EXCALIBUR 140 - maggio 2022
in questo numero

La rifondazione dell'impero russo

L'ideologia di Mosca: l'Eurasia

di Franco Di Giovanni
<b>Vladimir Putin</b> e il grande sogno
Vladimir Putin e il grande sogno
Nel precedente articolo, parlai delle grandi ideologie che si affacciano nello scacchiere internazionale.
Ragion per cui, dopo aver parlato dell'ideologia atlantica, parleremo ora del secondo attore politico e ideologico da me citato, ovvero l'ideologia euroasiatica o, in termini di filosofia politica, euroasiatismo.
L'euroasiatismo è un'ideologia che affonda le sue radici nell'ex impero zarista, che si considerava erede dell'impero romano nell'accezione di quella parte dell'impero che aveva come capitale Bisanzio, con tutto il retroterra che esso, l'impero bizantino, rappresentava in termini di religione (ortodossa), cultura, arte e lingua.
Non a caso il termine "zar" deriva dal latino Cæsar e indicava la volontà degli zar di proporsi come gli eredi della potenza romana.
Nell'ultima fase della storia dell'Unione Sovietica venne riabilitato persino lo Zar Pietro il Grande, di cui iniziò a proclamarne la grandezza Stalin nelle ultime fasi del suo governo.
Con il crollo dell'Urss, Putin ristabilì la tradizionale alleanza di Russi e Bielorussi, a cui mancava l'alleanza con l'Ucraina stabilita de facto quando non erano presenti governi filo-americani a Kiev.
Russia, Bielorussia e Ucraina, secondo tale ideologia, rappresentano le tre nazioni conduttrici di tale impero.
L'ostilità verso l'ideologia putiniana, tesa a ristabilire i fasti dell'ex impero zarista, è stata esacerbata dal regime di Zelenski, che ha aumentato la repressione sulla minoranza russa già presente in Ucraina, avallando l'ipotetica non regolarità del referendum sul ritorno alla Russia della Crimea e opponendosi di fatto all'indipendenza di Transnistria e delle provincie autonome del Donbass.
L'invasione russa dell'Ucraina è stata poi utilizzata dall'Unione Europea e dalla Nato, ovvero dagli Usa, per "difendere" uno stato democratico dalle mire espansionistiche dell'autocrate Putin, come se Zelenski, che ha sciolto tutti i partiti eccetto il suo e ha mantenuto in vita un solo canale televisivo, fosse un campione di democrazia.
Ovviamente i Russi rilanciano e accusano gli Ucraini di voler eliminare l'elemento russofono nel Donbass violando gli accordi di Minsk del 2015, e accusano la Nato di aver sistematicamente eluso la promessa di non espandersi negli stati dell'ex patto di Varsavia.
Ne consegue che alleanza atlantica ed Europa hanno trovato terreno strategico fertile per opporsi, tra le altre cose, alla federazione degli stati ex sovietici, sperando che non si siano dimenticati che essi hanno anche costituito una poco nota alleanza militare, di cui vorrei parlare in un articolo a parte.
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