EXCALIBUR 75 - gennaio 2014
nello Speciale...

L'accordo Basso-Lungershausen

Il Maresciallo Kesserling, responsabile del Settore Militare Sud, non potendo permettersi di tenere bloccate in Sardegna importanti forze necessarie altrove, incaricò il comandante della 90ª di trasferire al più presto la sua Divisione in Toscana, transitando per la Corsica.
L'esigenza tedesca, non essendo riconducibile ai presupposti della "Memoria 44", fu recepita con favore dal Gen. Basso, offrendogli l'opportunità di sbarazzarsi della presenza ormai ingombrante dell'ex alleato. Nella notte del 9 settembre si giunse quindi a un accordo, che ottenne l'immediato avallo del Gen. Vittorio Ambrosio, Capo di S.M. delle Forze Armate, in cui furono stabilite le modalità di evacuazione, assegnando come direttrice di marcia l'itinerario Oristano-Macomer-Ozieri-Tempio e come punti d'imbarco Palau e Santa Teresa di Gallura. Ne venne subito informato l'Amm. Brivonesi, al quale fu ordinato di non ostacolare le forze germaniche durante la traversata delle Bocche di Bonifacio: le batterie della Piazzaforte dovevano però tenersi pronte a entrare in azione in caso di necessità.
Verso l'alba del 9 settembre, i Tedeschi cominciarono ad abbandonare le loro posizioni, tanto sulle coste come nell'interno, dopo aver distrutto i materiali non trasportabili, e nei giorni seguenti la Luftwaffe completò l'opera facendo saltare le postazioni radar di Capo Carbonara, Pula, Sant'Antioco e Tortolì e mettendo fuori uso le piste degli aeroporti di Villacidro, Milis, Ottana, Anela e Chilivani, una volta trasferiti gli aerei efficienti sulla base corsa di Ghisonaccia. Attenendosi alla direttrice concordata, le truppe tedesche raggiunsero l'Alta Gallura prendendo il controllo del nodo stradale di Tempio, del porto di Olbia e della fascia litoranea fino al centro marittimo di Santa Teresa, nella quale affluirono i reparti da trasferire via mare. Questa operazione venne affiancata da un imponente ponte aereo attivato tra l'aeroporto di Venafiorita e quello di Pisa, facendo ampio ricorso ai trimotori Junkers 52.
La possibilità di uno sgombero pacifico dell'Isola sembrò venir meno fin dal 9 settembre, a causa del combattimento di "Ponti Mannu", cui seguirono, a opera dei Tedeschi, il colpo di mano a La Maddalena e l'attacco aereo alla Forza Navale da Battaglia dell'Amm. Bergamini, che causò l'affondamento della corazzata Roma e il danneggiamento della Littorio (dal 30 luglio rinominata Italia) grazie alle bombe plananti radioguidate, sganciate da bimotori Dornier 217 decollati dal campo di Istres, presso Marsiglia.
La parziale defezione della Nembo seguita dalla tragica fine del Ten. Col. Alberto Bechi-Luserna conclusero quella non fausta giornata.
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