EXCALIBUR 159 - ottobre 2023
in questo numero

"La libertà che cambia" di Adornato-Fisichella

Un coro di due voci che si interroga sul destino dell'Occidente

di Lancillotto
'La libertà che cambia', Rubettino 2023
Sopra: "La libertà che cambia", ed. Rubettino 2023
Sotto: i protagonisti e «la verità è libertà» (Karl Jaspers)
i protagonisti
«<i>la verità è libertà</i>» (Karl Jaspers)
Sono quattro dialoghi che i due autori di questo scarno volume intessono esplorando le questioni che attraversano il nostro tempo.
Ferdinando Adornato, intellettuale laico impegnato nel giornalismo e nella politica, e Rino Fisichella, teologo protagonista della vita della Chiesa, proprefetto del dicastero per l'evangelizzazione, ci offrono la loro visione - a volte simile, a volte discordante - sui maggiori problemi etici e politici che coinvolgono il presente e il futuro dell'Occidente.
Un intreccio di voci che investe questioni quali "Tramonto dell'Occidente?", "Autocrazie vs. democrazie", "La civiltà digitale", "Individuo o persona?".
Dei quattro temi affrontati, il primo e l'ultimo sono marcati da un punto interrogativo che esplicita i dubbi che sia il laico che il credente vivono nell'esplorazione del nostro tempo.
Sono dialoghi nei quali filosofia, teologia e attualità si intrecciano e si rincorrono, con al centro gli enigmi della modernità affrontati da due punti di vista diversi ma a volte complementari.
In un mondo, quello occidentale, che sta cambiando rapidamente, gli schemi usuali delle rappresentazioni della realtà si sono rivelati inadeguati e nuove ideologie stanno aggredendo le fondamenta della cultura occidentale e della stessa democrazia.
Come si è arrivati a questo punto e quali prospettive si aprono per affrontare un presente travagliato e un futuro minaccioso?
Intanto l'Occidente si sta rendendo conto di non essere più il centro di un mondo ormai avviato verso una polarizzazione o quanto meno verso un futuro multipolare.
Nasce da questa premessa una triste riflessione che la guerra in Ucraina ha reso ancora più amara.
Adornato ricorda che nel 1945 l'Onu fu fondata, come recita la Carta, «per salvare le future generazioni dal flagello della guerra», memori delle catastrofi che nel Novecento avevano flagellato l'Europa e il mondo.
L'articolo 6 della Carta afferma che «un membro delle Nazioni Unite che abbia persistentemente violato i princìpi enunciati nel presente Statuto può essere espulso» e in forza dell'articolo 41 l'Onu può far ricorso alla forza per ottemperare a quanto necessario.
Ogni decisione di questo tipo deve essere presa con il parere favorevole di tutti i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza. Quindi la Russia, dopo aver invaso la Georgia, la Crimea e ora l'Ucraina, avrebbe dovuto votare l'espulsione di sé stessa dal consesso delle Nazioni Unite.
Un paradosso che mostra, se mai ce ne fosse bisogno, l'impossibilità di applicare sanzioni alle violazioni di libertà: regole giuste che restano inapplicabili, sulla Carta.
Questo esempio, al limite dell'assurdo, mostra come ormai siamo prigionieri di procedure e regole sorpassate, nate quasi ottanta anni fa e non più attuali in un mondo che è cambiato velocemente e drammaticamente.
L'illusione che la globalizzazione avesse potuto avvicinare le autocrazie all'Occidente si è dissolta e sono nate nuove sfide che mutano la geopolitica del pianeta.
Ci si prospetta il non facile compito di governare il futuro abbandonando i vecchi strumenti e adottandone di nuovi, altrimenti la libertà e i diritti umani saranno sempre più a rischio.
Fisichella sottolinea la perdita di credibilità che attraversa il mondo occidentale, soprattutto a causa della perdita della forza spirituale delle nostre istituzioni. La forza di un mondo nasce dalla capacità di amare i propri valori, di battersi per la loro affermazione e di vivere con intensità una propria religiosità civile.
Adornato ricorda che l'Occidente è stato grande per i valori che esso rappresentava: libertà, democrazia, tolleranza e rispetto.
Le migliaia di disperati che si riversano incessantemente sui nostri paesi non sono certo attratti da questi valori - assenti di regola nei loro paesi di origine - ma arrivano semplicemente attratti dal nostro benessere materiale. Dei nostri valori non gli importa niente.
