EXCALIBUR 87 - giugno 2015
in questo numero

Galeotto fu il tema e chi lo scrisse

Il grande flop del tema sul settantennale della Resistenza all'esame di Maturità

di Angelo Abis
Studenti alla larga dal tema sulla Resistenza!
La Maturità, come ben sanno tutti coloro che ci sono passati, è una prova che per l'impegno che comporta ti marchia per tutta la vita.
Uno dei sogni più ricorrenti, anche a distanza di decenni, riguarda proprio l'esame di Maturità e, spesso, il risveglio non è dei più felici. Per questo motivo il fatto che, per la prova d'Italiano, quest'anno sia stata prospettata una articolata gamma di temi, più o meno alla portata di tutti, ci ha portato alla considerazione che qualche patema d'animo era stato risparmiato agli studenti.
Quello che invece non ci saremmo aspettati, e non solo noi, è il clamoroso flop del tema sulla Resistenza: ultimo tema in ordine di gradimento, svolto solo dal 2,5% degli studenti.
Questo risultato, accolto con grande sconcerto e incredulità da parte dei media, è stato immediatamente archiviato, quasi fosse un piccolo incidente di percorso. Perché tutti si aspettavano una valanga di adesioni e soprattutto coloro che tale tema avevano proposto evitando con cura, e non a caso, di proporre agli studenti un tema che riguardasse il centenario del primo conflitto mondiale.
Del resto il tema è facile: niente date da ricordare, niente nomi, solo qualche località citata, del resto, nel testo del tema. In compenso discorsi fumosi e retorici, garantiti in ogni caso dal politicamente (e storicamente) corretto.
Insomma un voto alto garantito con poco impegno. Eppure gli studenti si sono tenuti alla larga: meglio l'elettronica e l'informatica o, addirittura, l'impegnativo scrittore Italo Calvino.
La qual cosa ci fa ben sperare sul futuro delle nuove generazioni, forse meno manipolabili e meno opportuniste di quella dei loro padri.
Quanto ai santoni intellettuali, ai padri della patria, alle istituzioni culturali, anziché far finta di niente, farebbero bene a interrogarsi sul fallimento della loro pedagogia resistenziale, magari aprendo un dibattito e confrontandosi sulla necessità di una riformulazione della Resistenza slegata dal mito e più aderente alla storia.
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