Schiacciati dalla tecnologia...
e ossessionati!
Tecnocrazia, il governo dei tecnici, persone specializzate nei vari settori di una società.
Ecco, questa è la descrizione che pensano di rappresentare i colossi della tecnologia.
I giganti della Silicon Valley, personaggi ormai multimiliardari e dall'ego smisurato, che si sentono al di sopra degli stati, della politica e del popolo in generale.
In una società altamente tecnologizzata a livello informatico, essi possiedono quasi tutto.
Dal commercio elettronico (cibi compresi), all'intrattenimento (film, musica, libri, fumetti e videogiochi), all'informazione in tutte le sue forme. Alcuni di essi riescono a orientare persino gli istituti bancari e hanno creato delle criptovalute (monete virtuali).
Il 2021 è l'anno della prova di forza da parte loro, la dimostrazione che possono censurare e zittire chiunque non gli aggrada con un semplice "click". L'apice della censura lo si è registrato all'inizio di questo 2021, in seguito al discorso di Donald Trump al Campidoglio e ai fatti clamorosi accaduti poco dopo.
Il presidente degli Stati Uniti d'America che viene oscurato in contemporanea da tutti i social network per incitamento alla violenza (dopo aver fatto un video in cui invitava i manifestanti a tornare immediatamente a casa, a non causare disordini e a rispettare la polizia) è un chiaro atto dimostrativo di come il dissenso possa essere messo a tacere, anche se sei il presidente della nazione più potente del mondo.
Assurdo che nei mesi precedenti, durante le devastazioni dei Black Lives Matter che mettevano a ferro e fuoco le città americane, queste piattaforme non oscurassero le pagine frequentate da questi personaggi.
Com'è altrettanto assurdo che uno di questi social, celere nell'oscurare Trump e alcuni sui sostenitori, non sia stato altrettanto celere nel rimuovere dei contenuti pedopornografici, nonostante le ripetute denunce da parte di una giovane vittima e della madre di esso, tra il 2019 e il 2020, con tanto di risposta sull'assenza di "violazione delle norme".
Qualcuno ha gioito per la situazione di Trump, difendendo le piattaforme social in quanto società private, ignorando la pericolosità di un atto simile, visto che oltre a Trump sono stati arbitrariamente oscurati i profili di centinaia di persone vicine a lui (che non potevano essere accusate di nulla), in un'era dove i social network sono diventati uno dei mezzi di informazione e visibilità principali.
Come è altrettanto inquietante che questi tecnocrati che hanno in mano tecnologia e internet (dai social network ai motori di ricerca, dai servizi di video ai giganti del commercio elettronico fino ai circuiti bancari elettronici e ai produttori di sistemi informatici, computer, smartphone, ecc.) abbiano successivamente oscurato social network alternativi che non applicavano i loro stessi sistemi censori, relegando tutto al classico «
erano usati dall'ultradestra», arrivando a inserire in lista nera nei circuiti di moneta elettronica i creatori di queste piattaforme alternative.
Nei giorni successivi si è assistito a un tripudio di blocchi nei confronti di esponenti politici e giornalisti considerati "di destra", peccato che subito dopo sia stato il turno di politici e persino giornali di matrice comunista.
Persino l'Ayatollah Khamenei si è visto oscurare il profilo, ma non per i suoi classici discorsi (non proprio pacifici), ma per aver osato mettere in dubbio la validità del vaccino contro il covid-19.
Sembra che, finalmente, una parte dell'opinione pubblica e della politica abbia capito la pericolosità di un potere quasi smisurato in mano a così poche persone, infatti in Polonia (avendo conosciuto la censura vera) sono già partite delle proposte di legge per arginare il fenomeno.
Anche altri personaggi politici di livello internazionale, che per anni hanno ignorato le censure finché colpivano gli avversarsi, si sono resi conto che quello che credevano fosse il "loro" strumento ha deciso di prendere le redini della situazione, rendendolo un potenziale e incontrollabile pericolo, in futuro, anche per loro.
Come possiamo noi semplici persone combattere contro dei giganti che hanno dei capitali immensi?
Oltre a creare leggi apposite, per poter frenare la deriva autoritaria e persecutoria di questi ricconi megalomani, occorre iniziare a usare delle alternative a livello informatico e ricominciare a fare società nelle piazze vere, non quelle virtuali.
Un segnale lo abbiamo avuto in questi giorni.
Le migrazioni di utenti verso piattaforme più libere hanno fatto perdere in borsa in pochi giorni a questi "signori" decine di miliardi di dollari. Come dei moderni Davide, possiamo (e dobbiamo) anche noi abbattere questi Golia dai piedi d'argilla, riportando la tecnologia a essere uno strumento e non "lo" strumento.
Evitando, così, di ritrovarci in un futuro dove un'opinione diversa possa portare a eliminarci - socialmente - con un click.