Cagliari, febbraio 1970, Piazza Jenne: Massimo Anderson parla nel
corso di una manifestazione del Msi. Sul palco da sinistra: l'On.
Alfredo Pazzaglia, il segretario provinciale del Msi Salvatore
Delunas, Angelo Abis e il segretario del Msi di Oristano
Se n'è andato all'improvviso, nella notte tra il 14 e 15 febbraio di quest'anno.
In silenzio, senza clamori, com'era solito fare nelle vicende che lo riguardavano personalmente.
Di Massimo sentiremo in molti la mancanza.
Ci mancheranno, oltre all'indubbia sensibilità umana e capacità politica, le sue battute sferzanti ma sempre rispettose degli altri, compresi coloro che, oggetto delle sue arguzie feroci, tentavano di replicargli, quasi sempre soccombendo, tra le fragorose risate dei presenti.
Conobbi Massimo Anderson insieme a Pietro Cerullo alla vigilia del Congresso Nazionale del Msi del 1972. Divennero i miei punti di riferimento politici più importanti.
Diventammo poi amici, con reciproci sentimenti di stima e affetto che si rinsaldarono negli anni e che con Pietro, per mio grande privilegio, proseguono tuttora.
Attivissimo, grande organizzatore, estrema lucidità di analisi. Questa, senza mai indulgere leziosamente su sé stessa, approdava in una rara ed efficace sintesi.
Il tutto al servizio di un ideale incrollabile.
Marcello Veneziani, nella prefazione del libro di Anderson "I percorsi della Destra" (del 2003, Massimo Anderson intervistato da Gennaro Ruggiero, altro riferimento importante della destra giovanile italiana degli anni '70), gliene rende merito, pur dissentendo dalla scelta di Democrazia Nazionale, soggiungendo però «
che per metà avevo ragione io e per metà avevano ragione loro (i demonazionali, n.d.s.)
, che probabilmente sbagliarono i tempi e i modi, però avevano un solo trasparente mandante: l'amore deluso per la destra e il timore che una grande occasione andasse sprecata».
Com'è giusto che sia, numerose sono state in questi giorni le attestazioni, non di maniera, dedicate a Massimo Anderson. Tra le quali:
Maurizio Gasparri lo ha voluto ricordare «
con rimpianto perché, dopo un lungo e ampio dibattito politico, avevamo trovato costanti e proficue occasioni di confronto. Resterà uno dei protagonisti della storia politica della destra».
Ignazio La Russa, «
per me giovanissimo fu, con Pietro Cerullo, il capo degli anni della militanza giovanile, fu un amico sincero a cui dedicare il Presente!».
Giorgia Meloni, «
con la morte di Massimo Anderson scompare un punto di riferimento della destra italiana. Un esempio di passione al servizio della comunità».
Pietro Cerullo ha affidato a Facebook toccanti parole, dalle quali traspare la commozione profonda per il «
caro amico e camerata d'una vita», con il quale non ha mai spezzato il filo del rapporto umano e ideale iniziato negli anni '50. Nel salutarlo, Cerullo dice: «
Davvero la terra ti sia lieve».
Ci rivedremo, caro Massimo.