Sono valori che non fanno parte dei loro desideri, ma ormai neanche dei nostri, avendo smarrito noi stessi quei capisaldi del nostro vivere: la perdita di quei punti di riferimento, anzi del nostro disinteresse nel mantenerli, ha ristretto anche il nostro orizzonte.
Prevale ormai quella che Adornato definisce la pervasiva "dittatura del presente", dalla quale deriva un profondo senso di smarrimento, nella straniante incertezza del nostro futuro. Nasce da questo senso di insicurezza il lento avanzare di tendenze autocratiche che si insinuano al nostro interno.
L'incertezza economico-sociale, la paura della globalizzazione, il timore delle migrazioni, il nuovo ossessionante potere dei social media, hanno creato i presupposti - citando un'opera di Moisés Naim, "I nuovi tiranni" - per l'avvento delle tre "P": populismo, polarizzazione, post-verità.
L'uso della bugia è diventato uno strumento di potere che si avvale di un sistema di comunicazione che non permette più di cogliere la differenza tra il vero e il falso. La confusione diventa la vera arma di propaganda con il risultato di nascondere la verità.
E dove non c'è verità non c'è neanche la libertà.
In questo confronto filosofico e teologico sul "Tramonto dell'Occidente?" e sul dualismo "Autocrazie vs democrazie", si insinua, tremenda e con strumenti sempre più sofisticati e invasivi, la "civiltà digitale", punto cardine del terzo dialogo tra i due personaggi.
Ci si chiede se è la tecnica il vero dio dei nostri tempi. Dove finisce il concetto di libertà alla luce di queste e altre trasformazioni in atto? C'è una perdita di valori dietro l'incedere così spavaldo del digitale e del suo corollario di fake news e di influencer?
Adornato riflette amaramente: «Se Chiara Ferragni ha preso il posto che un tempo era di Norberto Bobbio, qualcosa vorrà pur dire...».
Si arriva quindi all'altro punto interrogativo, "Individuo o persona?". È un punto finale che compendia la sfida dei diritti, la tecnica e la morte di Dio.
Si parte da lontano, dal concetto ormai conclamato che «il benessere di una democrazia sia direttamente proporzionale all'estensione dei diritti individuali».
Questo concetto ha di fatto soppiantato l'idea del perseguimento del benessere della società nel suo insieme. Qualsiasi proposta che punta a trovare un equilibrio tra valori comunitari e diritti individuali è ritenuta antidemocratica. Sparisce così ogni nozione di etica pubblica.
Di fatto si giunge alla "scomparsa" della centralità della persona, intesa come individuo che si pone in relazione con gli altri e resta l'individuo come unico centro nel cuore del mondo. Il resto è nulla.
Le quattro parti del dialogo tra i due, Adornato e Fisichella, il filosofo e il teologo, si chiudono con uno scambio di lettere che - attraverso Gesù, Socrate, John Locke, Hannah Arendt e Joseph Ratzinger - ripercorre le origini del concetto di libertà, in un cammino del quale si è rischiato e si rischia di perdere le tracce.
È quella di Ratzinger la voce silenziosa che ha accompagnato tutte queste riflessioni, nell'incessante dialogo tra fede e ragione.
«Alla parresia della fede deve corrispondere l'audacia della ragione», Ratisbona, lectio magistralis del 12 settembre 2006: Benedetto XVI continua ad insegnare.
Il pessimismo della ragione di Adornato si incontra con l'ottimismo della fede di Fisichella, in uno stimolante dialogo che è un invito a riflettere sul deserto dei nostri tempi.
Chiusura pessimistica? Ecco lo stralcio di una lettera inviata da Rino Fisichella a Ferdinando Adornato:
«Caro Ferdinando, [...] vogliamo sorridere un po'? Allora vorrei che mi rispondessi con sincerità: quanti tuoi colleghi degli anni trascorsi in Parlamento leggeranno questo volume? E per me vale lo stesso: quanti miei confratelli prenderanno tra le mani queste pagine? In un contesto di delegittimazione della cultura, a favore di un pragmatismo immediato senza progettualità, sarà arduo trovare qualche coraggioso che abbia intenzione di andare controcorrente. I tuoi colleghi vivono nella frenesia delle sole agenzie di stampa che leggono direttamente sull'orologio per non fare più nemmeno la fatica di accedere al cellulare. I miei confratelli... meglio sorvolare».
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