Sopra: il non voto è democrazia
Sotto: il voto è democrazia
Sono da poco tempo passate le politiche.
Anche stavolta, ma con meno enfasi, si cercava di convincere il prossimo al voto.
In una democrazia quasi del tutto rappresentativa, come in Italia, le elezioni diventano il metro col quale misurare il consenso.
Un elevato numero di astenuti delegittima nei fatti, anche se non legalmente, partiti e persone se la maggioranza degli aventi diritto non si presentano ai seggi.
Istituzionalmente i voti sono validi solo sulle schede degli elettori che si presentano alle urne, ma se gli astenuti superassero gli altri aventi diritto andati a votare, sarebbe il segnale che le istituzioni non rappresentano più con legittimità i cittadini, che non trovano più spazio in un sistema che col tempo è sempre più diventato contemporaneamente autoreferenziale per le persone, non ideologico, portatore di interessi finanziari esteri e appiattito su sé stesso.
La soluzione migliore, per assurdo, è semplice.
Attenersi a un calcolo razionale sull'applicabilità delle idee e dei programmi contenuti nelle liste e verificare l'attendibilità del candidato tramite ricerche.
È un compito che spetta a ogni elettore, che oggi con la verifica delle fonti su internet da notizie ufficiali, o perlomeno ufficiose, lo può fare anche in poco tempo e decidere di volta in volta chi scegliere o meno.
Nei prossimi anni gli astenuti aumenteranno considerevolmente se i partiti non rinunceranno a patrocinare cause di potentati che gli dovrebbero essere estranei od ostili.
Per rendersi conto di quanto dico, basta controllare i curriculum pubblici dei candidati.
I popoli ormai già quasi a livello mondiale non ne possono più delle interferenze nella vita pubblica e privata da parte di banchieri, eccetera.
Non ci si può aspettare che essi partecipino alle elezioni o meno a cuor leggero e vengano trattati come dei bimbi perché le loro scelte non corrispondono ai desideri di coloro che, tra le altre cose, si credono presuntuosamente superiori a loro.
Occorrerà inoltre una nuova legge elettorale che dia più spessore alle maggioranze, anche numerico, di modo da dare sicurezza anche alle future coalizioni politiche che verranno a governare questo paese.
Bisogna poi dare poteri estesi ai referendum, poiché oggi la loro efficacia è nulla, essendo i risultati di questi ultimi non tenuti in conto da politicanti arrivisti.
Questi sono gli unici modi di salvare il nostro sistema politico attuale.