Dibattito: A.N. sì
Spunti per un dibattito su Alleanza Nazionale
di Gianfranco Anedda
Alleanza Nazionale dirige la Provincia di Oristano e il Comune di Sassari, governa direttamente la Regione, le Province di Cagliari e di Sassari, numerose amministrazioni locali. Ciò attribuisce nuove, grandi responsabilità, azione politica unitaria, nuovi modelli di comportamento.
I risultati politici raggiunti in un breve volgere di tempo - anche se non accompagnati dai numeri elettorali che auspicavamo - sono ottimi. Quando si svolsero le elezioni regionali in Sardegna, quando verificammo l'esito delle elezioni, la difficoltà dì varare una giunta di centrodestra, gli ostacoli per individuare un Presidente della Giunta che ottenesse in Consiglio i numeri per essere eletto, quando subimmo il risultato delle elezioni europee e l'esito del primo referendum, era arduo raffigurarsi ciò che è accaduto in quest'anno. Eppure oggi governiamo la Sardegna. Tale risultato non è stato raggiunto casualmente o per mera fortunata sorte. Tutto è stato molto laborioso. Non sottovalutiamo, in una sorta di autoflagellazione, i risultati raggiunti, ma, nel contempo, moderiamo entusiasmi, ambizioni, pretese. L'unità di azione con F.I. e con il C.C.D., pur con tutte le difficoltà che conseguono dal marciare in convoglio, è, di per se stessa, un valore sentito dagli elettori forse più di quanto lo sentiamo noi stessi.
Dobbiamo renderci conto che per qualificare la presenza di A.N. nell'amministrazione (Regione ed EE.LL.) non sono sufficienti le azioni isolate; occorre un progetto unitario, da tutti condiviso, con obbiettivi precisi alla cui realizzazione tutti debbono concorrere e partecipare. Undici campioni non valgono a formare una squadra dì calcio vincente se manca il "collettivo", il gioco di squadra, la tattica.
Come primo passo dobbiamo costituire uno stretto collegamento fra tutte le rappresentanze amministrative e indicare gli obbiettivi. Gli argomenti non mancano. La riforma dell'agricoltura, il nuovo progetto di sviluppo, il sistema creditizio, l'energia, l'utilizzazione delle risorse idriche, un progetto per la sanità, i trasporti interni con la rete viaria e ferroviaria, l'occupazione, l'attuazione del principio di sussidiarietà, l'attuazione della solidarietà sociale nei confronti delle categorie più deboli; infine, la riforma della Regione con riferimento alla forma di governo. Un impegno esaltante. Non per comporre il "libro dei sogni", bensì per individuare ciò che può essere realisticamente realizzato.
I tempi sono maturi anche per riflettere sull'assetto interno di A.N., le cui strutture e il cui Statuto debbono essere adeguati alle nuove responsabilità di Governo e debbono corrispondere al modello di Stato che il partito intende realizzare.
E allora, proprio per suscitare la riflessione e il dibattito, chiedo:
1) al federalismo, che - ferma l'identità e l'unità nazionale - perseguiamo, deve oppur no corrispondere un federalismo di partito per definire i ruoli dei Coordinamenti regionali, i rapporti con le rappresentanze nelle assemblee?
2) Appare, oppur no, necessario regolare i conflitti di interessi per coloro che rivestono cariche pubbliche e verificare l'opportunità delle incompatibilità tra le cariche di governo e gli incarichi nelle assemblee?
3) Appare, oppur no, opportuno definire meglio il ruolo dei circoli, territoriali e di ambiente, dopo averne verificato la funzionalità e le funzioni?
È mia opinione che il Partito con le sue strutture, liberamente accettate e definite nello Statuto, debba riacquistare la posizione centrale che negli ultimi tempi pare abbia perduto. Per evitare che ci si trovi dinanzi non a un organismo unitario, bensì a differenti punti di decisione che, in nome dell'autonomia e di una non scritta indipendenza, provochino una sorta di anarchia. I sintomi si vedono. Da qui la preoccupazione.