La copertina del I volume che raccoglie i primi 15 numeri
di Excalibur
Da anni coltivavamo un sogno quasi impossibile: poter raccogliere tutti i numeri di Excalibur in volume e non perché affetti da manie di grandezza, ma per una constatazione banalissima: puoi fare la rivista più bella del mondo, puoi scrivere articoli intelligentissimi che magari vengono citati nei libri, ma se tutto questo materiale non viene raccolto, catalogato e depositato nei luoghi deputati alla ricerca e alla lettura, cioè nelle biblioteche e negli archivi di stato, è come se non fosse mai esistito.
So, per esperienza personale, quanto sia stato frustrante per le mie ricerche sulla fondazione del Movimento Sociale Italiano in Sardegna, non aver trovato traccia di tanti giornali e giornaletti che pure furono editi in gran numero dalle federazioni e dai gruppi giovanili di quel partito.
Mentre è stato facilissimo reperire le pubblicazioni di tutti gli altri partiti, eccetto quelle del partito monarchico e del Msi, perché la Regione Sarda aveva provveduto a pubblicare una collana di libri comprendenti le riviste e i giornali del Pci, del Psi, della Dc, dei liberali, dei sardisti, ecc., per il periodo cruciale che va dal 1943 al 1949.
La qualcosa è frustrante non tanto perché hai difficoltà a ricostruire la vita di un partito, dei suoi organi gestionali, dei congressi, dei leaders. In proposito in qualche modo puoi supplire ricorrendo alla stampa locale e nazionale, ai rapporti della polizia e dei carabinieri, ai documenti del partito (pochi) che riesci a reperire.
Il vero dramma consiste nel fatto che non puoi ricostruire il modo di pensare, gli orientamenti, l'ideologia, in parole povere la cultura di quei gruppi dirigenti e soprattutto di tutti quei giovani in un clima del tutto particolare quale fu quello della Sardegna degli anni '40.
Da qui l'esigenza di lasciare alle future generazioni, ai ricercatori, agli storici, agli intellettuali in genere, una traccia testimoniale del modo di pensare, di elaborare visioni e progetti, di fare cultura e storia di quel gruppo umano che a partire dal 1997 ha dato vita a Excalibur.
Una rivista che col tempo è andata sempre più evolvendosi. Partita come pubblicazione identitaria della destra, sia pure dialogante con tutti gli altri schieramenti (e già questo costituì una grande novità), pian piano si è aperta a tutte le tematiche identitarie riguardanti la Sardegna, con la scoperta di importanti filoni culturali già risalenti ai primi del Novecento che contrapponevano a una cultura "continentale" per lo più di impronta socialista e positivistica e che si riassumeva nella nota espressione "razza sarda = razza criminale", una cultura di tipo tradizionale tutta incentrata sui valori popolari e "nobili" dei Sardi.
E da qui lo studio e la riscoperta di tanti illustri personaggi messi nel dimenticatoio dalla cultura di sinistra, da Grazia Deledda a Giuseppe Biasi, da Ennio Porrino ad Attilio Deffenu.
Altri li abbiamo sottratti al monopolio della sinistra come Antonio Pigliaru e lo stesso Antonio Gramsci. Siamo riusciti a dare una lettura storicamente e culturalmente diversa del Partito Sardo d'Azione. Abbiamo dato rilievo o addirittura aperto nuove e interessanti pagine di storia, come il sardo-fascismo, il fascismo clandestino, il ruolo dei Sardi nella Repubblica di Salò e inserito a pieno titolo il Msi nella storia della Sardegna.
Grazie a internet abbiamo potuto raccogliere i primi 130 numeri di Excalibur e grazie a internet abbiamo in corso di stampa il primo volume di 230 pagine per un totale (per adesso) di 50 copie, con un costo abbastanza contenuto. Non appena il volume ci verrà consegnato comunicheremmo le condizioni di vendita.
Intanto invitiamo tutti gli amici e sostenitori a volerci aiutare a pubblicare tutti gli altri volumi (circa 10) nel più breve tempo possibile.