Cadono quest'anno gli 80 anni dalla morte di Norma, barbaramente uccisa dai partigiani comunisti slavi nel 1943, dopo aver subito innumerevoli sevizie ed essere stata violentata.
Una normale studentessa di 23 anni che amava l'Italia e l'italianità ha incontrato, nel suo percorso, l'odio ideologico, etnico e sociale che l'ha colpita a morte.
Viveva in Istria e studiava all'università di Padova, dove stava preparando la tesi di laurea. La sua sola colpa fu quella di essere Italiana e amare l'italianità. In questi giorni di ottobre in tutta Italia vi sono centinaia di sentite e partecipate cerimonie e manifestazioni nel suo ricordo.
L'occasione è divenuta fondamentale anche per inquadrare meglio quel periodo storico su cui spesso è calato il silenzio; infatti, si è voluto scientemente rimuovere quella pagina di violenza per non urtare i nuovi equilibri che stavano nascendo dal dopoguerra.
È stata imposta una vera e propria verità di Stato che certamente non corrispondeva alla verità storica, che pochi e con minimi mezzi riuscivano a far trapelare dalle maglie dell'informazione "democratica".
Si dice che il tempo fa giustizia dei torti subiti da persone e popoli e in effetti anche l'Italia istituzionale, seppur dopo 60 anni, decideva di istituire il giorno del ricordo per il 10 febbraio; ma non solo, il 9 dicembre del 2005 il Presidente della Repubblica di allora, Carlo Azeglio Ciampi, conferì alla memoria di Norma Cossetto la medaglia d'oro al merito civile con la seguente motivazione, «
Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba. Luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio. 5 ottobre 1943 - Villa Surani (Istria)».
Ricordare non deve mai essere interpretato come un processo di nostalgia, bensì come il rilancio di alcuni punti valoriali fermi che dovrebbero permeare la vita di ciascuno di noi: la libertà, il rispetto delle idee e la convivenza pacifica. Norma perciò indica a tutti noi la strada futura.
La manifestazione di Cagliari, presso il Parco Martiri delle foibe, coordinata dall'impegno attento di Renato Diana, è stata partecipata e commovente, persone di tutte le età con molti giovani motivati.
Sicuramente gradita la presenza di diverse associazioni, tra cui la nostra di Vico San Lucifero, ma anche del vicesindaco di La Maddalena, Federica Porcu, che, pur di essere presente, ha attraversato l'intera Sardegna. Giulia dal palco ha scandito bene le parole che rievocavano la vita di Norma Cossetto, anticipando il gesto compiuto al termine dell'iniziativa da Azzurra, che ha deposto una rosa sopra la lapide che ricorda la tragedia delle foibe.