EXCALIBUR 100 - ottobre 2017
in questo numero

Mediterranea, rivista sardo-fascista

Cagliari come centro geopolitico e culturale del Mare Nostrum

di Vittorio Susinno
Frontespizio della rivista "Mediterranea"
Cagliari, 1 ottobre - "Rivista mensile di cultura e problemi isolani" è la descrizione riportata in ogni copertina di Mediterranea. Accostamento originale, spia di un indirizzo introspettivo, tutto isolano. Fondata a Cagliari nel gennaio 1927 al numero 5 di Via Vittorio Emanuele Orlando, Mediterranea può essere considerata sviluppo di una coscienza isolana di rara qualità.
È un susseguirsi di intelligenze vivaci che si intrecciano in tutti i campi di studio possibili, che sollevano dubbi, che consolidano certezze e che, soprattutto, favoriscono la formazione di nuove sinapsi nel lettore: storia militare, antropologia, chimica, arte, politica, industria, poesia, geopolitica, identità, colonialismo sono solo alcuni dei temi affrontati da professori universitari come Raffaele Di Tucci, artisti del calibro di Dionigi Scano e Romualdo Loddo, medici importanti come il dott. Luridiana (all'epoca direttore dell'Ospedale Antitubercolare di Cagliari) e ancora avvocati di chiara fama, deputati, storici e filosofi. È eccellenza raccolta in articoli a volte brevi, a volte lunghi più di 5-6 pagine ma che comunque scorrono veloci, pur pregni di dettagli e concetti complessi, perché scritti con una certa sapienza stilistica, mai pedante. La rivista è tetrapartita: una sezione "libera", dedicata alla trattazione di temi vari a discrezione degli autori; una intitolata "vita mediterranea", che affronta le principali novità provenienti dalle colonie e da altri paesi lambiti dal Mare Nostrum nei quali sono insediati popolazioni o interessi italiani; la terza, "problemi e opere", focalizza l'attenzione sullo sviluppo interno all'isola dando notizia - per esempio - degli istituti professionali femminili sorti a Cagliari o dell'industrializzazione chimica sarda comparata a quella dei paesi nord-europei; a chiudere il periodico è la "rassegna bibliografica", raccolta delle nuove uscite letterarie in Sardegna, Corsica, Malta, Albania, ecc., che conferisce una centralizzazione dell'isola anche in chiave culturale.
Addentrandosi tra le pagine di questa rivista si ha la netta sensazione di avvicinarsi al cuore pulsante di un Mediterraneo europeo, isolano, organizzato. Non vi è traccia del fatalismo moderno, che tutto sovrasta, che tutto appiattisce, che tutto incanala in ottiche preconfezionate dagli spin-doctor che scrivono i libri di Renzi o di Salvini.
In Mediterranea la Sardegna non è periferia d'Europa, come tristemente sostenuto dall'assessore dei trasporti Deiana ad Amsterdam qualche settimana fa, ma vero e proprio centro culturale, creativo ed economico-commerciale del suo mare più illustre. Un esempio per far capire di cosa stiamo parlando: con un anticipo di 90 anni esatti la rivista sardo-fascista lancia l'idea dell'Hyperloop, ovvero quel canale sottomarino che consentirebbe di collegare Corsica e Sardegna, di cui Deiana si fa oggi promotore con sprezzo del ridicolo per tutte le incompiute sotto il suo governo e la situazione disastrosa dei collegamenti stradali, ferroviari, navali e aerei di cui probabilmente non è capace di elaborare nemmeno un abbozzo di miglioramento. In compenso va riconosciuta all'assessore l'eccellente interpretazione dell'efficace strategia made in Renzi del "rilancio", che consiste nell'alzare sempre il tiro delle proposte-promesse politiche (quasi sempre usurpate, in questo caso alla società corsa FemuQuì) per placare le critiche nate dal terzomondismo dentro al quale ci sta traghettando il Pd.
Ma torniamo all'Hyperloop ante litteram, attestato nell'articolo "Corsica e Sardegna" del Corso Eugenio Grimaldi contenuto nell'ottavo numero della rivista: «mi ricordu di un giovane Còrsu mortu a u serviziu d'a Francia durante l'ultima guerra. Era un balente ingegnere chi faciva sogni sovraumani. E infatti, sugnava di riunì Corsica e Sardegna c'una galleria sottumarina da Pertusatu a Santa Teresa Gallura [...]. U lavoru benchè pienu di difficultà un mi pariva a u disopra di e pussibilità umane [...]. È breve a distanza da Bonifaciu a Santa Teresa, i fondi sottumarini un so mica eccessivi, e si averia così potutu andà, in cammin di ferru, da Bastia a Cagliari [...]. Chi bellu viaghiu pè i turisti e l'amanti di l'isule surelle!»
In questa rivista la Sardegna si analizza, ripensa sé stessa, si dà e si prende un ruolo nel Mediterraneo. È idealizzata dai Corsi, spettatori entusiasti del progresso sociale e tecnologico registrato con l'avvento del Fascismo, dagli Africani che ne sentono parlare dai militari di Sassari e di Cagliari dislocati nella Tripolitania, gli stessi che su Mediterranea individuano la derivazione latina di determinati vocaboli della lingua berbera («lo straniero è ancor oggi detto 'rumi', certamente da 'romanus', un tipo di casa troglodita è chiamata 'damus' e rammenta il latino 'domus', antiche fortificazioni sono indicate con la parola 'gasr' probabilmente da 'castrum'>», tratto dall'articolo "Tripolitania: note e ricordi" di Domenico Salvago).
È dunque per il suo ampio respiro, per la volontà di potenza che contiene e per l'eleganza stilistica di cui è permeata che tre anni or sono CasaPound Sardegna ha deciso di intitolare a questo mirabile esempio di cultura regionale del passato la sua manifestazione culturale per un futuro di re-conquista. Anche quest'anno si terrà dal 20 al 22 ottobre, raggiungendo il capoluogo sardo dopo le precedenti edizioni di Sassari e Carbonia. Obiettivo dichiarato: riscoprire quella continuità storico-ideale e identitaria che caratterizza un popolo, a partire dai suoi luoghi di culto millenari (come Monte d'Accoddi, Monte Sirai, la Sella del Diavolo) e percorrendo la storia di conquiste sociali, politiche e culturali dell'isola. Non così lontano, forse, da quello della rivista sardo-fascista, vero e proprio faro nel mare in burrasca.

Si ringrazia il prof. Angelo Abis per aver messo a disposizione del nascente Circolo Mario Gramsci la propria collezione personale di Mediterranea, apportando un valore aggiunto in ambito culturale e ideale.
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