Sopra: palazzata di Via Roma
Sotto: Caffè Torino in Via Roma
La parte bassa della Via Baylle, quella che si conclude sulla Via Roma, è caratterizzata dalla presenza di due importanti palazzi il cui nome - Magnini - richiama alla mente uno degli imprenditori che, nella seconda metà dell'Ottocento, contribuì alla trasformazione della città di Cagliari in senso borghese.
Originari di Travedona, centro del Varesotto, i Magnini erano giunti in Sardegna, e precisamente a Iglesias, per affari, intorno agli anni della proclamazione dell'Unità d'Italia. Galeazzo, classe 1840, all'età di 25 anni, a Monteponi, aveva impalmato donna Battistina Meloni che, a seguito della prematura morte del marito (avvenuta nel 1885 nella natia Travedona) dovrà reggere le sorti della famiglia sino al 1926, anno del decesso.
Galeazzo Magnini si era trasferito a Cagliari nel 1871 e aveva preso abitazione alle propaggini del quartiere Marina, in un palazzo in Via Manno all'angolo con la Piazza Yenne, dove sino a qualche anno prima insisteva la porta Stampace. Quindi aveva aperto una gioielleria e, col fratello Pietro, assunto la gestione dell'esattoria per la riscossione delle imposte erariali e del dazio comunale. Dopo qualche anno, Pietro Magnini vinse l'appalto per la costruzione dell'Orientale Sarda, la strada che doveva collegare Cagliari all'Ogliastra e oltre. L'intervento purtroppo gli costò la vita in quanto, nel giugno del 1876, venne assassinato, col suo collaboratore Ingegner Ottone De Negri, in un agguato teso alla periferia dell'abitato di Urzulei.
Successivamente Galeazzo Magnini si aggiudicò (con Giovanni Zamberletti e Giacomo Queirolo) i lavori di ampliamento del porto di Cagliari verso ponente, vale a dire in direzione la Plaia: si trattava di un appalto milionario fonte anche di notevole prestigio. Il nostro fece stampare apposita carta intestata con la dicitura "Magnini Galeazzo - Impresa costruttrice del porto di Cagliari". I lavori ebbero inizio nel 1882 sotto la direzione dell'Ingegner Edmondo Sanjust di Teulada, dirigente del Genio Civile. Questo per parlare solo di alcune tra le più importanti opere, perché i Magnini furono attivi in svariati settori economici.
Agli anni immediatamente successivi l'avvio dei lavori portuali risale la costruzione del primo palazzo Magnini: quello che, per intenderci, al piano terra ospita il "Caffe Roma": l'edificio nel 1894 verrà ristrutturato e porticato. Il secondo palazzo verrà invece costruito, tra la fine del 1898 e il 1901-1903, nell'area dove i fratelli Piroddi avevano la conceria, sul lato opposto della Via Baylle: è l'edificio che ospita il "Caffè Torino" e che, su uno dei due ingressi, presenta il monogramma "BM", vale a dire le iniziali di Battistina Meloni, vedova di Galeazzo Magnini. Il "Caffè Torino" era stato inaugurato nell'estate del 1903 dal Signor Stefano Palenzona, originario di Palazzolo sull'Oglio (nel Bresciano), che aveva trasferito l'attività già esercitata nell'ex "Caffè Elvetico", sempre in Via Roma (ma all'angolo con la Via Barcellona).
A seguito della prematura scomparsa di Galeazzo Magnini - avvenuta, come detto, nel 1885 - la quota di partecipazione nell'impresa appaltatrice dei lavori portuali, l'anno seguente, venne liquidata agli eredi dal socio Zamberletti, che proseguì l'esecuzione dei lavori.
