Un'egemonia sempre più fragile...
Che l'egemonia franco-tedesca sia in frantumi è sotto gli occhi di tutti.
La terribile rivolta di centinaia di migliaia di Magrebini per l'uccisione da parte della polizia francese di un giovane Algerino, nel luglio scorso, ha definitivamente messo a nudo l'inconsistenza di Macron sia come leader politico che come capo di stato. E, ciliegina sulla torta, il recente colpo di stato nel francofono Niger, sfociato in manifestazioni di piazza antifrancesi, è il segno più evidente che l'Africa è ormai fuori dall'agenda della politica estera francese ed è forse questo il vero motivo dell'assenza della Francia dalla riuscitissima conferenza di Roma organizzata dalla Meloni per rimarcare la volontà di ricreare nella sponda sud del Mediterraneo uno spazio vitale tutto italiano.
Non se la passa meglio la Germania. È finita l'era Merkel, quando i Tedeschi erano il punto di riferimento economico della Russia e della Cina.
Chi non ricorda la brutale riduzione in miseria della Grecia solo per salvare i capitali delle grandi banche tedesche e francesi? O la messa in vendita, da parte della Deutsche Bank, di una quantità enorme di buoni del tesoro italiani col solo fine, riuscito, di liquidare il troppo autonomo governo italiano di Berlusconi? Acqua passata. Il conflitto russo-ucraino ha messo a nudo tutti i limiti, le prosopopee, l'assoluta assenza di ogni strategia che non fosse quella di salvaguardare i propri interessi economici. Il grigio socialdemocratico Scholz non ha avuto né il coraggio né la capacità di far pesare la potenza tedesca per impedire lo scoppio del conflitto. Né, una volta iniziate le ostilità, ha assunto una posizione netta o pro Ucraina o quantomeno sbilanciata in un tentativo di mediazione tra le parti. Scholz ha fatto l'altalena tra posizioni opposte finendo per scontentare tutti. Unica decisione presa, senza consultare nessuno e in violazioni di vecchi trattati, quella di stanziare l'astronomica cifra di cento miliardi di euro in armamenti ovvero di dotarsi di un arsenale nucleare, facendo così inabissare per sempre l'asse franco-tedesco basato sul fatto che la difesa nucleare fosse prerogativa francese.
Finite nel nulla la Francia e la Germania, è inevitabile che l'infinita schiera dei valvassori europei sempre proni ai desiderata di Berlino e Parigi, da qualche tempo, non dando più risposte convincenti alle aspettative delle proprie basi vengono da queste abbandonati, preferendo, queste, affidarsi a forze diciamo pure più "virili", con idee più chiare e progetti realistici.
Ed è così che, passo dopo passo, le destre europee sono diventate egemoni in gran parte dell'Europa, sono il primo partito in Francia e il secondo partito in Germania.
L'anno prossimo, con le nuove elezioni europee, è più probabile che le strade della nuova Europa partano da Roma e non più da Berlino o Parigi.