EXCALIBUR 88 - ottobre 2015
nello Speciale...

Il ruolo della Siria nella strategia di Putin

Bashar al-Assad e Vladimir Putin
In questo contesto la Siria ha una posizione diversa dalle aree che sono sotto l'influenza diretta dell'Arabia Saudita. Assad può contare sull'appoggio dei Russi. Putin ha sul posto 3.000 uomini scelti, artiglieria, una squadra aerea, i droni. Intervenendo direttamente ha cambiato le carte in tavola in Medio Oriente a favore di Assad.
Un intervento contrario si scontrerebbe con la Russia che ha il vantaggio di essere già sul luogo. Anche l'Iraq ha chiesto l'intervento russo, anche se non è chiaro quale ne sia il profilo operativo. La Russia, Assad e l'Iran, formano un trio e sono presenti anche lungo la frontiera del conflitto con Israele nel Nord, non solo nel Golan.
La Russia si assicura, con Assad, una base nel cuore del Mediterraneo. Oggi la flotta russa è nel Mediterraneo e ha realizzato un progetto strategico importantissimo. La scomparsa della flotta inglese e l'indebolimento della presenza americana, l'assenza di una flotta europea, consentono a Putin una posizione dominante.
La ripresa della Crimea, e quindi il controllo del Mar Nero, è conditio sine qua non dell'espansione verso il Mediterraneo. La Russia ha sempre cercato buoni rapporti con l'Iran, che ha sue forze in Siria, con gli Hezbollah, nemici di Israele. La presenza militare russa ha impedito di rovesciare il regime di Assad.
Anche l'Iran potrebbe trarre vantaggio dalla posizione della Siria, non solo per le sue idee imperiali, ma anche per il traffico di materiale atomico. La vera risorsa che la Siria offre all'Iran sono i canali occulti internazionali, l'accesso alle banche, alle fondazioni e informazioni segrete in Europa e negli Stati Uniti. Non a caso la Russia e l'Iran hanno coordinato le operazioni e le forniture alla Siria per difendere Assad.
La presenza russa modifica l'assetto dell'equilibrio degli armamenti in Medio Oriente a svantaggio di Israele.
Già in giugno, il comandante delle forze speciali iraniane, Suleiman, ha incontrato Putin per coordinare anche i rapporti con le forze Hezbollah. Giova ricordare che la politica contro Israele è sempre stata una caratteristica degli Assad e l'antisionismo un linguaggio fondamentale della retorica politica, insieme alla liberazione della Palestina e l'appoggio al terrorismo di Hamas.
In effetti, sono numerosi, nel corso del tempo, i segnali che indicano i legami sempre più stretti tra l'Iran, la Russia e la Siria e il progressivo mutamento del quadro strategico del Medio Oriente. Il volume degli scambi commerciali è aumentato del 43% dal 2003 al 2004 e ha superato la cifra di un miliardo di dollari all'anno. La Russia ha venduto armamenti modernissimi agli Hezbollah.
L'Unione Sovietica, a suo tempo, ha sempre sostenuto gli Assad per varie ragioni, non ultima quella collegata al traffico internazionale della droga. Il traffico di droga è sempre stato molto attivo in Siria, anche con l'Egitto, l'Iraq e il Libano. Giovanni Falcone scoprì che la Bulgaria, allora sotto l'impero sovietico, partecipava attivamente al traffico di droga verso l'Occidente. Fu una delle cause del suo assassinio.
I rapporti dei Russi con gli Hezbollah risalgono al 1972. In Libano il Kgb utilizzò le bande armate che controllavano le città, specie quelle di orientamento marxista o "socialista", che finanziava, d'intesa col Fronte per la Liberazione della Palestina, sia per la lotta contro Israele sia per gli attentati in Europa.
Resta da valutare il ruolo del Regno Saudita che vede di buon occhio l'estensione del potere dei Sunniti, sotto il mantello del wahabismo che è, anch'esso, uno schema imperiale di conquista del Medio Oriente ma per vie indirette, mediante i finanziamenti occulti che passano dalle banche occidentali, come nel caso della Riggs Bank.
È un potere finanziario che nasce dai petrodollari e condiziona indirettamente le scelte dei governi europei mediante la presenza azionaria nelle holdings e nelle società e tende a promuovere l'ondata emigratoria, vista come uno strumento di conquista dell'Occidente e un ritorno al Califfato o impero del Medio Evo. La storia medioevale ha molto da suggerire per capire il mondo di oggi.
Per queste ragioni, oggi si giuoca in Medio Oriente una partita importantissima per il futuro.
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