(In)giustizia: il caso Liori
Intolleranza! Provocazioni che mettono a nudo le prepotenze dell'attuale "regime"
di Guido Garau
Ci sono cose che "si possono" tollerare e altre che "non si devono" tollerare (il mio amico Alessandro dice di poter tollerare tuttalpiù una bolla nei piedi; la mia tolleranza arriva al rispetto, quando c'è rispetto).
lo non posso tollerare che Antonangelo Liori venga condannato - senza condizionale - per avere espresso delle opinioni; che non sono solo le sue opinioni: sono le opinioni di tutti coloro che leggevano i suoi editoriali e si identificavano - tantissimi. Sono le mie opinioni.
Arrestando Liori arrestano ognuno di noi.
Siamo al regime. Questo potere non conosce nemmeno il significato ristretto di tolleranza: quello del rispetto dell'opinione altrui. Non accetta il nemico e lo elimina. Esprimiamo subito la nostra intolleranza.
Prendiamo gli slogan per i quali Liori è stato condannato - per noi, per noi, per le nostre idee! - e scendiamo in piazza a manifestare. Uno, dieci, mille Liori in carcere. Il regime incatena gli avversari: ma noi saremo la forza del vento che distrugge le montagne.
Libertà: nessuna libertà di espressione.
Se per anni la sinistra si è fatta vanto di essere "antiproibizionista", (argomentando, probabilmente a ragione):
a) che qualsiasi cosa che si nega ha un motivo per cui nasce, e bisogna ricercare il motivo;
b) che proibire significa reprimere, e dunque far esplodere in maniera diversa.
Oggi che è al governo pare non ricordare - per buonismo o per rispetto del politicamente corretto - nemmeno i suoi princìpi più condivisibili o pare farlo solo quando le fa comodo.
Haider non può dire che Hitler rilanciò l'economia tedesca, anche se questo - a prescindere da giudizi di valore - è un dato di fatto; chi pratica uno sport non può più metterci nessun furore agonistico: se fai la bua all'avversario finisci in tribunale; fra breve, di questo passo, allo stadio non si potrà più nemmeno gridare «devi morire!» al giocatore che cade colpito: si verrà accusati, va da sé, di "apologia di reato".
Chissà dove andrà a finire tutta questa aggressività che, come dice Massimo Fini, se introiettata, prima o poi, finisce per esplodere.
Provocazione: se io fossi un onorevole eletto nella provincia di Nuoro, mi dimetterei, per fare candidare nelle liste del Polo proprio Antonangelo Liori. Sarebbe un atto di grande coraggio, se qualcuno arrivasse almeno a ipotizzarlo, oltre che un notevole messaggio pubblicitario in vista delle prossime elezioni... Chi ha orecchie per intendere...