La parola ai lettori
Un nostro lettore ci scrive...
della Redazione
Spettabile Redazione,
leggo sempre con molta attenzione tutti i numeri di Excalibur che gentilmente mi inviate. Prima di tutto perché sia alla direzione che in redazione ritrovo molti cari amici e camerati (si usa ancora questo termine?) di vecchia data. Nell'ultimo numero, ho apprezzato moltissimo l'articolo di Roberto Aledda, quello di Isabella Luconi, quello di Angelo Abis cui spetta un doveroso riconoscimento; molto interessante quello di Angelo Marongiu e la recensione di Francesco Fatica. Solo per colpa mia non sono riuscito ad apprezzare come certamente avrebbe meritato l'articolo di Tinuccio Curreli: ma non sono mai riuscito a digerire un fico secco di economia.
È bello ritrovarsi dopo tanti anni ed è bello ritrovare quel vincolo ideale che sembrava legare indissolubilmente i vecchi camerati come in un fascio.
Sono parzialmente d'accordo con Isabella Luconi. Solo non mi è piaciuta quella che sembrava una presa di coscienza che «non ha senso continuare a credere in qualcosa che non c'è più». Cosa non ci sarebbe più? Quello che vibra nei nostri cuori c'è, esiste ed esisterà sempre finché i cuori non si fermeranno, alla faccia di tutti i politicanti attaccati alla poltrona più che agli ideali.
Non è vero, come sembri quasi ammettere, anche se a malincuore, cara camerata Isabella, che l'importante «è stare al governo». È importante per Fini e per i poltrona-dipendenti tra i quali si è intruppato.
Ma quel Movimento che diceva pane al pane e vino al vino, rompendo le uova nel paniere ai signori del potere, è sempre stato più utile di qualunque satellite dei partiti di governo, e se non fosse esistito lo si sarebbe dovuto inventare. Grazie all'abilità politica di Fini però, ora non esiste più.
Ma in che cosa consisterebbe questa tanto decantata abilità? Nel declassare Mussolini dal rango di «più importante statista del secolo» a quello di bieco tiranno? O nel tirare le orecchie a Ignazio La Russa quanto sente il dovere di onorare, con i caduti di tutte le guerre, anche quelli che con un'altra divisa hanno combattuto per la Patria? «Il fascismo è stata una dittatura! Punto e basta». È stato stigmatizzato persino da L'Unione Sarda, il che è tutto dire! «Ma quello non ha letto neppure Giampaolo Pansa».
Oppure consiste nel dominare i conati di vomito stando al fianco dell'antenato dello yeti che, quando qualcuno gli ha spiegato a cosa serve la carta igienica, dice di voler usare il tricolore a questo scopo? Per questo avrei vissuto una vita di discriminazioni sul posto di lavoro e tanti, tanti altri camerati come me? Ma a Fini forse di tutto questo importa meno di nulla.
Cara isabella, pensi davvero che i nostri figli non sapranno cos'è il fascismo? Ma tocca a noi farglielo capire, perché il fascismo non è fatto solo di guerre perdute. È fatto di bonifiche integrali; si chiama Littoria, Sabaudia, Pontinia, Fertilia, Mussolinia; porta i nomi, oltre che di Giovanni Gentile, di Arrigo Serpieri, di Cesare Mori.
L'antifascismo, non dico che porti il nome di Lucky Luciano, ma è certo molto strettamente legato a esso. Questo abbiamo il sacrosanto dovere di trasmettere ai nostri figli, perché questa è Storia. Tutto il resto sono storielle. Un abbraccio.
Luigi Muscas
Caro Muscas,
tutti i problemi della nostra "gens", Fini compreso, derivano dal fatto che facciamo confusione tra storia e politica, che si svolgono secondo leggi diverse.
Tutti noi abbiamo la pretesa di essere contemporaneamente "fascisti" e di "destra", dimenticando che i due termini sono antitetici: il primo significa rivoluzione, il secondo tradizione e conservazione.
Chi si proclama di "destra" non può che essere, nell'ideologia e nella prassi, "antifascista" e viceversa. Questo vale anche per chi è di "sinistra", che, in quanto tale, non ha titoli ideologici e culturali per proclamarsi "antifascista".
Diverso invece il discorso sul fascismo storico che esula da ogni valutazione di tipo politico e ideologico. Cosa, questa, che sfugge a Fini...
Angelo Abis