Il primo palazzo Magnini (Via Roma 111-109) venne progettato dall'ingegner Giuseppe Costa. Si sviluppa su piano terra, mezzanino e tre piani alti retti da pilastri a bugnato con archi a tutto sesto, scanditi da cornici marcapiano e lesene decorate a rilievo che inquadrano le aperture ad arco. L'edificio presenta anche un imponente ingresso sulla Via Baylle incorniciato da due maestose colonne in granito con capitelli ionici. Sotto il porticato del palazzo si trova il "Caffe Roma", ricordato da David Herbert Lawrence, nel celebre "Mare e Sardegna", per i suoi caratteristici tavolini e il pubblico eterogeneo. Lo scrittore inglese, che soggiornò a Cagliari (e precisamente nell'Albergo "La Scala di Ferro") nel gennaio del 1921, definì la Via Roma come «
il centro della Cagliari mondana». Questo palazzo ospitò la sede del Partito Monarchico dell'Onorevole Enrico Pernis e poi, per tanti anni, la storica sede del Partito Liberale Italiano.
Il secondo palazzo Magnini (che si sviluppa tra i civici 113 e 131 della Via Roma) venne costruito, sempre su progetto dell'Ingegner Costa, per volontà di donna Battistina Meloni e completato più tardi da Giuseppe Camba. Anche quest'edificio si articola su piano terra e tre piani alti scanditi da lesene e cornici marcapiano che formano l'intelaiatura delle aperture, alcune delle quali presentano balconi e timpani. Al civico 127 è presente un elegante portone liberty in legno decorato con motivi floreali. Anche al civico 121 si apre un portone in legno che presenta pregevoli maniglie e batacchi in bronzo di gusto liberty. Inoltre, nelle maniglie delle finestre di alcuni appartamenti sono impresse le lettere "BM". Nell'ultimo piano dell'edificio, quasi in prossimità della Via Baylle, vi è un'ampia veranda racchiusa da cinque archi.
In questo edificio, nella prima metà del Novecento, era in attività il prestigioso "Studio Legale Satta Marchi", fondato dall'avvocato Francesco Satta Marchi, originario di Olzai, che formò generazioni di avvocati cagliaritani. Più di recente, lo stesso locale ha ospitato la sede regionale del movimento politico "Popolo delle Libertà" promosso da Silvio Berlusconi. Nel palazzo sono ospitati anche il Consolato di Norvegia, il Consolato di Danimarca e il vice Consolato di Spagna. Inoltre vi ha sede l'Agenzia Marittima Plaisant, in attività dal 1840.
Al piano terra, sul porticato, si affaccia il "Caffè Torino" che, per lungo tempo, costituì punto d'incontro dei ceti borghesi e intellettuali cagliaritani: funzione favorita dal fatto che il titolare, Stefano Palenzona, aveva ottenuto dal Municipio l'autorizzazione a utilizzare il porticato adiacente per i concerti serali. Come ricorda Carlo Pillai nella sua "Storia dei caffè di Cagliari", «
in quel periodo, mentre le musiche di un pianoforte si alternavano con quelle di un'orchestrina, gli industriali l'avevano eletto a luogo dei loro incontri». Era indubbiamente un locale di successo, con gelateria propria e annesso ristorante, dotato di una vasta sala interna finemente decorata.
Il Caffè Torino continuò a primeggiare anche negli anni tra le due guerre, «
quando una simpatica orchestrina vi prese stabile dimora alternando, dalle 20 alle 21 di ogni sera, musica operistica, jazz e motivetti di successo» (così Pillai). Inoltre vi era la grande attrattiva del cinema perché, a pochi metri dai palazzi Magnini, nei portici della Via Roma (e precisamente nel palazzo Manca), nel 1927 il commendator Jago Mazza aveva inaugurato l'Olympia: il cinema ben presto divenne luogo d'incontro tra la cultura e le masse, in quanto la sala buia annullava ogni distinzione di classe e tutti potevano partecipare all'incanto del grande schermo.
Intanto, nella gestione del Caffè Torino, a Stefano Palenzona subentrò il figlio Bernardo, che rinnovò completamente il locale eliminando il ristorante e allestendo al suo posto un'elegante sala da thè. Qui, al suono di un'orchestrina, si ritrovavano in accalorate discussioni industrialotti e commercianti, rappresentanti e giovani ufficiali, avvocati di belle speranze e funzionari. E ovviamente non mancavano le solite madri con le solite figlie nubili alla caccia del matrimonio d'occasione.
Insomma, Cagliari continuava a essere una città delle grandi ambizioni ma, tutto sommato, ancora provinciale.