Riprendiamoci la piazza... per non farci intimidire
In risposta alle innumerevoli sceneggiate di una sinistra a corto di argomenti
di Roberto Aledda
Oggi, come nel 1994, la sinistra cerca di ribaltare il risultato elettorale favorevole al centrodestra con continue manifestazioni di piazza: contro la riforma dell'articolo 18, contro la riforma Moratti della scuola, contro la riforma della giustizia, contro le leggi che regolano l'immigrazione selvaggia, contro l'"occupazione della Rai" (clamorosa faccia di bronzo delle sinistre!)... insomma, contro qualsiasi tentativo riformatore del governo Berlusconi.
I classici "poteri forti" dominanti in Italia, "forti" a prescindere dal consenso popolare - i sindacati, i giudici, gli intellettuali, i giornalisti del vecchio regime - scendono in campo per difendere i loro privilegi, coinvolgendo in un pericoloso gioco al massacro masse popolari organizzate e non, nel tentativo di delegittimare un governo forte di una delle più solide maggioranze parlamentari del dopoguerra.
La sinistra manifesta persino contro sé stessa, contro quel terrorismo che è inequivocabilmente comunista, i cui epigoni trovano fertile brodo di coltura tra le fila dei Casarin e degli Agnolotto, coccolati da Bertinotti, e sfilano insieme alle bandiere di Cossutta (la spia del Kgb), di Cofferati, di Fassino e di Rutelli.
A questo punto non credo sia stata sufficiente la manifestazione con le bandierine americane, organizzata da Giuliano Ferrara e dai suoi amici della Casa delle Libertà, per ridare smalto e sostenere l'azione riformatrice del governo.
È ora che i partiti del centrodestra scendano in piazza con tutta la forza del consenso avuto dagli Italiani, dei propri militanti, del proprio radicamento nelle città e nelle periferie, per mostrare i muscoli. Per dimostrare a tutti che il centrodestra, per difendersi, non ha bisogno dei servizi segreti deviati, della disinformazione e dei compromessi, come nei governi di democristiana memoria, ma dispone del sostegno di una maggioranza che non sarà mai "silenziosa".
È sicuramente indispensabile, all'azione del governo, una forte e chiara identità politica di A.N., come è stato più volte sostenuto anche dalle pagine del nostro periodico, che indirizzi l'azione riformatrice del centrodestra più nel senso sociale e partecipativo, da noi sempre auspicato, che non verso la "deriva" selvaggiamente liberista, spesso presente nella maggioranza di governo; ma, finite le risse, ricuciti gli strappi, misurate le forze con il congresso, Alleanza Nazionale dovrà mettere da parte la litigiosità interna e rispolverare il vecchio spirito "movimentista", per essere il motore di una grande mobilitazione di sostegno al governo, per le riforme e per lo sviluppo.
È ancora vivo il ricordo della grande manifestazione del Polo di qualche anno fa, quando D'Alema andò al governo con l'aiuto di Cossiga e Mastella. Un milione di cittadini festanti riempirono Piazza San Giovanni, a Roma, la "piazza rossa" violata per la seconda volta dal popolo anticomunista.
Piazza San Giovanni va violata per la terza volta, quella definitiva, per mandare in cantina, con le vecchie cianfrusaglie, gli intellettuali dei girotondi, i giudici della resistenza, i sindacalisti che tutelano solo i propri privilegi, i Santoro e i clown televisivi organici alla sinistra.
E allora, se l'11 maggio si deve andare in piazza, si vada!