Il nuovo sommergibile "Scirè" a Cagliari
Dopo la Libia, il Mediterraneo sembrava tranquillo. Le rivolte in Siria e le voci sulle testate nucleari dell'Iran sembrano far alzare nuovi venti di guerra.
In queste settimane, nel Mediterraneo è invece tutto un via vai di navi della Nato e di Israele, forse in preparazione di avvenimenti vicini. Di certo c'è il fatto che oggi, più che gli incrociatori e i cacciatorpediniere, si muovono i nuovi mostri del mare. Sono navi che hanno perso l'antico aspetto, quando avevano torrette, cannoni e missili in ogni angolo del ponte. Quelle di oggi hanno alte murate che chiudono l'interno alla vista.
I grossi calibri sono sostituiti da uno o al massimo due cannoncini a tiro rapido, delle altre armi tradizionali non c'è traccia. Ciò che più colpisce sono le attrezzature elettroniche che esibiscono. Non sono più nemmeno i radar a destare interesse ma le antenne e gli apparati di ricerca e disturbo elettronico.
Nell'attacco alle forze lealiste libiche, le navi e gli aerei di ricerca della Nato hanno avuto una grande parte, riuscendo a individuare ogni cosa che si muoveva a terra. Compresa l'ultima colonna di Gheddafi.
Una balena d'acciaio: tutto tecnologia, niente cannoncini o mitragliere, eliminati dai mezzi subacquei fin dagli Anni Sessanta.
Varato nel 2009, lo "
Scirè", classe U-212 come il similare "
Salvatore Todaro", è di produzione interamente italiana su innovativo progetto italo-tedesco.
Di medie dimensioni, è dotato di tecnologie per grande autonomia occulta e di nuovi sistemi di rilevamento. Porta il nome del mitico sommergibile italiano della II Guerra Mondiale, protagonista con Junio Valerio Borghese e altri valorosi comandanti italiani delle imprese degli incursori italiani nei porti di Suda, Alessandria e Gibilterra, che costarono alla Royal Navy la perdita delle sue maggiori navi che operavano nel Mediterraneo.