Comunità e militanza

Intervengo perché sollecitato dalla lettura dei due pezzi riguardanti la militanza giovanile, uno a firma di Andrea Curreli e l'altro di Guido Garau. Ho avuto modo di conoscere, apprezzare e stimare entrambi ma attraverso canali diversi: Andrea per il suo trascorso di ottimo militante e dirigente giovanile del F.d.G., Guido perché è stato un buon simpatizzante della medesima organizzazione giovanile.
Perché questa precisazione? Perché solo conoscendo la diversità di percorso dei due ragazzi è possibile leggere i due pezzi con ottica distinta, ricevendo così un'immagine della militanza (che fu) più aderente alla realtà.
A dire il vero questa "diversità di percorso" risulta essere netta e chiara anche da un'attenta lettura dei due articoli: Andrea ci fa conoscere la sua militanza (ovvero "la" militanza), Guido incentra il suo intervento sui camerati conosciuti (ovvero fa emergere la sua caratteristica di "simpatizzante").
Perciò, sotto il profilo squisitamente dell'impostazione (dei due articoli), la molla che mi ha spinto a scrivere queste poche righe è rappresentata dall'"imperfezione" presente, secondo me, nel pezzo di Guido: dimentica di presentarsi come un simpatizzante. E con ciò non intendo sminuire l'importante contributo che anche lui, da quella specifica posizione, ha dato alla causa comune.
Inoltre, se poi mi è consentito, vorrei consigliare al buon Guido di dismettere i panni (una sorta di improbabile "tardo-maschilismo" rovesciato addosso ai lettori) dell'"Aldo Busi dei maschietti": è un'imitazione - ahimè - fedele e per ciò stesso un po' volgare, che oscura sensibilmente la sua intelligente vocazione alla provocazione e alla trasgressione verbale.
Sotto il profilo contenutistico, invece, i due scritti si concludono tratteggiando sostanzialmente un identico quadretto non idilliaco della politica di A.N.. A entrambi dico che la politica militante, onesta, seria, trasparente e aperta a 360 gradi continua ad albergare dentro Alleanza Nazionale: sono, infatti, tante le donne e gli uomini che credono, impegnandosi attivamente ancor oggi, di cambiare anche radicalmente le istituzioni e la Comunità Nazionale in cui vivono e operano. Vale la pena di continuare a osare e lottare, con entusiasmo e sacra umiltà, senza per questo annacquare il proprio sacro "orticello" privato (costituito dalla stima verso sé stessi, dall'amicizia e dai sentimenti).