Il neo deputato Salvatore Deidda, noto Sasso
Ha fatto tutto il percorso della militanza senza mai interruzioni sino a oggi che è divenuto parlamentare di Fratelli d'Italia. È Salvatore Deidda, noto Sasso.
Da quando era un giovane quindicenne del Fronte della Gioventù ha sempre cercato di lasciare una impronta della sua linea politica, sempre condivisa con la comunità militante.
Non ha mai nascosto le sue posizioni dentro il gruppo, soprattutto quando erano da stimolo per aprire un approfondimento salutare sulla linea generale da seguire. Migliaia tra affissioni, volantinaggi, sit-in, convegni non l'hanno mai stancato, nemmeno quando sembrava mancare il riscontro della gente sulle nostre tesi politiche. Di camminate nel deserto ne ha fatte molte con i militanti, mostrando sempre l'orgoglio e la fierezza di chi si riteneva sulla strada ideale giusta: rispetto del sacro e della religione, concezione comunitaria e giustizia sociale. Tre fari, tre pilastri da rispettare per restituire la nazione italiana al suo spazio nella Storia millenaria delle identità. Ha sempre rispettato le idee avverse alle sue e ciò gli è sempre stato riconosciuto da tutti. Il suo pregio è certamente da ricondurre alla capacità che ha manifestato nel tempo di entrare sempre più in sintonia con il popolo che di volta in volta ha incontrato. Ma naturalmente questo ottimo risultato, a parte l'indispensabile sostegno della famiglia, l'ha ottenuto soprattutto perché ha trovato, negli anni, "nei covi della politica", un gruppo di ragazzi volenterosi trascinanti e con passione come lui.
È uno di noi Salvatore, anche se, per motivi anagrafici, non ha avuto la possibilità di vivere la politica in Vico San Lucifero a Cagliari.
È uno di noi e dobbiamo riconoscere che dopo decenni il "nostro ambiente" ha un rappresentante alla Camera dei Deputati. Ovviamente questa è la mia idea di continuità, influenzata certamente dal fatto di aver, con Salvatore, fatto militanza per tanti anni. Sono soddisfatto per tutto questo e, d'altronde, non credo che lo spirito della nostra associazione sia legato solo ed esclusivamente a un fatto generazionale del passato, bensì alla continuità ideale che impone alle diverse età di proseguire l'opera del ricordo e della costruzione di nuovi orizzonti.