale alla quale ho aderito dopo la purificazione di Fiuggi, con la soddisfazione di essere stato il primo, ed ahimè, a tutt'oggi, l'unico consigliere di A.N. a Iglesias. Forse perché mancano all'appello tanti camerati su cui potevi sempre contare e troppo spesso ti ritrovi a fianco carrieristi in malafede, alla caccia di privilegi, incarichi e consulenze lautamente retribuite.
«Eravamo quattro amici al bar che volevano cambiare il mondo», oggi siamo sempre in quattro ma non rincorriamo più utopie rivoluzionarie: governiamo la Sardegna, Cagliari, Sassari e Oristano, e negli Enti... siamo sempre presenti. Abbiamo sempre combattuto la partitocrazia, ma abbiamo aderito, senza tentennamenti, alla partitocrazia.
È il prezzo della vittoria! Infatti ci hanno detto che abbiamo vinto, ha vinto la nostra abile strategia, anche se abbiamo perso per strada migliaia e migliaia di voti alle Europee, ai referendum, alle provinciali, alle comunali, dove, in alcuni casi, vedi per esempio Iglesias, abbiamo toccato indecenti record negativi da Guinness dei primati. Abbiamo perso i voti migliori, quelli più preziosi, quelli dei giovani spariti dai nostri circoli come per la magia di una strega malefica.
Evviva! Abbiamo vinto! Anche se per racimolare qualche briciola abbiamo dovuto subire gli arroganti diktat non solo di Forza Italia, il partito guida sul quale ci siamo completamente appiattiti, ma anche dei "cespuglietti" una volta derisi e disprezzati, o di qualche piccolo signorotto locale che ha ripreso a galleggiare seguendo la corrente, disancorato, come sempre, da qualsiasi vincolo di lealtà e di coerenza. Comunque abbiamo vinto! E non ce ne vergogniamo!
Godiamoci allora questa minestrina insipida, buona per tutte le bocche, che è oggi A.N., soprattutto in Sardegna; un partito che è la tragicomica parodia di sé stesso, senza radici culturali e spirituali, senza un progetto per il futuro. Un partito che una volta era capace di contestare leaders carismatici come Almirante e Michelini e ora ha paura di confrontarsi con sé stesso, non solo in un congresso nazionale, ma anche in un piccolo circolo di periferia che viene imbavagliato e soffocato tramite "commissariamento" non appena qualcuno accenna a cantare fuori dal coro. Un partito dove, per nostra fortuna, c'è sempre qualcuno che pensa per noi e che non gradisce che ci siano in giro altri cervelli pensanti, magari capaci di confondere le idee che non ci sono.
Ringraziamo Dio per averci dato un Grande Fratello che vede e provvede, considera "anarchia" qualunque manifestazione di autonomia di pensiero, mette in ansia chi vuol fare politica per cambiare e lo costringe alla rinuncia.
Così, con autoritarismo ma senza autorevolezza, si costruisce non un moderno partito politico ma un feudo medievale dove regna il clientelismo e muoiono la fede e la speranza.
Solo una grande rivolta ideale che parta dai "servi della gleba", quelli che hanno come unica ricchezza la fedeltà a un'Idea, quelli sino a oggi pronti solo ad "ubbidir tacendo", può far nascere il partito della Destra Italiana ed Europea. Il partito della Destra che non c'è.