Excalibur blu

I Sardi a Salò

Quando sentono parlare di una cultura della destra...

della Redazione
il libro 'I Sardi a Salò' di <b>Angelo Abis</b>
È disponibile il libro "I Sardi a Salò", di Angelo
Abis
(Macchione editore, Varese). Il volume può
essere richiesto nelle librerie, nei principali
centri di vendita online e a Cagliari presso:
- Pier Giorgio Angioni tel. 3389584764,
- edicola Giuseppe Conti, in Viale Diaz a Cagliari
(dietro la Banca Intesa Sanpaolo).
Il costo del volume di 246 pagine è di 20 euro.
Esiste una cultura della destra in Sardegna?
I lettori di Excalibur si domanderanno il perché di un fatto, certamente insolito, di un intero numero dedicato al volume "I Sardi a Salò".
La realtà è che le reazioni determinate dalla pubblicazione del libro hanno fatto emergere un problema che va ben oltre il contenuto del libro e che possiamo configurare con il seguente interrogativo: esiste in Sardegna una cultura della destra? E noi, e per noi intendo quel gruppo di disperati che da 25 anni tengono in piedi Excalibur, siamo all'altezza del compito?
Ci conforta un nostro critico-estimatore, Gianfranco Murtas, valido intellettuale di area laica, avversario della destra tout court, per intenderci quella che va dal 1922 al 2022, che scrive: «Abis è un autore che merita stima e riconoscenza per la fatica che si è volontariamente caricato sulle spalle [...]. Dico la fatica di coprire un vuoto nella ricostruzione, documentaria e testimoniale, delle esperienze culturali e politiche della destra sarda, né, invero, soltanto relative agli anni della dittatura e a quelli tremendi della guerra, ma anche del dopo. Intendo specificamente dar riguardo a quel tessuto di concertazioni fra minoranze estreme uscite sconfitte dagli esiti bellici e tese a difendere e rilanciare, nel nuovo ambiente costituzionale della Repubblica, idealità di radice nazionalista e social-corporativa».
Ci colpisce soprattutto il fatto di dover «coprire un vuoto nella ricostruzione, documentaria e testimoniale, della destra sarda».
Un vuoto giustificato, visto che il gruppo dirigente della destra era per lo più composto da uomini marchiati dall'essere stati fedeli alle idealità di quel regime uscito rovinosamente sconfitto dalla guerra, ma che avevano la pretesa di voler dire la loro pur nella mutata realtà repubblicana e democratica.
Si trattava di lottare giorno per giorno, in un clima di ancora perdurante guerra civile, con la sindrome dell'accerchiamento e la spada di Damocle dello scioglimento. Altro che lasciare documenti e testimonianze! L'esigenza prioritaria era sopravvivere.
Detto questo, noi ci assumiamo volentieri il ruolo di sopperire al "vuoto" della destra sarda. Ma non ci basta. Vogliamo andare oltre.
Vogliamo creare nuova cultura, tracciare nuovi sentieri. Ma lo vogliamo fare avendo come faro la valorizzazione della nostra identità nazionale e, nell'ambito di questa, della nostra identità regionale. Avendo presente che ogni proposta culturale è sterile se rifiuta di confrontarsi con tutte le altre, per quanto diverse o opposte.
Quindi, e lo diciamo a noi stessi: niente preconcetti o pregiudizi, niente anatemi o invettive. Non abbiamo nemici da sconfiggere, ma persone con idee diverse dalle nostre.