L'On. Antonello Liori
Per i lettori di Excalibur e per gli amici dell'Associazione Vico San Lucifero sembra quasi superfluo presentare l'On. Antonello Liori, attuale Assessore regionale alla Sanità, perché è conosciuto da tutti.
Ha militato da giovanissimo nella Destra: è stato dirigente del Fronte della Gioventù, del Msi e di Alleanza Nazionale, ricoprendo infine l'incarico di Presidente provinciale di Cagliari dal 2001 al 2008, anno della confluenza di An nel Pdl.
Tra i massimi rappresentanti della Segreteria regionale di An, è sempre stato vicino a Maurizio Gasparri, che lo stima e lo considera un amico intelligente e di valore. Dal 1994 è Consigliere regionale, rieletto sempre con ampie votazioni fino alle ultime elezioni regionali, terzo tra i più votati nell'Isola, quando si è dimesso per entrare a far parte della Giunta Cappellacci.
Quali sono i problemi della sanità sarda?
Partiamo da una situazione difficile, a causa della pesante eredità ricevuta dalla precedente giunta di centrosinistra di Renato Soru, quando l'Assessorato alla Sanità era diretto dalla Dirindin. Per questo motivo siamo oggi sottoposti a un rigoroso "Piano di rientro", ed è bene precisare che in un momento di contenimento internazionale della spesa pubblica, anche per la sanità sarda è arrivato il momento di cambiare rotta.
La Sardegna è tra le Regioni che hanno iniziato un percorso virtuoso per il contenimento dei costi della sanità?
Certamente. La spesa va decisamente migliorata e riequilibrata. Ad esempio, la spesa ospedaliera è fortemente sbilanciata a danno di quella territoriale, ci sono problemi con la spesa farmaceutica e quella per il personale è superiore rispetto agli standard. Anche l'assetto organizzativo deve essere rivisitato, affinché il sistema ne benefici e la qualità dell'assistenza possa migliorare. Stiamo alacremente lavorando, insieme ad alcuni esperti dell'Agenzia nazionale Sanità, al nuovo Piano socio-sanitario integrando i due settori - rete distrettuale e rete ospedaliera - così da portare a una migliore gestione delle risorse e a una migliore qualità dell'assistenza.
Arrivano critiche o suggerimenti da diversi ambienti, anche da settori del centrodestra, per una nuova organizzazione sanitaria regionale. Quale sarebbe il sistema migliore?
In merito ad alcune proposte recentemente avanzate, non sono favorevole all'Agenzia regionale della sanità e alla Asl unica regionale, perché rappresentano vecchie e superate idee organizzative smentite dai fatti. Altre Regioni che le avevano istituite stanno già provvedendo alla chiusura, non avendo avuto alcun beneficio nella gestione della sanità. Rappresenterebbero inoltre un vero doppione dell'Assessorato e uno spreco di risorse e di energie. Mentre condivido il suggerimento arrivato dal Ministero nel contenere in una decina le aziende sanitarie locali.
Possiamo aspettarci un miglioramento nel medio termine nell'offerta sanitaria?
Noi abbiamo già una sanità regionale di elevato livello assistenziale, caratterizzata da figure professionali di notevoli capacità che operano in strutture davvero funzionali. Per fare qualche esempio, il Brotzu, che ho visitato recentemente, è già un ospedale di ottimo livello, che intendo proiettare sempre più nella ribalta nazionale come un ospedale ad alta specializzazione. Per fare questo serviranno ulteriori investimenti per l'innovazione tecnologica e sarà necessario un ripensamento nella riorganizzazione dei reparti. Ho visto la fase avanzata dei lavori per il "trauma center", dove saranno accolti i pazienti traumatizzati e gestiti da un'equipe medica dedicata. Ritengo anche importante l'accorpamento del Brotzu al Microcitemico e all'Oncologico, così da realizzare un'unica grande azienda ospedaliera. Vedremo se sarà possibile realizzare questo progetto ambizioso. Dal mese di settembre sto visitando tutte le strutture sanitarie, anche nelle realtà locali finora trascurate. Desidero riorganizzare e potenziare anche i presidi periferici. In tale compito sono coadiuvato da tre consulenti dell'Agenzia nazionale Sanità, che il Ministero ha messo a disposizione del mio Assessorato. Ho già visitato le strutture di Siniscola, Ittiri, Thiesi, Ozieri, Olbia. Quindi mi trasferirò a Sassari (Ospedale e Clinica universitaria), al San Francesco di Nuoro, a Ghilarza, solo per citare le visite più imminenti.
Il Comitato interassessoriale, con un'azione corale come mai era accaduto prima, ha intrapreso un inedito e deciso confronto con lo Stato per trovare una dignitosa soluzione ai problemi regionali. C'è un'attenzione positiva da parte del governo Berlusconi?
Senza dubbio da parte del Governo c'è una particolare attenzione verso la Sardegna, e nel mio caso lo dimostra il fatto che il Ministero abbia messo gratuitamente a mia disposizione alcuni esperti nazionali. Certo, da noi ci sono realtà sociali ed economiche difficili, ma sono ottimista sul fatto che al giro di boa di questa crisi mondiale il Governo riuscirà a reperire le risorse per rilanciare economicamente la Sardegna.
Il centrodestra, anche a livello regionale, è in evoluzione. Dobbiamo aspettarci grossi cambiamenti?
Non credo che vi saranno grossi cambiamenti. La coalizione è solida e non vedo all'orizzonte motivi di preoccupazione. Andremo avanti per il bene di tutti.