Sopra: un edificio della San Gavino Monreale del Ventennio; la scritta recita: "Anche con l'opera di tutti i giorni e di tutte le ore, con l'opera quotidiana, minuta, oscura, si fa grande la Patria"
Sotto: la copertina di Insàs, libro edito nel 2013
Si pensa troppo spesso al futuro, lo sentiamo dire ripetutamente dai nostri rappresentanti politici.
Ebbene, una corrente di pensiero, condivisa peraltro dal sottoscritto, sostiene che non ci possa essere futuro senza passato. Conoscere la propria storia, anche le pagine che in molti vorrebbero strappare ma che rappresentano sempre e comunque un'identità, è importante per capire chi siamo e chi vogliamo essere. L'Italia del ventennio fascista, ad esempio, rappresenta sicuramente un momento storico da non cancellare, in qualunque maniera la si pensi.
È curioso sapere come venne vissuto quel periodo non solo nei grandi centri ma anche nelle periferie, come in Sardegna, come in un paese ancora poco sviluppato come San Gavino Monreale. Un comune fisicamente al centro della nostra isola, eppure così periferico.
"Insàs", libro edito nel 2013 dal Sangavinese Enrico Sanna, si propone di fare questo, ricostruire la San Gavino fascista dal 1922 al 1943.
Sanna, autore già del romanzo "La Piccola Miniera", è un giornalista, storico collaboratore del periodico "Il Provinciale Oggi", è stato autore di diversi articoli a carattere storico-locale come "I Sindaci" un'apprezzatissima serie di monografie sui sindaci sangavinesi in età repubblicana.
Insàs, insaras, insà, inzà è una parola della lingua sarda campidanese, il suo significato è: allora, a quei tempi o in passato.
Il volume è frutto di una ricerca certosina fra i documenti dell'archivio storico comunale che ripercorrono le fasi della vita amministrativa, sociale e culturale durante il ventennio. Difficile trovare ormai qualche testimonianza diretta.
Il 29 ottobre del 1922, data in cui a seguito della Marcia su Roma fu nominato ventisettesimo presidente del consiglio Benito Mussolini, a San Gavino non successe niente di rilevante, forse il sintomo del fatto che ai margini del Paese la situazione politica veniva vissuta con scarsa attenzione. La cittadina all'ombra del castello di Monreale contava all'epoca meno di 5 mila abitanti, oggi sono poco meno di 9 mila, ma in passato sono stati anche più di 10 mila. Vi era in quel periodo un Consiglio Comunale, ma spesso e volentieri il Comune veniva commissariato dal prefetto che non lesinava qualche ramanzina agli amministratori di turno.
Dal 1926 venne abrogato il Consiglio Comunale sostituito dal Podestà. Al Podestà venivano trasferite tutte le funzioni del Consiglio Comunale, della Giunta e del Sindaco. Esso veniva nominato con un decreto regio per cinque anni. L'ultimo sindaco Sangavinese di età monarchica fu quindi Petronio Sanna, eletto nel 1925, verrà nominato nel 1927 secondo podestà di San Gavino Monreale. Furono in tutto quattro i podestà della San Gavino fascista, Anselmo Ghinami, non Sangavinese, di lui si sa poco se non che era un gerarca fascista; Petronio Sanna, di cui abbiamo parlato; Amerigo Sanna, che tornerà poi come sindaco nel 1944 e nel 1952; per ultimo Emilio Senis, Tziu Emiliu, forse il più noto ai giorni nostri anche grazie alla tabaccheria tutt'ora in attività (gestita ormai dai discendenti).
Emilio Senis tornò dalla prima guerra mondiale senza una gamba, alcuni dicono che combatté col Duce. Chissà! Tante storie, dal Convento dei Francescani fino all'importante presidio della fonderia, passando per le varie peripezie riguardanti il cam-panile della chiesa di Santa Chiara. Chi non ha conosciuto la fonderia di San Gavino? Il famoso "scallatoriu", fu progettato dalla Società Montevecchio e dalla Monteponi per poter lavorare il minerale estratto nelle miniere del Guspinese. San Gavino era già un importante snodo ferroviario tra Oristano e Cagliari.
La sua costruzione cominciò nel 1930, seguì i lavori di progettazione l'ingegnere milanese Giovanni Rolandi, personaggio rilevante nel contesto storico del paese al quale oggi è stato dedicato an-che un parco all'interno dell'abitato. La fonderia entrò in regime nel 1931, è tutt'ora in attività (seppur in maniera molto ridotta) e ha rappresentato per anni un punto di riferimento per la società sangavinese.
Sono tante le storie contenute in questo interessante libro, che possono incuriosire anche chi non proviene dalla cittadina al centro del Medio Campi-dano. Una lettura che può senz'altro approfondire tanti aspetti del nostro passato. Per chi lo volesse il libro è acquistabile sul sito: Amazon.it. 186 pagine disponibili in versione eBook o in versione stampa.