Lettere e opinioni
Lo spazio dei lettori
della Redazione
Pubblichiamo la seconda parte della lettera pervenutaci via Internet dalla provincia di Pesaro.
Alla ricerca del mondo perduto - II parte.
Caratteristica saliente di questi anni è il negare l'intelligenza e la conoscenza, e sostituire l'utilità alla verità.
Inutile poi parlare di quello che per l'uomo moderno è il nuovo ideale di sapienza e giustizia, la tanto idolatrata "laicità"; non esiste un "dominio profano", in un certo modo contrapposto al "dominio sacro": esiste solo un "punto di vista profano", il quale, propriamente, altro non è se non il punto di vista dell'ignoranza.
L'"Uguaglianza", il "Progresso", la "Democrazia", l'"Antifascismo" sono tutti "dogmi laici" accettati più o meno all'unanimità, e in tempi in cui si pretende di poter sottoporre tutto a discussione, sono i soli dogmi che non si devono mai discutere.
La più grande astuzia della democrazia, è quella di far credere al popolo che esso si governi da sé. Ma l'opinione pubblica è come creta nelle mani di chi crea le adeguate suggestioni, ed è per questo che le televisioni sono sempre state controllate dal regime, e nel momento in cui qualcuno sembrava infrangere questo monopolio culturale, si è visto sguinzagliare contro i feroci cani da guardia delle magistrature di mezz'Italia.
La stessa incompetenza e ignoranza dei governanti non fa che accentuare la sensazione nella maggioranza di essere rappresentata, essendo essi l'immagine di quest'ultima, sempre costituita da incompetenti e ignoranti. Date a Cesare quel ch'è di Cesare e a Dio quel ch'è di Dio, ma ormai dov'è più Cesare? Forse esistono oggi personaggi degni di essere chiamati Imperatore? Oggi come non mai occorre dire: date tutto a Dio!
Che senso ha essere antiabortisti, contro il divorzio, forse questo stato ha la legittimazione per interferire in tali questioni morali che riguardano il rapporto tra l'Uomo e Dio? Forse una donna che non abortisce perché la legge dello stato lo vieta è di fronte a Dio migliore di colei che al referendum ha votato per la legalizzazione dell'aborto e accetta la maternità per propria scelta in uno stato in cui tali scelte sono appannaggio esclusivo dell'individuo? E Dio allora perché ha dato all'Uomo il libero arbitrio, per vederselo togliere da una piccola cerchia di politicanti imbecilli eletti dal popolo che fregandosene altamente dei Valori Cristiani cercano così di accaparrarsi l'elettorato cattolico?
Se ormai è rimasta una persona legittimata a emanare leggi morali, questa è il Papa, e le leggi della Chiesa non hanno bisogno di magistrati e carabinieri, perché sono leggi che il Cristiano osserva per scelta perché sa di essere nelle mani di Dio. Con questo, non mi si fraintenda, non ho una visione guelfa della politica, è solo che, dalla Chiesa, e dal rapporto che essa ha con i fedeli, bisognerebbe trarre degli insegnamenti: occorre migliorare l'uomo al suo interno e non dar luogo a un proliferare di leggi che sembrano nascere dal sangue dell'autorità decapitata come Medusa, perché la civiltà di uno stato è inversamente proporzionale alla quantità delle sue leggi.
Sono per il libero mercato ma odio il consumismo, delle cose come delle idee, mi piace Evola, Guenon (a cui ho attinto in diversi punti del presente scritto) e la Tradizione, ma non credo all'autorità dello stato così com'è oggi; del resto non so proprio, con le regole che siamo tutti tenuti a subire, e in questo humus culturale e politico, dove si può trovare l'"elite" di cui parla Evola, e soprattutto come porla di fronte a un popolo drogato di falsa democrazia ed effimero benessere.
Credo di essere di destra, se mi si vuol collocare in un'area politica e di pensiero, ma non ci tengo a essere inquadrato in qualcosa di preesistente, perché i tempi cambiano, cambiano le condizioni, le scale di valori. E se il mondo delle Idee, quelle con la "I" maiuscola, non cambia e né lo si può mettere in discussione in questo profano, l'esempio, la coerenza, l'onestà, il disinteresse sono valori che possono essere riconosciuti e considerati anche in questo "mondo di rovine"; e tra i pochissimi che sono rimasti in piedi, credo di scorgere Marco Pannella, che, "giustamente", come illustri predecessori non accomunati magari da certe visioni del mondo, ma comunque dalla tenacia, dal rigore, dall'immunità a certe tentazioni del potere, dalla capacità incredibile di inimicarsi i mass-media, sono accuratamente tenuti fuori gioco dal sistema, perché loro sì, rischierebbero di indicare la "terza via" da contrapporre al marxismo e al capitalismo.
Nutro molta fiducia anche in Vittorio Sgarbi, al cui appuntamento giornaliero non manco, come per prendere una "boccata" quotidiana di politica pura, la cui forza e il cui slancio dannunziano non può che ispirare forze positive in questo verminaio di moderati e ipocriti.
Franco Cenerelli,
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