Luigi Battista Puggioni (Ozieri 1893 - Sassari 1958)
Tra i protagonisti del primo sardismo va ricordato Luigi Battista Puggioni. Nato a Ozieri nel 1893 da Antonio, maestro ferraio, e da Teresa Tocco, titolare di un piccolo esercizio commerciale, dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza nell'Ateneo turritano, si dedicò alla professione di avvocato. Scoppiata la prima guerra mondiale, si arruolò come ufficiale di complemento e combatté valorosamente meritando alcune decorazioni.
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L'esperienza della Guerra», ebbe a scrivere, «
fu come un violento pugno sul viso [...]. Nessuno di noi sapeva niente della vita: avvezzi ai placidi ozi cittadini e immersi nelle letture di romanzi francesi e italiani, occupati dalle discipline scolastiche, maturando nel cervello la determinazione per la scelta della professione, tutto ci appariva informe e impreciso. Rifuggendo dall'azione per istinto e per temperamento, sommersi in un ambiente che precludeva la via ad agire, nessuno di noi conosceva la vita nella sua concreta ruvidezza, nelle sue lotte e nelle sue delusioni [...]. Passando dalla casa alla caserma o direttamente alla trincea, conoscemmo un fattore a noi ignoto, il senso della responsabilità. Responsabilità di noi stessi, delle cose e degli uomini affidati alla nostra custodia o alla nostra guida. Non sapevamo come si custodiscono e difendono le cose, come si guidano gli uomini; non lo sapevamo affatto. Eppure in breve tempo comprendemmo e imparammo per forza della nostra passione; imparammo a capire gli uomini e a guidarli».
Puggioni fu tra gli organizzatori del movimento degli ex combattenti e divenne subito, soprattutto attraverso "La Voce", il più acceso sostenitore della necessità di costituire il nuovo partito sardo a cui si arriverà solo nell'aprile del 1921, stante il timore, da parte di molti ex combattenti, che aprire il movimento ai non combattenti avrebbe potuto inquinare l'originario programma maturato nelle trincee. Nel 1921 fu tra i fondatori del Partito Sardo d'Azione.
La sua posizione politica esprimeva un sentimento antisocialista assai radicato. In un articolo, intitolato "I Sardi e la rivoluzione", pubblicato su "La Voce" del 18 aprile 1920, affermava che, «
nell'ipotesi in cui in Italia dovesse realizzarsi la rivoluzione socialista, la Sardegna non potrebbe che separarsi dal resto del Paese, non esistendo in Sardegna le condizioni per il socialismo».
Ma esprimeva, al pari di Bellieni e Lussu, anche una forte concezione federalista, laddove - sul medesimo periodico - affermava che «
lo Stato federale, a democrazia diretta, costituisce un sistema snello e semplice di amministrazione pubblica che mette i cittadini in contatto diretto con organi legislativi ed esecutivi».
Il suo impegno si concretizzò in particolare quale direttore del settimanale "La Voce", organo dei combattenti, e poi della rivista "Il Solco", organo del Partito Sardo d'Azione. Dal 1921 al 1923 venne eletto consigliere provinciale di Sassari. Durante il ventennio, al pari di Bellieni, si ritirò a vita privata ed esercitò l'avvocatura.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, contribuì alla ricostruzione del Partito Sardo d'Azione e, nel 1945-1946, fece parte della Consulta Nazionale, come componente della Commissione Finanze e Tesoro, rivendicando l'autonomia dell'Isola.
È autore di numerose pubblicazioni di carattere politico apparse principalmente sui due periodici da lui diretti. Molti di questi (e altri) articoli sono stati raccolti in un'antologia edita nel 1973, a cura di Luigi Nieddu, dal titolo: "Luigi B. Puggioni e il P.S.d'A. (1919-1955)".
È morto a Sassari nel 1958.