EXCALIBUR 124 - gennaio 2021
nello Speciale...

La "presunta" svolta antifascista di Mario

Detto questo riconfermo quanto scrissi su Facebook il 19 dicembre. Il libro di Lunardelli amplia infatti in misura significativa le conoscenze su Mario Gramsci, soprattutto per ciò che ha riguardato la sua partecipazione a due guerre mondiali e al conflitto con l'Etiopia.
L'autore si è impegnato in un lavoro di ricerca durato 3 anni passati a consultare documenti, giornali e libri in archivi, biblioteche, istituzioni militari. I risultati ottenuti, a detta dell'autore, sono stati inferiori alle aspettative, in particolare per quello che è stato il ruolo di Mario Gramsci nel movimento e nel partito fascista; mentre, a nostro avviso, vengono sopravvalutati i documenti riguardanti la sua prigionia in Australia, nonché la deposizione resa alla commissione militare italiana, che Lunardelli considera un vero e proprio scoop, in quanto dimostrerebbe in maniera incontrovertibile l'approdo di Mario Gramsci all'antifascismo (qualunque cosa questo voglia dire).
Tra le fonti citate, non risulta l'unico saggio interamente dedicato a Mario Gramsci, pubblicato su "L'Almanacco di Cagliari" del 2007, corredato di numerose foto, nonché di una lettera indirizzata ad Antonio in data 17 maggio 1927. L'autore è il Prof. Bruno Maiorca, noto intellettuale di area cattolico-progressista, autore di numerosi volumi di filosofia e pedagogia, affiliato all'Istituto Gramsci della Sardegna, che gli ha pubblicato, nel 2015, 2 corposi volumi su "Gramsci Sardo".
Maiorca ha nei confronti di Mario un approccio del tutto diverso da quello di Lunardelli, come è diversa l'interlocuzione con l'intellettuale della destra Marcello Veneziani. Per questo motivo il saggio di Maiorca, unitamente all'intervista rilasciata nel 1975 al Prof. Leopoldo Ortu, dell'Istituto Gramsci dall'ex esponente sardista prima e poi federale e deputato fascista Paolo Pili, amico fraterno di Antonio e di altri componenti della famiglia Gramsci, hanno costituito la base del mio articolo "La famiglia Gramsci fra il comunismo di Antonio e il fascismo di Mario", pubblicato dall'agenzia "Ad Maiora Media" l'11 novembre del 2017 e ripreso il giorno successivo dal mensile online "Storia in Rete".
Da questa base prende corpo l'articolo di Marcello Veneziani pubblicato su "Panorama" del 25 ottobre del 2020, nonché la recensione fatta al libro di Lunardelli da Adriano Scianca sul quotidiano "La Verità" del 30 dicembre scorso. Questo per dire che le considerazioni fatte a destra su Mario Gramsci e la stessa decisione di Casa Pound di intestare la propria sede al fratello "nero" di Antonio, fatte salve alcune imprecisioni, poggiano su una documentazione abbastanza rigorosa e certamente non d'area.
Entrando nel merito dei capitoli del libro, per quello che riguarda la famiglia Gramsci viene completamente taciuto il fatto che Teresina fosse segretaria femminile del fascio di Ghilarza, che il fratello Carlo fu "sistemato" nel settore economico della federazione fascista di Cagliari dal segretario federale, nonché deputato fascista, Paolo Pili, nel 1924, proprio su richiesta di Antonio Gramsci.
Nessun cenno inoltre al fatto che sia la madre, Peppina Marcias, sia Teresina che lo stesso Antonio, scrivessero direttamente a Mussolini, a quanto pare con qualche risultato. Manca poi a Lunardelli, ma non solo a lui, qualunque cognizione del concetto di "sardità" che andrebbe tenuto presente quando si parla dei Gramsci e dei personaggi con i quali interloquiscono.
"Sardità", in parole povere, sta a significare la preminenza dei valori familiari, dell'amicizia, della stima, dell'affetto rispetto ai valori della politica e dell'ideologia. Senza questa categoria vien difficile capire, per esempio, perché Antonio abbia rotto sul piano umano con Togliatti e non con Bordiga, di cui era, politicamente parlando, un feroce nemico.
O perché si rivolgesse a Paolo Pili per sistemargli il fratello Carlo o perché invitasse la cognata Tatiana non solo a scrivere ma addirittura a chiedere udienza al famigerato duce.
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