La paura dei potenti è una terribile catena
Nel corso del tempo, sarà capitato a tutti di aver studiato "I Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni.
La figura di don Abbondio è embleamtica: il grande saggista Angelandrea Zottoli vi ha dedicato un libro intitolato, appunto, "Il sistema di don Abbondio", pubblicato nel 1933, nel quale ricalca grazie al personaggio la situazione italiana e, oserei dire, occidentale.
Il sistema del personaggio da cui parte il libro di cui parla il critico letterario, consiste nel mettersi a disposizione volontariamente dei potenti, locali o meno, senza porsi il problema se le disposizioni di questi siano giuste o meno, per procurarsi vantaggi meramente materiali e, magari, sedersi, ancorché agli ultimi posti, tra i potenti, se capita.
Purtroppo la paura dei potenti, chiunque siano e indipendentemente da luogo e situazione, per via della naturale pusillanimità di chi ha un ruolo senza merito, porta gli uomini a essere ingiusti verso chi gli paia stia sotto di loro.
Questo ragionamento, come è facile immaginare, non si applica solo alla chiesa qualunque essa sia, ma vale per ogni autorità, pubblica o privata, legittimamente costituita.
La mancanza di etica rende impossibile muoversi secondo giustizia, giacché non si ha un principio morale posto come cardine nello svolgimento delle proprie funzioni.
Le leggi dovrebbero porre sotto tutela chi compie il proprio dovere agendo altresì secondo coscienza, ma questo il più delle volte non accade; e dire che persino le leggi militari impediscono o pongono in condizione, almeno formalmente, di disobbedire agli ordini sbagliati, ma per farlo occorre, oltre alla consapevolezza del proprio ruolo, almeno un minimo di coraggio, purtroppo non sempre presente.
Ora, tutto questo aumenta per logica in tempo di disordine o grandi emergenze, che accadono in ogni tempo e luogo: nel libro di Manzoni il periodo di caos è quello della peste, nei tempi odierni la moderna pandemia.
A fronte di professionisti che fanno il loro dovere, si sono visti sedicenti esperti soci delle grandi multinazionali e certi mestieranti della politica andare, anche a livello istituzionale, contro il buon senso, ai tempi odierni, persino premi Nobel a favore di interessi poco limpidi, di denaro e poltrone e parte di gerarchie ecclesiastiche, anche ad altissimi livelli, indipendentemente dal loro credo, avvallarli con le loro personali opinioni, al di fuori della loro competenza.
Il periodo di crisi che ogni epoca sembra quindi costretto ad attraversare sarà senza dubbio portatore di grandi trasformazioni, ma per superarlo dovremo riscoprire un etica forte, tramandataci dalle nostre tradizioni etiche migliori, accanto a quello che sembra ormai un rarissimo spirito critico.