Pubblichiamo - pur avendola per evidenti ragioni di spazio abbondantemente tagliata (e di questo ce ne scusiamo, sperando di aver reso il succo delle argomentazioni) - la lettera inviataci dal Signor Adriano Rebecchi, direttore ed editore del periodico "La vedetta" e membro del "Comitato dei Garanti del Collegio Unità per la Costituente" e la relativa replica del nostro direttore.
Il liberismo del Cavaliere nero.
Caro Angelo Abis,
non mi pare proprio che la Vostra Stefania Burini abbia "strimpellato" nel suo articolo sul numero 35 di Excalibur, perché il sottoscritto e moltissimi camerati della nostra (ancora per poco) Federazione del M.S.-F.T. del Verbano - Cusio - Ossola e della redazione de "La vedetta" concordano pienamente con quanto scritto da Stefania.
Non entrerò nel merito della discussione sull'articolo 18: è evidente a tutti, persino ai fantasmi della Destra Sociale di A.N., che quando si toccano determinate garanzie si tratta solo dell'inizio del definitivo smantellamento di quello che resta dello Stato sociale.
Andiamo per argomenti:
«becero antiberlusconismo ulivista»... Caro Sig. Abis, evidentemente Lei nei famosi anni settanta non leggeva il giornale "Candido" dell'indimenticabile senatore missino Giorgio Pisanò, il quale, all'incirca nell'estate del 1975, in un'inchiesta sulle famiglie "chiacchierate" del mondo della finanza e dell'economia, scriveva che la famiglia Berlusconi «è più nota alla mafia dei sequestri di persona che al fisco». Come vede questo veniva scritto in tempi insospettabili e da sponde insospettabili;
«quel formidabile tessuto di piccola e piccolissima impresa»... Vede Sig. Abis, io ho lavorato per quasi quarant'anni in un Istituto di Credito, arrivando al grado di vicedirettore vicario di una filiale di trenta dipendenti e Le posso dire di avere conosciuto centinaia di persone come quelle alle quali Lei si riferisce. Ma sa che cosa le accomunava, al di là delle diverse idee politiche e delle diverse origini? L'evasione fiscale! Ho visto centinaia di bilanci falsi che gridavano vendetta, ho visto marpioni con aziendine che non facevano nemmeno la dichiarazione dei redditi, ho visto campioni del lavoro nero, delle fatturazioni false, dei soldi portati in Svizzera, ecc.. È vero che tutto questo mondo umano si è schierato in massima parte con il Polo, e sa perché? Perché avevano e hanno una sola preoccupazione, quella che la sinistra gli faccia pagare le tasse che non hanno mai pagato e quindi di dover rinunciare a un tenore di vita che si sono concessi alle spalle dei tanti fessi (il sottoscritto in testa), che avendo solo un attività lavorativa diretta sono stati spremuti dal fisco, anche per coprire le tasse non pagate dagli altri.
«il duo liberista Mussolini - De Stefani»... Non scherziamo Signor Abis, non mi dica che non ha letto l'"Opera omnia" di Benito Mussolini!
Adriano Rebecchi
Caro Rebecchi,
Lei fa male a non entrare nel merito della discussione sull'articolo 18: se lo facesse scoprirebbe che le modifiche proposte non ledono le garanzie di chicchessia.
Quanto al «definitivo smantellamento dello Stato sociale», è un espressione che suona molto bene, ma che non vuol dire assolutamente niente: scientificamente, dire "stato sociale" è come dire "repubblica repubblicana" o "monarchia monarchica".
Quanto al «becero antiberlusconismo ulivista», prendo atto che alle nefandezze del Cavaliere occorre aggiungere che era contiguo alla mafia dei sequestri (sarda o calabrese?), ma anche se saltasse fuori che era pedofilo o che ammazzava le vecchiette non sposterebbe di una virgola il problema vero, che è quello di stabilire se Berlusconi fa buona o cattiva politica. Lei preferirebbe farsi curare da un medico disonesto ma professionalmente capace o da uno santo che però non capisce niente di medicina? Gli Italiani, ammettendo pure che abbiano preso per buono tutto ciò che si dice sulla moralità del Cavaliere, hanno in grande maggioranza optato per la prima ipotesi.
Lo stesso discorso vale per i piccoli imprenditori padani, i quali, secondo Lei, per quell'unico motivo sono tutti cattivi. Non le è passato per la mente che non fare dichiarazioni dei redditi, evadere le imposte, ecc. fosse l'unica alternativa non solo per evitare il fallimento della propria impresa, ma anche per opporsi alle vessazioni dei governi di centrosinistra? E che i bancari come Lei sono naturalmente buoni forse perché operano nel settore più garantito e più protetto dallo Stato, al riparo da ogni rischio imprenditoriale e da ogni fallimento?
E veniamo all'ultima chicca: «Mussolini - De Stefani liberisti? Non scherziamo...». E invece scherzo! Volume XVI dell'"Opera omnia" di Benito Mussolini (ed. La Fenice - 1955), dal primo discorso alla Camera dei Deputati: «Comincia adesso la vera storia del capitalismo, perché il capitalismo non è solo un sistema di oppressione, ma è anche una selezione di valori, una coordinazione di gerarchie, un senso più ampiamente sviluppato della responsabilità individuale» (pag. 442). E ancora: «D'altra parte, per salvare lo Stato, bisogna fare una operazione chirurgica. Ieri l'onorevole Orano diceva che lo Stato è simile al gigante Briareo, che ha cento braccia. Io credo che bisogna amputarne 95, cioè bisogna ridurre lo Stato all'espressione puramente giuridica e politica» (pag 445). E, sempre nella stessa pagina: «Lo Stato ci dia una polizia, che salvi i galantuomini dai furfanti, una giustizia ben organizzata, un esercito pronto per tutte le eventualità, una politica estera intonata alle necessità nazionali. Tutto il resto, e non escludo nemmeno la scuola secondaria, deve rientrare nell'attività privata dell'individuo. Se voi volete salvare lo Stato, dovete abolire lo Stato collettivista [...] così come c'è stato trasmesso per necessità di cose dalla guerra, e ritornare allo stato manchesteriano».
Come vede, al confronto del Duce, Berlusconi, Tremonti e persino la povera Moratti sono dei pericolosi sovversivi. Mi sorge un dubbio, caro Signor Rebecchi: non è che al posto dell'"Opera omnia" di Mussolini Le abbiano rifilato l'"Opera omnia" di Bertinotti?
Angelo Abis