L'illusione di Salò...

Dopo l'8 settembre aderì alla R.S.I. e si trasferì a Venezia dove divenne segretario particolare del commissario della Banca Nazionale del Lavoro, il Sardo Vincenzo Lai.
A Salò, almeno inizialmente, Ruinas si trovò (ideologicamente) benissimo. I suoi punti di riferimento ideologici e culturali erano Mazzini, Garibaldi e Pisacane. Per lui Mussolini li rappresentava tutti e tre. Il Sardo vedeva nel Duce un Garibaldi del 1900: come Garibaldi, aveva tentato di realizzare quella rivoluzione nazionale, sociale e popolare comune a tutti i democratici del risorgimento. Ma sia la prima rivoluzione, quella dei democratici, sia la seconda, quella di Mussolini, erano state prima interrotte e infine tradite dalla monarchia e dalla pavida borghesia la prima, dalla borghesia, dai gerarchi imborghesiti, dalla monarchia e dalla Chiesa Cattolica, la seconda. Lo scrittore rimprovera a entrambi i personaggi storici lo stesso errore: «Mussolini nel 1922, come Garibaldi nel 1860, avrebbe dovuto instaurare la repubblica e detronizzare le dinastie del privilegio economico. Mussolini, come Garibaldi, volle rispettare la tradizione a scapito della rivoluzione. E il Re e i dinasti del privilegio compensarono Mussolini così come sessant'anni prima avevano compensato Garibaldi: considerandolo una gloria passata, un imbarazzo e un pericolo per l'Italia ufficiale».
Ruinas vide nella R.S.I. un ritorno al fascismo delle origini e la possibilità di realizzare quella rivoluzione sociale per la quale si era sempre battuto. Fu subito nella schiera di coloro (Giorgio Pini, Giovanni Gentile, Carlo Borsani, Concetto Pettinato, Parenti, ecc.) che si batterono al contempo per la socializzazione delle imprese e per un accordo con gli antifascisti per impedire che divampasse la guerra civile. Addirittura Ruinas ipotizzò un'alleanza tra repubblichini e partigiani, entrambe, secondo lui, forze popolari mosse da un comune ideale rivoluzionario, le quali avrebbero dovuto unirsi contro i capitalisti interni e stranieri (Stati Uniti e Inghilterra), nonché contro gli opportunisti dell'uno o dell'altro fronte.