Bravo Feltri, 7+
di Isabella Luconi
Qualche affezionato lettore, di lunga memoria, ricorderà che è lo stesso titolo che usai all'indomani del congresso di Verona: "Bravo Fini, 7+".
Non è mancanza di fantasia, ma è ciò che mi viene in mente quando assisto all'arroganza e alla presunzione di chi, senza molti scrupoli, taglia ogni ponte con il passato, con le proprie radici, con i propri valori. La scusante per Feltri è che probabilmente non era il suo passato, non erano le sue radici, non erano i suoi valori, anche se, in anni non lontani, ce lo ha fatto credere.
Dunque il "Borghese" non esiste più, è diventato "Libero".
Nel Suo taccuino Feltri ne spiega i motivi:
«Il nome "Borghese" consente agli antifascisti di relegare chi compra il settimanale nel lazzaretto degli appestati...».
Caro Feltri, noi ci siamo abituati, nel lazzaretto ci siamo stati per decenni e non ci spaventa la battaglia delle parole, visto che per difenderne alcune molti di noi sono morti.
«La borghesia, come diceva il nostro fondatore Leo Longanesi, non esiste più...».
Caro Feltri, purtroppo i morti non possono replicare, e chissà se Leo Longanesi sarebbe d'accordo con quella particella - "nostro" - che Lei ha usato, per accomunarVi, in una analisi sociologica che quanto meno andrebbe spiegata. Personalmente non sono una sostenitrice della borghesia, innamorata, come sono, di quel giovane rivoluzionario antiborghese che fu il primo Mussolini, ma da qui ad affermare che la borghesia non è mai esistita, mi sembra una inesattezza, non degna della sua cultura.
«Ho deciso di mutare il titolo di questo giornale per rispettarne l'anima, non per paura ma per sfida...».
Caro Feltri, siccome non mi piacciono le prese di posizione superficiali e senza una attenta analisi dei contenuti, ho continuato a leggere il Suo giornale per cercare l'anima del "Borghese/Libero", e siccome l'anima è una cosa che per capirla bisogna metterla a nudo... l'ho trovata:
Prima pagina intitolata "Eros made in U.S.A." (perché non ci bastava quello italiano?).
Inserto: "Guida ragionata ai club privé di Milano".
Finalmente un buon servizio per i cittadini tutti, visto che il sesso non va né a destra né a sinistra: indirizzi, costi e giudizi sulle qualità e le caratteristiche dei club privé di Milano... chissà come saranno contenti i proprietari di tutta questa pubblicità gratuita (ma lo sarà?).
Pazienza, è un inserto, si può sempre staccare, continuiamo a leggere per cercare articoli che parlino di politica e ne troviamo uno solo, spacciato per due nel sommario, ma è lo stesso articolo dello stesso autore.
Pazienza, forse Feltri non vuol parlare troppo di politica, magari prenderà posizioni più nette su altri temi, continuiamo a leggere... Ah, eccolo lì, un bell'articolo su Gad Lerner; mi accomodo sulla poltrona per assaporare meglio il gusto di vedere scritti nero su bianco tutti gli insulti che provenivano dal cuore della gente di destra ai bei tempi di "Pinocchio". Altolà, che delusione, leggo: «Gad Lerner, è giunto a dirigere l'informazione di mamma Rai, meritatamente».
Pazienza, ognuno è libero di difendere anche i topi di fogna... continuiamo a leggere... ma leggere che cosa? Più sfoglio questa pseudorivista che è diventata il "Borghese" sotto la direzione di Feltri e più mi sembra un numero di "Famiglia Cristiana" in versione hard.
Caro vecchio "Borghese", dove sei? Eri come un piatto di pasta e fagioli... pesante, denso, probabilmente non digeribile da tutti, sicuramente poco moderno e poco agile... ma così saporito. Ora, invece, abbiamo un bel brodo di dadi, leggero, da tutti digerito, senza sostanza e senza paura che possa far male a nessuno, un bel consommé insipido e superficiale, come la destra di oggi.
Ma povera me, e poveri tutti quelli come me, che invece non amano il brodo di dadi. Cosa potranno mai leggere, dove potranno mai informarsi in modo fazioso e di parte come fa la sinistra?
Credo proprio che ancora una volta e anche in edicola bisognerà chiedere: «Per favore, mi dia la rivista della destra che non c'è».